Ultima modifica 17.04.2020

Generalità

Polso è un termine che, in anatomia umana, può avere almeno tre significati diversi:

  • può indicare l'articolazione che risulta dall'interazione tra l'estremità distale del radio e le ossa carpali scafoide e semilunare;
  • può essere sinonimo di carpo, ossia la porzione prossimale dello scheletro della mano comprensiva di altre 6 ossa, oltre allo scafoide e al semilunare;
  • infine, può fare riferimento all'estesa regione del corpo umano che comprende l'estremità distale di radio e ulna, le 8 ossa carpali e le basi delle 5 ossa metacarpali.

Cos'è il polso?

Il polso è la regione pari del corpo umano, che segna la fine dell'avambraccio e l'inizio della mano.
In anatomia umana, il termine “polso” può indicare:

  • L'articolazione del polso, risultante dall'interazione tra l'estremità distale del radio e il carpo della mano;
  • Il gruppo delle 8 ossa costituenti il carpo della mano, conosciute anche come ossa carpali;
  • L'estesa regione del corpo umano che comprende l'estremità distale di radio e ulna, le 8 ossa carpali e le basi delle 5 ossa metacarpali (o metacarpi).

Questo articolo si riferisce al polso con l'accezione di articolazione del polso.


Ripasso del significato dei termini prossimale e distale

Prossimale e distale sono due termini dal significato opposto.
Prossimale vuol dire "più vicino al centro del corpo" o "più vicino al punto d'origine". Riferito al femore, per esempio, indica la porzione di quest'osso più vicina al tronco.
Distale, invece, significa "più lontano dal centro del corpo" o "più distante dal punto d'origine”. Riferito (sempre al femore), per esempio, indica la porzione di quest'osso più lontana dal tronco (e più vicina all'articolazione del ginocchio).

RIPASSO DI COS'È UN'ARTICOLAZIONE

PolsoLe articolazioni sono strutture anatomiche, talora complesse, che mettono in reciproco contatto due o più ossa. Nello scheletro umano, sono circa 360 e adempiono a funzioni di sostegno, mobilità e protezione.
Secondo la più comune visione anatomica, esisterebbero tre categorie principali di articolazioni:

  • Le articolazioni fibrose (o sinartrosi). Mancano generalmente di mobilità e le ossa costituenti sono tenute insieme da tessuto fibroso. Tipici esempi di sinartrosi sono le articolazioni presenti tra le ossa del cranio.
  • Le articolazioni cartilaginee (o anfiartrosi). Sono dotate di scarsa mobilità e le ossa costituenti sono unite da cartilagine. Classici esempi di anfiartrosi sono le articolazioni che collegano le vertebre della colonna vertebrale.
  • Le articolazioni sinoviali (o diartrosi). Sono provviste di una grande mobilità e comprendono varie componenti, tra cui: le superfici articolari e la cartilagine che le ricopre, la capsula articolare, la membrana sinoviale, le borse sinoviali e una serie di legamenti e tendini.
    Esempi tipici di diartrosi sono le articolazioni della spalla, del ginocchio, dell'anca e della caviglia.

Anatomia

Il polso è un'articolazione di tipo sinoviale, che vede interagire le ossa del carpo scafoide e semilunare con le due faccette articolari dell'estremità distale del radio.

CARPO E OSSA CARPALI CHE FORMANO IL POLSO

Il carpo è l'insieme di 8 ossa irregolari che costituisce la porzione prossimale dello scheletro della mano.
Compresi tra i metacarpi (porzione intermedia dello scheletro della mano) e le ossa dell'avambraccio, gli 8 elementi ossei del carpo – le cosiddette ossa carpali – sono disposti equamente su due file: una fila è vicina a radio e ulna, e prende il nome di fila prossimale; l'altra fila, invece, è a ridosso delle 5 ossa metacarpali ed è nota come fila distale.
Lo scafoide e il semilunare – cioè le due ossa carpali che formano l'articolazione del polso – appartengono alla fila prossimale, assieme all'osso carpale triquetro e all'osso carpale pisiforme.
Quest'ultimi, assieme alle ossa carpali della fila distale trapezio e capitato, sono da tenere a mente, per quando si affronterà il capitolo dedicato ai legamenti dell'articolazione del polso.


Ossa della Mano

Figura: le 27 ossa della mano umana.
Le 8 ossa carpali si aggiungono ai già citati 5 metacarpi e alle 14 falangi della dita, le quali costituiscono la porzione distale dello scheletro della mano, nonché l'estremità terminale degli arti superiori.
Se i 4 elementi ossei che formano la fila prossimale delle ossa carpali sono lo scafoide, il semilunare, il triquetro e il pisiforme, i 4 elementi ossei che compongono la fila distale delle ossa carpali sono i cosiddetti trapezio, trapezoide, capitato e uncinato.


Ossa del carpo:

Fila prossimale, ossia la fila più vicina al radio

Scafoide
Semilunare
Triquetro
Pisiforme

Fila distale, ossia la fila più vicina alle ossa metacarpali

Trapezio
Trapezoide
Capitato
Uncinato

RADIO ED ESTREMITÀ DISTALE DEL RADIO

Il radio è l'osso che, insieme all'ulna, forma lo scheletro dell'avambraccio. Esso appartiene alla categoria delle ossa lunghe, ossia le ossa nelle quali sono riconoscibili tre porzioni caratteristiche, note come: estremità prossimale (o epifisi prossimale), corpo (o diafisi) ed estremità distale (o epifisi distale).
L'estremità prossimale del radio è la porzione di osso più vicina al braccio e che, unendosi all'omero (osso del braccio), dà vita all'importante articolazione del gomito.
Il corpo del radio è la porzione ossea centrale, compresa tra l'estremità prossimale e l'estremità distale; di forma cilindrica, al suo interno contiene il midollo osseo.
Infine, l'estremità distale del radio è la porzione di osso più vicina alla mano e che confina con le ossa del carpo.
Nell'anatomia dell'estremità distale del radio, le faccette articolari sono le due superfici leggermente concave, dall'aspetto liscio e separate da una piccola cresta, che guardano in direzione del carpo e hanno il compito di congiungersi, con l'aiuto di una struttura fibrocartilaginea denominata disco articolare, allo scafoide e al semilunare.
Per distinguere le due faccette articolari l'una dall'altra, gli anatomisti hanno ritenuto opportuno indicarle con due termini che facessero riferimento alla loro sede; i termini in questione sono “laterale” e “mediale”. Di forma triangolare, la faccetta articolare laterale è la superficie deputata a relazionarsi con lo scafoide; di forma quadrilatera, invece, la faccetta articolare mediale è la superficie a cui spetta l'articolazione con il semilunare.

Radio

Figura: l'estremità distale del radio.
Nell'estremità distale del radio, oltre alle due faccette articolari, sono anatomicamente rilevanti altri due elementi: il processo stiloideo e l'incavo ulnare.
Il processo stiloideo è un'evidente proiezione ossea di forma conica, sulla quale trovano inserzione: il capo terminale del muscolo brachioradiale (uno dei muscoli del braccio), i capi iniziali di alcuni muscoli del pollice e una delle due estremità di un importante legamento dell'articolazione del polso (si veda il sottocapitolo dedicato ai legamenti del polso).
L'incavo ulnare, invece, è una depressione (cioè una concavità), in cui alloggia e si fissa saldamente una porzione dell'ulna. Questo contatto radio-ulna in sede distale si somma all'unione radio-ulna in sede prossimale.

LEGAMENTI DEL POLSO

Un legamento è una banda di tessuto connettivo fibroso, che collega tra loro più ossa o diverse parti dello stesso osso.
L'articolazione del polso comprende un numero svariato di legamenti. Tali legamenti servono a dare stabilità al rapporto tra le due ossa carpali scafoide e semilunare e l'estremità distale del radio, durante i movimenti della mano; dare stabilità significa che contengono la mobilità articolare, in modo tale da preservare le superfici ossee che sono a contatto tra loro.
Entrando maggiormente nei dettagli, i legamenti dell'articolazione del polso sono:

  • Il legamento collaterale radiale. È un legamento con un capo d'origine e due capi terminali. Il capo d'origine si aggancia al processo stiloideo presente sull'estremità distale del radio, mentre i due capi terminali trovano inserzione uno sullo scafoide e uno sul trapezio.
    Quindi, il legamento collaterale radiale decorre dal processo stiloideo dell'estremità distale del radio alle ossa carpali scafoide e trapezio.
  • Il legamento collaterale ulnare. È un legamento strutturalmente molto simile al legamento collaterale radiale, quindi con un capo d'origine e due capi terminali.
    Il capo d'origine trova inserzione sul cosiddetto processo stiloideo presente sull'estremità distale dell'ulna, mentre i due capi terminali si agganciano uno al triquetro e uno al pisiforme.
    Pertanto, il legamento collaterale ulnare decorre dal processo stiloideo dell'estremità distale dell'ulna alle ossa carpali triquetro e pisiforme.
  • Il legamento radiocarpale palmare. È un legamento che ha origine nell'estremità distale del radio e termina in diverse ossa del carpo, per la precisione su: scafoide, triquetro, semilunare e, talvolta, capitato.
  • Il legamento radiocarpale dorsale. È un legamento che ha origine nell'estremità distale del radio e termina sulle ossa carpali scafoide, semilunare e triquetro.

Funzioni

Il polso è un'articolazione fondamentale per la funzionalità della mano. Infatti, rientrano tra i suoi compiti i movimenti di:

  • Flessione della mano. È il movimento che consente di avvicinare il palmo della mano al braccio. Immaginando di osservare un arto superiore completamente disteso in avanti, la flessione del polso è il movimento che piega la mano verso il basso.
  • Estensione della mano. È il movimento che consente di avvicinare il dorso della mano al braccio. Immaginando di osservare un arto superiore completamente disteso in avanti, l'estensione del polso è il movimento che piega la mano verso l'alto.
  • Deviazione radiale della mano. È il movimento che consente di avvicinare il lato della mano con il pollice al radio.
  • Deviazione ulnare della mano. È il movimento che consente di avvicinare il lato della mano con il mignolo all'ulna.
  • Circonduzione della mano. È il movimento di rotazione della mano.

Clinica

L'articolazione del polso può essere vittima di fratture ossee, di distorsioni a carico dei legamenti e delle due forme di artrite più comuni, ossia l'osteoartrite (o artrosi) e l'artrite reumatoide.
Si ricorda ai lettori che, in medicina, il termine artrite indica un qualsiasi processo infiammatorio a carico di una o più articolazioni del corpo.
Fratture, distorsioni e artriti a carico del polso hanno in comune un sintomo: il dolore.
Una descrizione approfondita del dolore al polso (dalle sue cause principali alla terapia) è presente qui.

FRATTURE E DISTORSIONI DEL POLSO

Le fratture e le distorsioni a carico dell'articolazione del polso sono infortuni che hanno, generalmente, un'origine traumatica, ossia compaiono a seguito di un trauma.
Infatti, una delle loro cause principali è l'impatto violento delle mani con il terreno, dopo una caduta accidentale.
Per quanto riguarda soltanto le fratture del polso, è importante segnalare che, in un numero ristretto di casi, la causa è la ripetizione continua di un determinato movimento della mano. In siffatte circostanze, le fratture che ne derivano sono dette più propriamente fratture da stress.
In genere, le fratture da stress sono meno gravi delle fratture di origine traumatica.


L'osso dell'articolazione del polso più soggetto a fratture, dopo un impatto violento con il terreno, è lo scafoide.

OSTEOARTRITE E ARTRITE REUMATOIDE

Nell'osteoartrite, il caratteristico processo infiammatorio deriva dal deterioramento della cartilagine articolare, ossia quello strato di cartilagine che ricopre le superfici delle ossa implicate nella formazione di un'articolazione.
Nell'artrite reumatoide, invece, l'infiammazione è una conseguenza della degenerazione della membrana sinoviale di un'articolazione, degenerazione da cui dipende una serie di alterazioni successive, a carico della cartilagine articolare e dei legamenti articolari.
Il polso è, generalmente, più soggetto ad artrite reumatoide che non a osteoartrite.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza