Ultima modifica 25.02.2020

Il maqui viene pubblicizzato come il frutto dell'eterna giovinezza. Le sue proprietà sarebbero legate al notevole contenuto in antocianine, importanti per la salute, non solo della pianta, ma anche dell'uomo. Sarà vero tutto questo?Maqui

Cos'è il maqui?

Il maqui è una pianta sempreverde che produce un frutto commestibile, simile ad un mirtillo, di colore blu-porpora. Il suo nome scientifico è Aristotelia Chilensis ed appartiene alla famiglia delle Elaeocarpaceae.

Il maqui cresce spontaneamente in Cile, nelle regioni di Aysen e di Coquimbo, nelle isole di Juan Fernàndez e in Argentina. Tutte queste zone appartengono alla regione geografica chiamata Patagonia, la quale si caratterizza per:

  1. clima rigido e piovoso, che favorisce la crescita della più folta e svariata vegetazione. Il maqui è solo una delle tante piante che "infestano" queste aree. Esso, infatti, predilige i terreni umidi contenenti humus; pertanto, è facile incontrarlo lungo una strada e, allo stesso modo, in un bosco o in una radura.
  2. altitudine. Le zone sopraccitate sono aree poste, mediamente, sopra il livello del mare. In alcuni casi raggiungono anche diverse migliaia di metri di altezza. Qui, l'irraggiamento ha effetti fondamentali sia per la crescita, sia per la qualità del maqui. Piante di maqui si possono trovare anche a 2.500 metri di altitudine.

Il maqui è una specie dioica. Ciò significa che gli organi riproduttivi maschili e quelli femminili si trovano su due piante distinte. Pertanto, esistono maqui femmine e maqui maschi, i quali produrranno, rispettivamente, i gameti femminili ed i gameti maschili. Per produrre frutti, il maqui maschio deve donare i propri gameti alla femmina, mediante un processo chiamato impollinazione. I gameti, di entrambi i sessi vengono prodotti durante la fioritura e sono contenuti all'interno dei fiori.
Le specie dioiche sono rare in natura. Solitamente, le piante sono monoiche, o ermafrodite. Una pianta monoica produce sia i gameti maschili sia i gameti femminili. Di conseguenza, per fruttificare, ogni pianta possiede tutti gli elementi essenziali per l'impollinazione.

L'albero

L'albero di maqui può raggiungere i 4-5 metri d'altezza. Assomiglia ad un grosso arbusto ed il suo fusto - bianco e sottile, a corteccia liscia - viene adoperato per creare strumenti musicali. La pianta adulta contiene numerosi rami, fini e flessibili. Le foglie sono verdi e molto semplici: sono di forma ellittica, appuntite e possiedono il bordo seghettato. La superficie fogliare è liscia e presenta un'evidente venatura centrale. Lo stelo delle foglie è di color rosso intenso.

La fioritura

Avviene tra settembre e novembre, cioè durante la primavera dell'emisfero australe. I fiori sono di color bianco vivo, molto appariscenti nella folta vegetazione della Patagonia; per questo, non passano certo inosservati.Maqui Valori Nutrizionali

Il frutto e la sua raccolta

I primi frutti del maqui compaiono a dicembre e si possono raccogliere fino a marzo, periodo che nell'emisfero australe corrisponde all'estate ed al primo mese autunnale. Il frutto del maqui è una bacca, chiamata anch'essa maqui, di un blu intenso, tendente al porpora. Tale colore è dovuto alla massiccia presenza di antocianine, che sono dei pigmenti vegetali. Il sapore è dolce. Le dimensioni della bacca del maqui sono variabili: il diametro può misurare 5-6 millimetri, ma può anche corrispondere a quello di un'oliva.
La raccolta del frutto selvatico viene effettuata a mano. D'altra parte non ci sono alternative, visto che l'intricata e folta vegetazione della Patagonia non consente l'uso di mezzi meccanici. Una pianta di 6-7 anni d'età può produrre anche 10 chilogrammi di bacche. Si è stimato che le regioni di Coquimbo e Aysen, in tutto circa 170.000 ettari, producano 220 chilogrammi di maqui per ettaro. Si tratta di un calcolo teorico, basato sulla vera quantità accessibile all'uomo, che è di "sole" 90 tonnellate. Infatti, molte aree presentano una vegetazione così fitta che è perfino impossibile addentrarvisi.
Il prezzo, nei mercati locali, varia da 0,65 a 1,50 dollari all'etto.

Storia

Grandi mangiatori di maqui sono gli indiani Mapuche, che abitano il Cile. I Mapuche sono gli unici indiani d'America mai sottomessi dai conquistatori europei, durante la grande colonizzazione delle Americhe. Si narra che sia stato proprio il maqui a fare di questi indiani degli instancabili e fortissimi guerrieri. Pare, infatti, che queste tribù facessero un grande uso non solo del frutto, ma anche delle foglie. Il frutto, oltre che fonte di cibo solido, era usato per ricavare una bevanda alcolica chiamata Chicha, apprezzata ancora oggi; le foglie, invece, erano usate per tisane dai poteri lenitivi e medicinali, in grado di guarire semplici stati febbrili e ferite di guerra.
È probabilmente una leggenda, in quanto, sicuramente, ha giocato un ruolo fondamentale anche la geologia del territorio.

Il maqui nel resto del mondo

Il maqui è stato esportato dal suo habitat naturale. Negli USA, si coltiva in California e nello stato di Washington; in Europa, lo hanno importato Inghilterra e Spagna. Qui, è conosciuto anche col nome di Chilean Wineberry. Chiaramente, in queste zone, la produzione annuale del frutto non è paragonabile a quella di Cile e Argentina. Sono richiesti, inoltre, particolari trattamenti ed un terreno con proprietà specifiche. Tutto ciò va ad incidere sui costi necessari per la coltivazione del maqui. Costi che alzano, inevitabilmente, il prezzo di mercato.

Proprietà "miracolose" del maqui

Cosa rende speciale il maqui? Il maqui è veramente un cibo che dona forza e salute a chi se ne nutre?

Fino a poco tempo fa, non si sapeva molto del maqui e delle sue qualità organiche. Negli ultimi anni sono però iniziati a comparire studi (pseudo)scientifici relativi agli effeti del frutto sulla salute umana. Confrontando tali articoli con quanto finora pubblicato su pubmed, i risultati appaiono piuttosto deludenti: molte delle tanto magnificate proprietà del maqui non sembrano trovare la benché minima conferma scientifica.

Le antocianine

Le antocianine sono pigmenti vegetali, contenuti nelle foglie, nei fiori e, soprattutto, nei frutti del maqui. Appartengono alla famiglia dei flavonoidi, che a sua volta rientra nel gruppo dei polifenoli. Sono idrosolubili, quindi si sciolgono in acqua.

Le antocianine servono alle piante per proteggersi dall'irraggiamento solare. Esse agiscono, infatti, come antiossidanti e proteggono la pianta dalle radiazioni ultraviolette nocive. Tali radiazioni generano le cosiddette specie reattive dell'ossigeno (ROS), più note col nome di radicali liberi.
Le piante, inoltre, sfruttano le antocianine per difendersi da agenti patogeni e per attirare insetti ed animali.


Funzione principali delle antocianine Azione
Antiossidante Contro i radicali liberi (ROS)
Difesa Contro i patogeni vegetali
Attirare insetti e animali Diffusione del polline. Aumento della varietà vegetale.

Esistono diversi sottogruppi di antocianine, ad esempio:

  • Cianidine.
  • Petunidine.
  • Malvidine.
  • Peonidine.
  • Delfinidine.
  • Ecc

Le antocianine del maqui

I test scientifici sul maqui hanno evidenziato che questo frutto contiene buone quantità di antocianine. Tra tutte, l'antocianina più presente è la delfinidina.

Gli effetti delle antocianine sull'uomo

È ormai consolidata la tesi secondo cui gli alimenti vegetali dall'alto contenuto di antocianine hanno un effetto benefico sull'uomo. Il maqui non fa eccezioni.
I potenziali effetti delle antocianine sono:

In particolare, le delfinidine stimolano il sistema immunitario, regolano l'infiammazione e la crescita cellulare.


Funzione delle delfinidine Meccanismo
Potere anti-infiammatorio Riducono il rischio di sviluppare malattie degenerative che creano infiammazione; riducono l'invecchiamento cellulare.
Stimolazione del sistema immunitario I linfociti T producono interleuchina 2 e altre citochine; produzione di interferone gamma.
Protezione dal tumore del colon Inibiscono la crescita di cellule cancerose.

Misura dell'attivitÀ antiossidante delle antocianine

Uno dei parametri che esprime la capacità antiossidante di un alimento è il test ORAC, acronimo di Capacità di Assorbimento dei Radicali dell'Ossigeno. Un valore ORAC elevato significa alta attività antiossidante in vitro.

Il maqui contiene delle antocianine che lo proiettano tra i cibi con un valore ORAC significativo.

Maqui - Potere Antiossidante

Figura: uno dei tanti grafici, reperibili in rete, relativi ai risultati dei test ORAC sul maqui e altri frutti. Il confronto mostra come il maqui deterrebbe il primato del potere antiossidante più alto.


NOTA BENE: la bibliografia dei dati ORAC riportati nel grafico non è chiara; si confrontano infatti i dati diffusi nel 2006 dal ministero dell'agricoltura americano con quelli ottenuti da un non meglio chiarito "report di laboratorio indipendente dei laboratori Brunswick Laboratories, MA".

Inoltre, ammesso e non concesso che i dati sul maqui siano veritieri, i risultati dei test ORAC vanno "presi con le pinze"; anzitutto perché presentano una scarsa trasferibilità in vivo (non è detto che il potere antiossidante ORAC, misurato in una provetta, si dimostri elevato anche nell'uomo, ad esempio a causa di una ridotta capacità di assorbimento intestinale); in secondo luogo, gli effetti benefici degli alimenti ricchi in polifenoli, come il maqui, dipendono anche da fattori diversi dal semplice potere antiossidante.

Se prendiamo come riferimento la quantità di antocianine totali del frutto, il maqui presenta valori nettamente inferiori rispetto alla media di altri frutti ricchi di antiossidanti (circa la metà rispetto a ciliegie e lamponi)*. Magicamente, consultando fonti promozionali esterne a pubmed°, il contenuto in antocianine appare più elevato rispetto a qualsiasi altro frutto. Insomma, qualcosa non quadra e sulla base della documentazione raccolta, a nostro parere, di "magico" sembra esserci soltanto la manipolazione a fini commerciali di studi "non ufficiali" condotti sul maqui.

E' quindi importante non lasciarsi abbagliare dall'elevato ORAC, dubitare delle espressioni e degli aggettivi miracolistici ed analizzare con spirito critico tutte le potenziali proprietà del maqui, in gran parte teorizzate sulla base dei risultati di semplici test in vitro.

 

* Anthocyanins in berries of Maqui, Escribano-Bailón MT, Alcalde-Eon C, Muñoz O, Rivas-Gonzalo JC, Santos-Buelga C.

° http://www.patagonol.cl/Assets/Patagonol%20-%20Maqui%202.pdf

Il clima

Gli scienziati si sono chiesti cos'abbia reso il maqui così ricco di antocianine. La risposta maggiormente accreditata è: il clima. In queste regioni, come si è detto, il clima è freddo e umido. Nonostante questo, però, l'irraggiamento solare è intenso (si pensi al colore della pelle degli "indios"), poiché sono zone poste ad alta quota. Questa combinazione è stata fondamentale nel corso dell'evoluzione. Infatti, di fronte a questo binomio, clima freddo-alta quota, il maqui ha risposto con un alto contenuto di antocianine. Queste, infatti, servono per:

  • Difendersi dai raggi solari e dai danni che questi provocano.

E, al tempo stesso:

  • Captare al massimo l'illuminazione, per affrontare il clima freddo ed inospitale.

Non si tratta comunque di un evento unico in natura; basti pensare che i frutti di bosco, che sono tra gli alimenti più ricchi di antocianine, crescono spontaneamente nelle zone di montagna.

DOVE ACQUISTARE IL maqui?

È assai improbabile comprare il maqui dal fruttivendolo di fiducia. Però, considerate le sue potenziali proprietà, le aziende farmaceutiche hanno prodotto degli integratori alimentari a base di maqui. Questi integratori promettono di conservare tutte le attività della pianta proveniente dal Cile.

  • Supporto alla risposta immunitaria.
  • Mantenere la risposta infiammatoria efficace e non dannosa.
  • Regolare i livelli di glucosio nel sangue.
  • Regolare i livelli di colesterolo nel sangue.
  • Prevenire l'ossidazione delle cellule ed il loro invecchiamento.
  • Preservare la salute del sistema vascolare e promuovere la circolazione sanguigna.

Gli effetti benefici sul sistema cardiovascolare fanno sì che questi integratori a base di maqui siano particolarmente consigliati anche per gli sportivi.

A fronte di tutte queste presunte proprietà, la mole di studi scientifici sulle bacche di maqui è particolarmente scarsa, e attualmente (Dicembre 2013) risulta addirittura nulla se ristretta ai soli studi clinici. La sensazione, quindi, è quella di trovarsi ancora una volta di fronte ad un integratore che di miracoloso sembra avere solo le potenzialità di profitto per chi lo promuove.

Effetti collaterali

Ad alte dosi, l'assunzione del maqui può produrre effetti costipanti legati alla sua azione astringente; non a caso, nelle terre di origine la medicina tradizionale sfrutta le bacche del maqui come rimedio contro la diarrea. Infine, ricordiamo come anche un eccesso di antiossidanti esogeni, similmente al difetto, possa causare effetti collaterali (vedi approfondimento).


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza