Ultima modifica 26.06.2018

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Caratteristiche del tessuto adiposo bruno, "fisiologico tessuto antiobesità"

 

Il ruolo svolto dagli adipociti bruni è diverso da quello ricoperto dagli adipociti bianchi. Innanzitutto perché si tratta di cellule di minori dimensioni, il cui colore scuro è dovuto alla presenza dei citocromi contenuti nei numerosi mitocondri. A differenza dell'adipocita bianco, gli adipociti bruni non contengono un'unica grossa massa adiposa ma tante piccole gocce di trigliceridi, dette vacuoli lipidici. Di conseguenza il nucleo ed il citoplasma non sono situati in periferia ma ben distinguibili all'interno della cellula. Oltre ad una differenza morfologica ne esiste anche una di natura funzionale. tessuto adiposoMentre negli adipociti bianchi l'idrolisi dei trigliceridi avviene in base alle richieste energetiche dell'organismo, in quelli bruni la degradazione dei grassi avviene in risposta ad un abbassamento della temperatura corporea.
Se l'organismo soffre di ipotermia, gli adipociti bruni rispondono andando a mobilitare i propri trigliceridi, dal cui catabolismo si libera energia dissipabile sotto forma di calore.
Questo fenomeno è chiamato termogenesi senza brivido, per distinguerlo dal classico brivido (contrazione muscolare involontaria indirizzata alla produzione di calore).

La cellula adiposa bruna, che è la cellula dell'organismo più ricca di mitocondri, contiene una proteina mitocondriale, detta, UCP-1 (proteina disaccopiante), che è il vero e proprio marker di questo adipocita ed interviene nella termogenesi. Quando arriva uno stimolo simpatico, grazie soprattutto ai recettori B3-adrenergici, l'attività termogenetica viene attivata. Topi geneticamente privati di questi recettori subiscono un fenomeno di transdifferenziazzione del tessuto adiposo bruno, che si trasforma in tessuto adiposo bianco rendendoli massivamente obesi nonostante la maggiore attività fisica e la dieta normocalorica.

Il tessuto adiposo bruno è dotato di una ricca innervazione simpatica che lo rende particolarmente sensibile all'attività delle catecolamine, ormoni secreti rapidamente in risposta a stress psicofisici acuti.
Il tessuto adiposo bruno si attiva, non solo in risposta ad un abbassamento della temperatura, ma anche in caso di eccessivo introito calorico con la dieta. In teoria questo fenomeno, basato sulla dispersione del surplus calorico sotto forma di calore, dovrebbe garantire l'omeostasi del peso corporeo, indipendentemente dagli eccessi alimentari.

Nei ratti ipernutriti è stato evidenziato un aumento della termogenesi, con effetto preventivo sullo sviluppo dell'obesità. Il tessuto adiposo bruno ha risposto a tale condizione con le stesse variazioni metaboliche e strutturali attivate durante la termogenesi da freddo. Non a caso, appena mangiato la temperatura aumenta di circa 0,5/1 grado, proprio per questa forma di termogenesi postprandiale mediata dal tessuto adiposo bruno, che tende a mantenere stabile il bilancio energetico dell'organismo nonostante il surplus calorico del pasto.

 

L'animale da esperimento esposto per dieci giorni al freddo trasforma il fenotipo del suo organo adiposo in un fenotipo prevalentemente bruno. La cosa sorprendente è che non solo cambiano le percentuali di adipociti bianchi/bruni, ma che il numero complessivo di cellule adipose rimane costante; ciò significa che in determinate condizioni gli adipociti bianchi maturi possono trasformarsi in adipociti bruni, e viceversa.

 

Tessuto adiposo bruno

 

In ratti geneticamente obesi il tessuto adiposo bruno possiede una ridotta capacità termogenetica.

La ridotta presenza di adipociti bruni in un individuo adulto sembra quindi essere uno dei tanti meccanismi patogenetici che stanno alla base dell'obesità .

Secondo gli studi più recenti, il tessuto adiposo dei mammiferi (uomo compreso) ha la capacità intrinseca di trasformare adipociti bianchi in adipociti bruni, e viceversa. Il tessuto adiposo bruno, infatti, non è numericamente costante nella sua popolazione cellulare, ma si espande e si restringe al bisogno. Questo evento è dovuto a fenomeni di iperplasia e di conversione degli adipociti bianchi in adipociti bruni; la convivenza di queste cellule è infatti antitetica (quelle bianche accumulano i lipidi mentre quelle brune li bruciano). La scoperta di questi meccanismi biologici apre le porte a futuri sviluppi terapeutici nel trattamento dell'obesità; in linea teorica, infatti, per sconfiggerla sarebbe sufficiente aumentare la percentuale di adipociti bruni, cosa utilissima anche nella prevenzione del diabete.