Ultima modifica 02.02.2017

Definizione ed Esempi di Lantibiotici

Con il termine lantibiotici si intendono sostanze antibatteriche sintetizzate da particolari batteri lattici. Tali microorganismi producono lantibiotici per impedire ai patogeni di insediarsi nello stesso ambiente e sottrarre loro il nutrimento.

In passato sono stati studiati e ricercati antibiotici a vasto spettro d'azione, attivi quindi verso tutte le specie batteriche. Una tipologia di intervento di questo tipo ha tuttavia favorito lo sviluppo di ceppi batterici resistenti. Ecco allora che la consociazione di un lantibiotico con un antibitico potenzia l'effetto di quest'ultimo e favorisce un più rapido ripristino delle funzioni intestinali.

I batteri lattici sono in grado di produrre un ampio spettro di proteine e peptidi che possiedono attività antimicrobica. La struttura di tali peptidi varia tra quella essenzialmente lineare, ad esempio delle batteriocine, a quella complessa di peptidi, che possono contenere vari anelli attraverso la formazione di ponti con residui di lantionina (Lan) o b-metillantionina (Me-Lan).
Tali batteriocine prendono il nome di LANTIBIOTICI e si presentano come un'interessante aggiunta agli antimicrobici "convenzionali" in un periodo in cui la resistenza agli antibiotici ne compromette l'utilizzo.

Nel 1991 il gruppo dei lantibiotici è stato suddiviso in due sottogruppi:

Tipo A: molecole allungate e flessibili, cariche positivamente. Sembra che agiscano depolarizzando la membrana citoplasmatica, e favorendo quindi la formazione di pori con perdita di costituenti essenziali della cellula batterica antagonista. Esempio di tali lantibiotici: nisina.

 

Tipo B: sono rappresentati da molecole con una struttura globulare, cariche negativamente o elettricamente neutre. Esse interferiscono con le reazioni enzimatiche essenziali per la crescita e la sopravvivenza del batterio-bersaglio.
Tra i lantibiotici di tipo B sono comprese la mersacidina e l'actagardina.

Applicazione dei lantibiotici

Alcune caratteristiche dei lantibiotici rendono questi composti particolarmente interessanti per le loro potenziali applicazioni sia nel settore alimentare sia in quello biomedico. Molti di questi peptidi hanno un ampio spettro di attività e sono relativamente termostabili e resistenti alle proteolisi.
I lantibiotici possono essere addizionati agli alimenti in vari modi:

1) un ceppo produttore di lantibiotici può essere usato come colturastarter oppure addizionato ad un alimento fermentato.
2) un ceppo produttore potrebbe essere usato come coltura protettiva sulla superficie di un alimento, per proteggerlo dalle variazioni di temperatura indotte dalla crescita di batteri indesiderati. Possono quindi aumentare la shelf-life dell'alimento, cioè il suo tempo di conservazione.
3) il lantibiotico può essere aggiunto come composto purificato o concentrato; ad esempio la nisina (E234) è tutt'oggi impiegata in formaggi fusi e spalmabili, desserts pastorizzati, latte.