Alghe Klamath e Microcistine

Ultima modifica 13.11.2019

Prima di passare all'analisi più approfondita di questo delicato aspetto, è bene chiarire alcuni concetti chiave per evitare eccessivi allarmismi su un problema che - come tutti i rischi di tossi-infezioni alimentari (es. aflatossine nei cereali, salmonella negli ovoprodotti, mercurio nei pesci ecc.) - per quanto meritevole di approfondimenti e monitoraggio costante, non dev'essere strumentalizzato o ingigantito col rischio di scatenere eccessivi allarmismi.

  1. Le alghe Klamath (intese come la specie Aphanizomenon flos-aquae estratta dal lago Klamath) NON sono di per sé tossiche o pericolose per la salute umana
  2. I potenziali rischi di tossicità derivano dalla contaminazione con tossine chiamate microcistine, che ad alte dosi sono considerate un "veleno per il fegato". Tali tossine contaminano buona parte delle falde acquifere del pianeta; non a caso sono state rilevate anche in integratori alimentari contenenti altre alghe di acqua dolce/salmastra, come la spirulina e la clorella14
  3. L'ampia distribuzione delle microcistine a livello planetario, ha imposto un'attenta sorveglianza in merito alla loro concentrazione nelle acque; in tal senso l'OMS (organizzazione mondiale della sanità) suggerise dei limiti di sicurezza indicativi nelle acque potabili di gran lunga inferiori rispetto alle dosi rivelatesi tossiche nell'animale da esperimento [15].
  4. Il livello massimo di microcistine consigliato dall'OMS nelle acque potabili (1 mcg/lt, equivalenti a 2,5mcg/die nel caso vengano assunti 2 litri e mezzo di acqua potabile al giorno) è stato preso come riferimento nel valutare i potenziali pericoli derivanti dall'assunzione di integratori alimentari, come la klamath o la spirulina, contaminati da microcistine.
  5. Il rischio di contaminazione da microcistine non riguarda quindi soltanto la klamath, ma almeno teoricamente anche altre alghe, per le quali - tra l'altro - i dosaggi di assunzione consigliati risultano superiori. Ciò nonostante, nella maggior parte degli studi analizzati [12,13,17] il problema appare circoscritto soprattutto alle klamath
  6. In alcuni recenti studi [12,13,17] dei campioni di alghe klamath analizzati hanno dimostrato livelli di contaminazione da microcistine superiori rispetto a quelli considerati accettabili secondo i sopraccitati livelli stabiliti dall'OMS (nello specifico, maggiori di 1 mcg/g, che alle dosi di integrazione normalmente consigliate determinerebbero un apporto di microcistine superiore a 2-4 mcg/die). Da qui gli allarmismi circa la potenziale tossicità di tali integratori.
  7. Il problema della possibile tossicità delle alghe klamath contaminate da microcistine è ridimensionato da due aspetti: anzitutto il buon contenuto in sostanze ad attività antiossidante tipico di quest'alga e dei suoi estratti (utile per contrastare i potenziali effetti epato-tossici delle microcistine), in secondo luogo il fatto che: a) la maggioranza dei campioni di integratori analizzati è risultata conforme ai limiti massimi di contaminazione considerati sicuri; b) anche in caso di leggero sforamento dei suddetti limiti, esistono comunque ampi margini di sicurezza rispetto ai dosaggi di microcistine dimostratisi effettivamente tossici negli animali da esperimento [15]
  8. Alla luce di quanto affermato, è bene evitare eccessivi allarmisimi sui potenziali rischi di tossicità relativi all'integrazione di alghe klamath. A scopo cautelativo, sarebbe comunque auspicabile che: a) le aziende produttrici di integratori contenenti estratti a rischio metessero a disposizione certificazioni sui livelli di contaminazione da microcistine dei propri prodotti; b) il consumatore si attenesse ai livelli di assunzione suggeriti, senza superarli e consultando il proprio medico prima di iniziare ad assumere tali integratori, soprattutto in caso di malattie epatiche.

Di seguito, riportiamo un'analisi più dettagliata relativa al problema delle contaminazioni da microcistine, con all'interno riferimenti ad interessanti (e rassicuranti) lavori di "revisione scientifica" sui possibili rischi di tossicità da contaminazione della klamath.


L'articolo sull'alga Klamath originariamente pubblicato su questo sito sollevava ampi criticismi nei confronti del supplemento dietetico, evidenziandone i possibili rischi per la salute dei consumatori e denunciando la scarsità di informazioni in merito. Alghe KlamathTali rischi venivano relazionati alla possibile presenza di tossine lesive per il fegato, chiamate microcistine, la cui pericolosità nel contesto delle alghe klamath era documentata da un lavoro scientifico reperibile su pubmed [1] e ripreso tra l'altro da alcuni siti internet, tra cui wikipedia.org e quackwatch.com. Nell'estate 2012 abbiamo ritenuto opportuno e doveroso operare una revisione di quanto pubblicato, grazie alle segnalazioni del Dr. Stefano Scoglio che nelle sue ricerche fornisce ampia ed approfondita documentazione sulla sicurezza d'uso dell'alga Klamath [2] rassicurando anche in relazione allo studio sopraccitato, gravato da errori metodologici di fondo. Da un'attenta lettura di tali documenti [2], si evince che l'unico rischio concreto per la salute del consumatore potrebbe derivare dalla contaminazione con microcistine (il termine contaminazione sottolinea come l'alga klamath - intesa come la specie Aphanizomenon flos-aquae che si sviluppa nell'Upper Klamath Lake - di per sé non produce alcun tipo di tossina); a tal proposito è bene evitare allarmismi eccessivi: come auspicabile, il prodotto viene (o perlomeno dovrebbe essere) sottoposto a rigorosi controlli, proprio come avviene per le aflatossine nei cereali, per la salmonella negli ovoprodotti e per i metalli pesanti nei pesci e nelle alghe marine. Inoltre, tale presenza viene controbilanciata da sostanze epatoprotettive presenti naturalmente nell'alga klamath, come clorofilla e ficocianine.

Purtroppo, il problema delle microcistine rimane quantomai attuale. Nel Dicembre 2012 è stato pubblicato uno studio dai risultati allarmanti, condotto dall'Istituto superiore di Sanità [12] per individuare e quantificare la presenza di microcistine in 17 supplementi di alghe verdi-azzurre, come Spirulina spp. ed Aphanizomenon flos aquae, commercializzati in Italia. Mentre i prodotti a base di sola spirulina sono risultati immuni a tale contaminazione, gli integratori contenenti alghe Klamath presentavano un contenuto di microcistine altamente variabile. Gli autori dello studio sottolineano come il livello di contaminazione massimo riscontrato determini un potenziale rischio per i consumatori, che diviene concreto già in seguito ad una esposizione cronica o sub-cronica di 4 grammi di prodotto al giorno (in linea con le dosi di assunzione normalmente consigliate). Altro aspetto preoccupante è il riscontro di differenze significative (fino a 50 volte) dei livelli di microcistine rilevati in lotti diversi dello stesso prodotto e commercializzati dalla stessa ditta. Tutto ciò induce a pensare che vi sia un'oggettiva difficoltà a garantire una materia prima esente da rischi, come confermato anche da un recente studio tedesco dai risultati simili, seppur meno eclatanti (minor livello massimo di contaminazione rispetto allo studio italiano) [13], che porta addirittura gli autori a ritenere la vendita commerciale di prodotti a base di Aph. flos-aquae per il consumo umano, in formulazioni pure o miste, molto discutibile.

A rassicurare i consumatori, è intervenuto puntualmente ancora una volta il Dr. Scoglio (Dr. perché laureato in giurisprudenza...), nella sua relazione "il business delle microcistine[15], di cui consigliamo la lettura in quanto utile per contenere e ridimensionare gli eccessivi allarmismi nei confronti di tale problema. L'unico appunto a tale lavoro, che comunque va considerato nettamente di parte (essendo chiari gli interessi economici diretti del professionista nel promuovere il commercio delle klamath), deriva dal fatto che nel testo non si fa riferimento ai potenziali rischi di natura cumulativa, nel caso, ad esempio, integratori di alghe klamath vengano assunti a dosi superiori rispetto a quelle consigliate (2-4 grammi) in associazione con altri integratori a rischio contaminazione (clorella o spirulina) e ad acqua potabile contenente microcistine a livelli vicini ai limiti indicativi di sicurezza suggeriti dall'OMS; in tal caso, infatti, andrebbe considerato l'apporto complessivo quotidiano di microcistine, che potrebbe raggiungere livelli preoccupanti. Inoltre la teoria del complotto relativa al "business delle microcistine" ci lascia quantomeno perplessi: come mai nella maggior parte degli studi citati, il pericolo di tossicità da microcistine appare concretizzarsi solo per gli integratori di alghe klamath? Se davvero esistesse questo business, assieme alla klamath sarebbe meglio attaccare anche la spirulina, il cui commercio, nettamente più ampio, genererebbe maggiori ricavi per il fantomatico "business delle microcistine". Peccato che nella maggior parte degli studi citati i campioni di spirulina analizzati sono risultati pressoché esenti da contaminazione. Dal punto di vista nutrizionale e fitoterapico, la klamath non ha nulla da invidiare alla spirulina, anzi per certi aspetti è addirittura migliore; i vantaggi della spirulina nascono dal costo per grammo nettamente più contenuto e dalle maggiori dosi di assunzione consigliate (doppie/triple rispetto alla klamath), che complessivamente garantiscono un apporto di nutrienti e phytochemicals più consistente. Superare i dosaggi di assunzione consigliati per la klamath nel tentativo di compensare tale deficit, appare, almeno per prudenza, sconsigliabile.

Alla luce di quanto affermato, sarebbe opportuno ed auspicabile che le aziende che commercializzano supplementi alimentari contenenti Alghe Klamath rendessero disponibili le certificazioni sull'assenza di microcistine o sulla loro presenza in concentrazioni inferiori al limite di sicurezza imposto dalle autorità vigenti. Tali certificazioni dovrebbero essere eseguite per ogni lotto di produzione e rese disponibili al consumatore; si ricorda a tal proposito che esibire le certificazioni di sicurezza fornite dal produttore della materia prima non offre sufficienti garanzie al consumatore, poiché la stessa materia prima potrebbe essere oggetto di frodi commerciali o sanitarie oscure all'azienda che produce e commercializza il prodotto finito (a cui compete, per legge, l'onere di eseguire le ulteriori analisi necessarie su tali materie prime).

Qualità delle acque del lago Upper Klamath

Un secondo criticismo sulle alghe Klamath riguardava la purezza delle acque in cui si sviluppano, e da cui vengono filtrate e lavorate per il commercio. Sebbene nei siti web destinati alla promozione commerciale il lago Klamath superiore venga spesso dipinto come un ambiente incontaminato, da altri documenti [3] emerge che il lago Klamath era in origine naturalmente eutrofico; nel corso del ventesimo secolo, però, le acque del lago sono divenute ipertrofiche presumibilmente a causa degli scarichi agricoli provenienti dalle fattorie che popolano la valle circostante, e dell'intensa lavorazione di terreni ricchi di materiale organico a discapito della flora locale. Proprio tale evento avrebbe alimentato la sovra-crescita di alghe verdi-azzurre (in gran parte Microcystis aeruginosa e Aphanizomenon flos-aquae, quest'ultima commercializzata come klamath); paradossalmente, se le acque del lago fossero pure come si vuole far credere, le klamath non potrebbero crescere con tale abbondanza. Lo straordinario sviluppo delle microalghe ha conferito all'acqua un colorito verde opaco in estate, limitando la possibilità di usi ricreativi del lago e riducendo la quantità di ossigeno a disposizione della fauna ittica locale; proprio la carenza di ossigeno è stata messa in relazione ad alcune morie di certe specie di pesci (problemi registrati anche nell'omonimo fiume Klamath che da esso origina). Sebbene non sia certo allettante, tale evento non implica l'automatica presenza di contaminanti come pesticidi e fertilizzanti pericolosi, per i quali - come auspicabile - le acque del lago Klamath vengono peraltro regolarmente testate.


BIBLIOGRAFIA

  1. Assessing potential health risks from microcystin toxins in blue-green algae dietary supplements" di Gilroy DJ, Kauffman KW, Hall RA, Huang X, Chu FS., pubblicato su Environ Health Perspect. 2000 May;108(5):435-9.
  2. MIcroalga Klamath e tossine cianobatteriche. Stefano Scoglio. 2011
  3. USGS: Upper Klamath Lake nutrient study - Long-Term Water Quality Monitoring Program in Upper Klamath Lake
  4. Effect of a Klamath algae product ("AFA-B12") on blood levels of vitamin B12 and homocysteine in vegan subjects: a pilot study. Baroni L, Scoglio S, Benedetti S, Bonetto C, Pagliarani S, Benedetti Y, Rocchi M, Canestrari F.Int J Vitam Nutr Res. 2009 Mar;79(2):117-23.
  5. [Effects of Klamath Algae extract on psychological disorders and depression in menopausal women: a pilot study]. Genazzani AD, Chierchia E, Lanzoni C, Santagni S, Veltri F, Ricchieri F, Rattighieri E, Nappi RE. Minerva Ginecol. 2010 Oct;62(5):381-8. Italian.
  6. Effect of a 2-month treatment with Klamin, a Klamath algae extract, on the general well-being, antioxidant profile and oxidative status of postmenopausal women. Scoglio S, Benedetti S, Canino C, Santagni S, Rattighieri E, Chierchia E, Canestrari F, Genazzani AD. Gynecol Endocrinol. 2009 Apr;25(4):235-40.
  7. Natural killer cell activation and modulation of chemokine receptor profile in vitro by an extract from the cyanophyta Aphanizomenon flos-aquae. Hart AN, Zaske LA, Patterson KM, Drapeau C, Jensen GS.
  8. Mobilization of human CD34+ CD133+ and CD34+ CD133(-) stem cells in vivo by consumption of an extract from Aphanizomenonflos-aquae--related to modulation of CXCR4 expression by an L-selectin ligand? Jensen GS, Hart AN, Zaske LA, Drapeau C, Gupta N, Schaeffer DJ, Cruickshank JA.
  9. Miyamoto E, Tanioka Y, Nakao T, Barla F, Inui H, Fujita T, Watanabe F, Nakano Y. Purification and characterization of a corrinoid-compound in an edible cyanobacterium Aphanizomenon flosaquae as a nutritional supplementary food. J Agric Food Chem. 2006 Dec 13;54(25):9604-7.
  10. Vichi S, Lavorini P, Funari E, Scardala S, Testai E. Contamination by Microcystis and microcystins of blue-green algae food supplements (BGAS) on the italian market and possible risk for the exposed population. Food Chem Toxicol. 2012 Dec;50(12):4493-9. Istituto Superiore di Sanità, Environment and Primary Prevention Department, Rome, Italy.
  11. Heussner AH, Mazija L, Fastner J, Dietrich DR. Toxin content and cytotoxicity of algal dietary supplements. Toxicol Appl Pharmacol. 2012 Dec 1;265(2):263-71.
  12. Gallo P. et al., Contaminazione da biotossine in prodotti ittici e integratori alimentari, in Ingredienti Alimentari, XI (2012) Ottobre, pp.6-11, p.10.
  13. Scoglio S., Il business delle microcistine
  14. Ministero della salute - Lista delle sostanze e dei preparati vegetali ammessi negli integratori alimentari (aggiornato a Luglio 2012)
  15. "AFA-Algen – Giftcocktail oder Gesundheitsbrunnen?" Universität Konstanz.