Indice Glicemico e Carico Glicemico

Indice Glicemico e Carico Glicemico
Ultima modifica 28.03.2023
INDICE
  1. Carico Glicemico
  2. Calcolo
  3. Benefici
Per approfondire: valori indice glicemico

Carico Glicemico

Il carico glicemico (GL) è un indice che oltre a rappresentare la qualità dei carboidrati (IG) considera anche la loro quantità. Quindi un etto di pasta che contiene circa 74 grammi di carboidrati a medio indice glicemico aumenterà di più la glicemia rispetto ad una banana che ha un indice glicemico più elevato ma che contiene meno carboidrati.

indice glicemico e carico glicemico Shutterstock

E ancora, il fruttosio  ha un indice glicemico molto basso (IG=20) ma 50 g di fruttosio provocano un aumento glicemico maggiore rispetto a 10 g di zucchero (IG=66).

Un esempio banale che rende l'idea della differenza tra indice e carico glicemico è quello del piombo e del mattone.

A parità di peso, il piombo è molto più pesante del mattone (peso specifico maggiore), tuttavia, se per disgrazia dovesse cadervi in testa un piombino o un mattone quale dei due sarebbe meno doloroso?

Calcolo

Calcolo del carico glicemico

Il carico glicemico si ottiene moltiplicando la quantità di carboidrati espressa in grammi per l'indice glicemico.

Ecco perché  50 grammi di fruttosio aumentano di più la glicemia rispetto a 10 grammi di

CARICO GLICEMICO FRUTTOSIO GL=20*50g= 1000

CARICO GLICEMICO ZUCCHERO GL=66*10g= 660

dove 20 e 66 indicano, rispettivamente, l'indice glicemico del fruttosio e dello zucchero.

Benefici

Benefici degli alimenti a basso indice e carico glicemico

Consumare molti alimenti ad alto carico glicemico aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e molti altri fenomeni patologici.

Al contrario, I CIBI A BASSO CARICO GLICEMICO POSSONO PREVENIRE L'OBESITA', IL DIABETE, LA RESISTENZA ALL'INSULINA, E LA COMPARSA DI IPOGLICEMIA .

L'assunzione di alimenti ad elevato indice e carico glicemico causa un brusco aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Poiché la glicemia deve rimanere entro un range di valori costante (fra 70 e 120 mg/dl), al picco glicemico segue un rapido rilascio di insulina. Quest'ormone prodotto dal pancreas facilita il passaggio del glucosio dal circolo sanguigno alle cellule dei tessuti, influenzandone il metabolismo. Tuttavia, le cellule non sono in grado di metabolizzare grossi quantitativi di glucosio in tempi rapidi; per questo motivo gli zuccheri in eccesso vengono depositati sotto forma di riserve glucidiche (glicogeno) o lipidiche (aumento del tessuto adiposo).

Gli effetti dannosi di un'alimentazione ricca di carboidrati ad elevato indice glicemico non finiscono qui. Un eccesso di insulina causa infatti un brusco calo della glicemia (ipoglicemia reattiva). Siccome tale parametro DEVE rimanere costante per soddisfare i fabbisogni energetici dei vari organi (in particolare del cervello), questa repentina diminuzione viene interpretata come un segnale di stress. I centri ipotalamici captano la necessita di zucchero ed elaborano una serie di segnali che stimolano il senso della fame.

Se l'individuo, preso dall'appetito, assume nuovamente alimenti ad alto indice e carico glicemico il processo riprende dall'inizio, entrando in un circolo vizioso molto dannoso per salute e silhouette.