Ultima modifica 21.01.2020

Cos'è il Ribosio

Il D-ribosio è un monosaccaride appartenente alla famiglia dei pentosi; come tale, è costituito da uno scheletro carbonioso a 5 atomi di carbonio, chiuso a formare una struttura ciclica ad anello con i vari gruppi ossidrili rivolti verso destra.


D-Ribosio: struttura chimica

A temperatura ambiente il D-ribosio si presenta come una polvere bianca, generalmente inodore, completamente solubile in ambiente acquoso a 20°C, e caratterizzata dal punto di vista organolettico da un caratteristico sapore dolciastro.
La classica struttura furanosica dell'anello carbonioso consente a questo zucchero di legare, attraverso un legame B-glicosidico, una base azotata, garantendo così la formazione di un nucleoside, e al contempo gruppi fosforici, permettendo così la sintesi di nucleotidi, particolarmente preziosi dal punto di vista biologico.

Dove si trova in natura ?

Nonostante il D-ribosio rappresenti un elemento normalmente presente in tutte le cellule, quindi in minima parte anche nei vari alimenti, non è possibile rintracciare delle fonti alimentari in grado di fornire concentrazioni apprezzabili di questo zucchero.
Nonostante ciò, l'organismo è in grado, molto agevolmente, di soddisfare il fabbisogno giornaliero di questo elemento attraverso la via dei pentoso fosfati, che consente di convertire il glucosio, molto più presente e abbondante in natura, in ribosio, con la produzione contemporanea di equivalenti riducenti utili al mantenimento delle proprietà antiossidanti della cellula.
RibosioDal punto di vista industriale, quindi, i vari integratori di ribosio vengono ottenuti attraverso tecniche che utilizzano bioreattori a base di lieviti o batteri e come substrato lo sciroppo di granoturco, il quale opportunamente trattato e purificato, consente l'ottenimento di un prodotto ad elevato grado di purezza.
La purezza del prodotto è evidentemente da ricondurre alle tecniche di estrazione e purificazione utilizzate, considerando tuttavia che, secondo alcuni studi, spesso il prodotto presenta contaminazioni rappresentate prevalentemente da zuccheri differenti dal ribosio.

Indicazioni

Perché si usa il ribosio? A cosa serve?

ll ribosio assume un ruolo chiave nel mantenimento dell'omeostasi cellulare e tissutale, intervenendo in differenti reazioni di natura sia energetica e metabolica che plastica.
E' ben noto e caratterizzato l'intervento di questo zucchero nella:

  • Produzione di energia, attraverso la fase non ossidativa della via dei pentoso fosfati, che consente la conversione di pentosi come il ribosio in metaboliti intercalati nella via neoglucogenica, indispensabili per la produzione di glucosio durante periodi di digiuno o di aumentata richiesta;
  • Sintesi di ATP, ribonucleotide fondamentale nei processi energetici, in grado di liberare energia attraverso la sua idrolisi;
  • Sintesi proteica e divisione cellulare, costituendo lo zucchero indispensabile per la sintesi degli acidi nucleici;
  • Sintesi di aminoacidi preziosi sia dal punto di vista strutturale che metabolico, come istidina, glutammina, glutammato, prolina ed arginina;
  • Regolazione dello stato di ossido-riduzione cellulare, importante nel proteggere la cellula dagli stimoli lesivi indotti dalle specie reattive dell'ossigeno.

Per questi motivi il ribosio ha trovato impiego soprattutto in ambito sportivo come integratore ergogenico e ricostituente.

Proprietà ed Efficacia

Quali benefici ha dimostrato il ribosio nel corso degli studi?

Come per la maggior parte degli integratori presenti sul mercato, anche per il ribosio si è creata molta confusione relativamente all'efficacia nella pratica integrativa, estendendo erroneamente quelli che sono risultati "clinici", ossia ottenuti su pazienti con patologie manifeste, al mondo degli sportivi e degli amanti del fitness.
Per questo motivo, basandosi su quelli che sono i dati presenti in letteratura, è doveroso mettere un po' di ordine chiarendo alcuni concetti chiave sulla reale utilità ed efficacia dell'integrazione con ribosio.

Ribosio e cuore

Tra i vantaggi legati all'utilizzo del ribosio, è molto frequente ritrovare quello relativo al rafforzamento della pompa cardiaca e al miglioramento della salute cardiovascolare.
Nonostante ci sia una letteratura scientifica che dimostra l'efficacia di questo zucchero nel migliorare la riperfusione cardiaca dopo bypass arterioso, nel ridurre sperimentalmente i danni associati ad eventi ischemici del miocardio e nel sostenere le proprietà energetiche del cuore in caso di insufficienza cardiaca congestizia, non è assolutamente possibile traslare ad individui sani o atleti agonisti quelli che sono gli effetti registrati su pazienti gravi, per i quali è prevista anche una terapia farmacologica o chirurgica.

Ribosio e capacità muscolari

Anche in questo caso, nonostante ci siano studi in grado di dimostrare l'efficacia del ribosio nel migliorare le proprietà energetiche del muscolo scheletrico in corso di fibromialgia, insignificante è invece l'effetto ergogenico in individui sani e in atleti.

Ribosio e sport

Per comprendere quanto lontana sia la letteratura scientifica dalle false attese riservate all'utilità del ribosio nella pratica sportiva, basterebbe leggere alcuni dei numerosi studi pubblicati.
A tal proposito si riportano i risultati più significativi:

  • J Strength Cond Res. 2006 Aug;20(3):519-22.” : nel test Wingate condotto su 11 soggetti maschi, la supplementazione orale con ribosio non ha avuto alcun effetto sulla performance di questi atleti, né in termini di forza massima né di forza media;
  • “Int J Sport Nutr Exerc Metab. 2005 Dec;15(6):653-64.”: la supplementazione con D-ribosio non ha avuto alcun impatto sulle capacità anaerobiche in ciclisti maschi dopo un intenso allenamento;
  • “Int J Sport Nutr Exerc Metab. 2003 Mar;13(1):76-86.” : la supplementazione orale con ribosio a 10 gr/die non ha migliorato né le capacità anerobiche di individui sani sottoposti ad allenamento, né tanto meno i markers metabolici di affaticamento muscolare;
  • “J Strength Cond Res. 2003 Feb;17(1):47-52.” : la supplementazione con D ribosio, non ha mostrato un incremento significativo e riproducibile della performance ciclistica.

Tuttavia, nonostante i differenti studi, tutti alquanto critici relativamente all'efficacia ergogenica della supplementazione con D-Ribosio nella pratica sportiva, un recente lavoro del 2009 ha dimostrato come la supplementazione con questo zucchero (7g diluiti in 250 ml di acqua), sia prima che dopo l'allenamento, possa ridurre sensibilmente le concentrazioni ematiche e urinarie di malonildialdeide e glutatione ossidato, marcatori del danno ossidativo.
Questi dati rafforzerebbero l'ipotesi di un apprezzabile effetto antiossidante condotto dal Ribosio, potenzialmente utile per gli atleti di varie discipline, nel proteggere le strutture muscolari e tendinee dagli eventi lesivi indotti dalle specie reattive dell'ossigeno.

Dosi e Modo d'uso

Come usare il ribosio

L'uso del Ribosio, effettuato prevalentemente in ambito sportivo, dovrebbe essere valutato caso per caso, in base allo stato di salute dell'atleta, alle caratteristiche dietetiche e alle sue esigenze.

Effetti Collaterali

L'uso di Ribosio, soprattutto in determinate circostanze o a dosaggi non appropriati, potrebbe determinare l'insorgenza di ipoglicemia, iperuricemia, iperuricosuria, dolori addominali crampiformi, nausea e diarrea.

Controindicazioni

Quando non dev'essere usato il ribosio?

L'uso di Ribosio è controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo.

Interazioni Farmacologiche

Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto del ribosio?

Non sono note al momento interazioni farmacologiche degne di nota, seppur sarebbe importante valutarne l'impatto metabolico in corso di terapia ipoglicemizzante.

Precauzioni per l'uso

Cosa serve sapere prima di prendere il ribosio?

L'uso del Ribosio è controindicato durante la gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno.
Trattandosi di uno zucchero, l'uso di ribosio dovrebbe essere supervisionato dal medico in caso di Diabete, Iperglicemia, Iperuricemia, Sindrome metabolica ed Obesità.