Ultima modifica 13.09.2018

Il sale iodato è un comune sale da cucina ricavato dall'acqua di mare o dalle miniere di salgemma, quindi addizionato artificialmente di iodio sotto forma di ioduro o iodato di potassio. Le quantità aggiunte vengono scelte e standardizzate in base allo stato nutrizionale della popolazione; in Italia, per esempio, ogni chilogrammo di sale iodato contiene 30 mg di iodio (con tolleranza + 40%, - 20%). Tale quantitativo, apparentemente infinitesimale, è in realtà molto importante, poiché il fabbisogno iodico per l'adulto è di soli 150 microgrammi al giorno.

Perchè usare il sale iodato?

Il sale iodato è la soluzione proposta dall'organizzazione mondiale della sanità per eradicare i disordini da carenza iodica. Esistono infatti delle aree del pianeta in cui l'apporto dietetico di questo minerale è particolarmente basso; purtroppo, tale deficit può causare gravissimi problemi di salute.

Il fabbisogno di iodio nell'adulto è stimato in 150 μg/giorno, mentre la quantità presente nell'organismo si aggira intorno a 15-20 mg. Le donne in gravidanza e in allattamento ne devono assumere circa 50-100 μg/die in più, per assicurare un normale sviluppo del bambino.

Un vegetariano stretto, per il mancato consumo di pesce ed alimenti animali da un lato e per la presumibilmente aumentata assunzione di alimenti gozzigeni dall'altro, è più soggetto a carenza iodica rispetto ad un onnivoro.

La carenza di iodio ha ripercussioni particolarmente gravi sullo sviluppo mentale e fisico del bambino. Nell'adulto, invece, determina il gozzo, le cui conseguenze sono più o meno severe a seconda dell'età e del sesso del soggetto.

Dal momento che il sale viene utilizzato da larghi strati di popolazione, con un consumo giornaliero omogeneo, la sua iodurazione (particolarmente economica) rappresenta una soluzione ideale per prevenire la carenza iodica nelle nazioni a rischio. Ma come mai solo alcune aree del pianeta sono soggette a deficit? Fondamentalmente perché da una regione all'altra varia la concentrazione di iodio nel terreno, di conseguenza nei suoi frutti e nelle carni degli animali che da essi traggono nutrimento. Ovviamente, anche le abitudini alimentari influenzano pesantemente l'apporto iodico; in Giappone, dov'è piuttosto comune il consumo di alghe (alimento ricco di iodio per eccellenza), il problema è molto sfumato e spesso è necessario adottare misure per prevenire eventuali eccessi. Sebbene l'organismo sia perfettamente in grado di eliminare il surplus di iodio con le urine, dosaggi particolarmente elevati (ad esempio per il marcato ricorso ad integratori a base di alghe marine) possono comunque rivelarsi nocivi. Anche se le dose sopportabili sono superiori, si raccomanda di non superare i l 500 μg/die.

Nel mondo, circa 2 miliardi di persone (30% della popolazione totale) rischiano di sviluppare malattie da carenza iodica, che rappresenta la prima causa prevenibile di ritardo mentale. In Italia circa 6 milioni di abitanti sono esposti a carenza iodica ambientale ed in alcune aree il gozzo è ancora una patologia endemica (si manifesta, cioè, in più del 5% della popolazione). L'elevatissimo impatto economico e le grosse possibilità di prevenzione hanno spinto il ministero della sanità a promuovere campagne informative sull'importanza del sale iodato nell'alimentazione umana.

 

Sale iodato

Caratteristiche del sale iodato

Punti chiave:
  • Lo iodio NON è sintetizzato dall'organismo e come tale dev'essere necessariamente assunto con la dieta.
  • Il modo migliore per aumentare la quantità di iodio che introduciamo ogni giorno è preferire il sale iodato a quello normale, senza abusarne; poco sale, dunque, ma sempre iodato.
  • Diversificare le scelte alimentari; gli alimenti più ricchi di iodio sono i pesci di mare ed i crostacei. Anche le uova, il latte e la carne ne contengono importanti quantità, mentre concentrazioni minori si ritrovano nei vegetali e nella frutta.

Il sale arricchito con iodio viene commercializzato nei negozi alimentari e nelle tabaccherie con il nome di "sale iodurato" o "sale iodato". Non va dunque confuso con il "sale marino" o il "sale integrale", comunque più ricchi di iodio del tradizionale cloruro di sodio.

L'aspetto e le caratteristiche organolettiche del sale iodato sono del tutto simili alla controparte tradizionale.

Quanto usarne?

Il sale iodato non è un prodotto dietetico riservato ad alcune persone, bensì un alimento che dovrebbe divenire di uso comune e moderato a tutte le età, sostituendosi al sale tradizionale. Negli individui predisposti, un consumo eccessivo di sale, indipendentemente che sia iodato o meno, può favorire la comparsa di ipertensione (quindi di alcune malattie cardiache, renali e dei vasi sanguigni), tumore allo stomaco e osteoporosi. Per questo motivo, negli individui in buono stato di salute, si consiglia di non superare i 6 grammi di sale iodato al giorno (che forniscono 180 μg di iodio).


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