Ultima modifica 07.04.2020

Generalità

Il naso è la prominenza localizzata al centro della faccia, tra i due occhi e le due guance, che provvede al senso dell'olfatto e che rappresenta la principale entrata delle vie respiratorie.
NasoLa sua struttura è alquanto complessa e comprende elementi di natura ossea e cartilaginea, vasi sanguigni, vasi linfatici e importanti terminazioni nervose.
Esternamente, il naso presenta una caratteristica forma a piramide, in cui è possibile riconoscere almeno 5 aree anatomiche di riferimento: la radice nasale, il ponte nasale, il dorso nasale, le due ali nasali e la punta nasale.
Internamente, il naso corrisponde alle due cavità nasali; quest'ultime sono due spazi vuoti derivanti dalla particolare conformazione di alcune ossa del cranio (tra cui l'osso etmoide, il vomere, le ossa palatine e le ossa mascellari).
L'afflusso di sangue ossigenato al naso spetta, principalmente, ad alcune branche e sottobranche delle arterie carotidi interne e delle arterie carotidi esterne.

Cos'è il naso?

Il naso è la prominenza situata al centro della faccia, in parte tra i due occhi e in parte tra le due guance.
Fornito di due aperture verso l'esterno – le cosiddette narici – il naso è l'organo dell'olfatto e la principale entrata delle vie respiratorie (l'entrata secondaria è la bocca).

Anatomia

Il naso è una struttura molto complessa, che comprende elementi di natura ossea e cartilaginea, vasi sanguigni, vasi linfatici e terminazioni nervose.
In genere, per semplificare la descrizione del naso, gli anatomisti analizzano separatamente la parte esterna di quest'ultimo dalla parte interna.
Meglio nota come naso esterno o piramide nasale, la parte esterna è la porzione di naso visibile a occhio nudo, che contraddistingue ogni volto e che ha una caratteristica forma a piramide.  

La parte interna (o naso interno), invece, è la porzione di naso che coincide con le due cavità nasali e in cui risiedono le cellule olfattive (ossia le cellule che garantiscono l'olfatto) e le strutture per il passaggio dell'aria inalata, durante la respirazione.

NASO ESTERNO

Nel naso esterno, possono riconoscersi 5 aree anatomiche di riferimento, che sono: la radice nasale, il ponte nasale, il dorso nasale, le due ali nasali e la punta nasale.

  • Radice nasale: identificabile laddove risiede la sutura frontale, rappresenta la porzione superiore del naso esterno. È in continuità con la fronte.
  • Ponte nasale: è la porzione a forma di sella di cavallo situata, generalmente, tra i due occhi.
    Separa la radice nasale dal dorso nasale.
  • Dorso nasale: conosciuto anche come cresta nasale, è il tratto prominente che va dal ponte nasale alla punta nasale e che contraddistingue la forma del naso.
    È la porzione di naso che risalta agli occhi nella visione di profilo.
  • Ali nasali: sono le porzioni di naso esterno laterali al dorso nasale e alla punta nasale. Circondano le narici.
  • Punta nasale: conosciuta anche come apice nasale, è la porzione inferiore del naso esterno.
    Di fatto, segna la fine del dorso nasale.
    Inferiormente, possiede due aperture distinte, meglio note come narici nasali, che rappresentano l'inizio delle due cavità nasali (e del naso interno).

Lo scheletro del naso esterno comprende elementi di natura ossea ed elementi di natura cartilaginea.
Gli elementi di natura ossea sono: le due ossa nasali, le due ossa mascellari e l'osso frontale.
Gli elementi di natura cartilaginea, invece, sono: le due cartilagini laterali superiori, le due cartilagini alari maggiori (o cartilagini laterali inferiori), le due cartilagini alari minori, la cartilagine settale e la cosiddetta columella.

  • Ossa nasali. Formano il ponte nasale e la parte superiore del dorso nasale. Ciascun osso nasale confina: superiormente, con l'osso frontale; lateralmente, con l'osso mascellare omolaterale; infine, medialmente, con l'osso nasale controlaterale.
    Sono ossa craniche del cosiddetto splancnocranio (si veda l'articolo sul cranio).
  • Ossa mascellari. Supportano la parte laterale del naso e si articolano con numerose ossa del naso interno. Appartenenti allo splancnocranio, sono le ossa della mascella.
  • Osso frontale. Costituisce buona parte della radice nasale. Confina, inferiormente, con le due ossa nasali. Appartenente al neurocranio, è l'osso cranico impari della fronte.
Ossa del Cranio

Figura: le ossa del cranio. Grazie all'immagine, i lettori possono individuare la sede di alcune delle ossa craniche che partecipano alla formazione del naso (es: ossa nasali, vomere, ossa mascellari, osso etmoide ecc).


Cartilagini nasali

Figura: le cartilagini del naso esterno.
Tra tutte, si segnala in particolare la columella. Quest'ultima risiede nella parte inferiore della punta nasale ed è la striscia di tessuto cartilagineo, che separa la narice destra dalla narice sinistra.


Il rivestimento cutaneo del naso esterno è particolare. Infatti, mentre la cute che ricopre le ossa è sottile e priva di qualsiasi tipo di ghiandola, la cute che ricopre le varie strutture cartilaginee è spessa e ricca di ghiandole sebacee.
Il rivestimento cutaneo del naso esterno arriva fino ai bordi esterni delle narici nasali; dopodiché, inizia la mucosa.

NASO INTERNO

Nelle due cavità nasali del naso interno, gli esperti riconoscono tre regioni anatomiche di riferimento, che sono: il vestibolo, la regione olfattiva e la regione respiratoria.

  • Vestibolo: considerando le narici come l'inizio del naso interno, è la primissima parte delle cavità nasali. È una zona allargata, fornita di un rivestimento mucoso caratteristico.
    Negli adulti, è anche la regione del naso interno da cui possono originare i peli nasali.
  • Regione olfattiva: situata all'apice delle cavità nasali, è la regione del naso interno in cui risiedono le cellule olfattive, ossia le cellule che garantiscono la percezione degli odori.
  • Regione respiratoria: è la regione più estesa del naso interno. È rivestita da un epitelio pseudostratificato ciliato, in cui risiedono anche cellule mucipare caliciformi. Le cellule mucipare caliciformi sono elementi cellulari che secernono muco.

Alla particolare struttura del naso interno (e delle due cavità nasali) concorrono diverse ossa del cranio e componenti osteo-cartilaginee. Tra le ossa, si segnalano: le ossa palatine, l'osso etmoide, i turbinati inferiori, il vomere e le già citate ossa mascellari; tra le componenti osteo-cartilaginee, invece, merita una citazione particolare il setto nasale, ossia la lamina che, interposta tra le due cavità nasali, le separa in modo ermetico.

  • Ossa palatine: sono i due elementi ossei che formano il margine latero-inferiore delle cavità nasali, i pavimenti delle cavità orbitarie e il tetto di una parte del palato duro. A forma di L, si articolano reciprocamente e con diverse ossa del cranio, tra cui: l'osso etmoide, le ossa mascellari, i turbinati inferiori e il vomere.
  • Osso etmoide: è un osso impari importante per l'anatomia del naso interno, in quanto dà origine, in ciascuna cavità nasale, a tre strutture molto particolari, chiamate lamina cribrosa, turbinato superiore e turbinato medio.
    La lamina cribrosa è una sorta di piatto dotato di piccoli fori, attraverso cui passano le fibre nervose del nervo olfattivo.
    I turbinati superiore e medio, invece, sono di fatto delle piccole sporgenze ossee, ricoperte da tessuto vascolare erettile-cavernoso (più internamente) e da mucosa respiratoria cigliata (più esternamente). Com'è intuibile, il turbinato superiore è così chiamato perché sovrasta il turbinato medio.
  • Turbinati inferiori: situati uno nella cavità nasale destra e uno nella cavità nasale di sinistra, sono due sporgenze simili ai turbinati dell'osso etmoide. La somiglianza con quest'ultimi riguarda anche i rivestimenti di cui sono forniti.
    Dal punto di vista della posizione, i turbinati inferiori risiedono al di sotto dei turbinati superiori e dei turbinati medi.
  • Vomere: è l'osso impari che costituisce la parte inferiore del setto nasale. Simile al vomere usato dagli agricoltori, il vomere del cranio si articola con le ossa palatine e le ossa mascellari, inferiormente, e l'osso etmoide, anteriormente.

All'interno delle cavità nasali, trovano sfogo, tramite degli orifizi chiamati osti, i cosiddetti seni paranasali. I seni paranasali sono cavità naturali ripiene d'aria, che trovano sede nello spessore delle ossa del viso poste attorno agli occhi, al naso e alle guance (osso etmoide, osso sfenoide, osso frontale e ossa mascellari). I seni paranasali sono, in tutto, 4 paia: i due seni frontali, i due seni etmoidali, i due seni sfenoidali e i due seni mascellari. Seni Paranasali

Le loro funzioni sono svariate: sono essenziali per la funzionalità e la protezione dell'apparato respiratorio, aumentano la percezione degli odori, alleggeriscono la scatola cranica, regolano la tonalità della voce e favoriscono il drenaggio delle lacrime e delle eventuali secrezioni mucose in direzione delle cavità nasali.
Posteriormente, le cavità nasali comunicano con la bocca, attraverso due aperture che prendono il nome di coane.


Molto spesso, i libri di anatomia descrivono le cavità nasali come quegli spazi vuoti che vanno dal vestibolo alla nasofaringe.

Nota anche come rinofaringe, la nasofaringe è la parte superiore della faringe, posta a contatto diretto con le coane, ossia le due aperture posteriori delle cavità nasali.


Cavità Nasali

Figura: cavità nasali. L'immagine riporta le regioni anatomiche di riferimento del naso interno (sono indicate con colori diversi), i turbinati, la nasofaringe e alcuni dei seni paranasali.

MUSCOLI

Il naso comprende diversi muscoli, i quali hanno il compito di controllarne i movimenti.
Innervati dal nervo facciale (VII nervo cranico), questi muscoli sono: il muscolo procero, il muscolo elevatore del labbro superiore e dell'ala del naso, il muscolo nasale, il muscolo depressore del setto nasale, il muscolo dilatatore anteriore delle narici e il muscolo dilatatore posteriore delle narici.

  • Muscolo procero: risiede sopra le ossa nasali e sopra una parte delle cartilagini laterali superiori. La sua contrazione determina l'aggrottamento delle sopracciglia e la formazione di rughe a livello del ponte nasale.
  • Muscolo elevatore del labbro superiore e dell'ala del naso: elemento muscolare pari, prende sede lateralmente alla narice nasale omolaterale e sopra l'osso mascellare omolaterale. Contribuisce a dilatare la narice nasale, ad alzare il labbro superiore e a elevare l'ala nasale.
  • Muscolo nasale: è un elemento muscolare pari, che risiede in posizione laterale, a circa metà del naso. Consta di due parti, che prendono il nome di parte trasversa e parte alare.
    La parte trasversa del muscolo nasale costringe (cioè chiude) le narici nasali; la parte alare, invece, dilata le ali nasali.
  • Muscolo depressore del setto nasale: è un elemento muscolare pari, che nasce a livello della fossa incisiva dell'osso mascellare e termina il suo percorso a livello del setto nasale.
    Dal punto di vista funzionale, assiste la parte alare del muscolo nasale nella sua azione di dilatazione delle ali nasali.
  • Muscolo dilatatore anteriore delle narici e muscolo dilatatore posteriore delle narici: sono due elementi muscolari pari, che risiedono ai lati del naso, circa in corrispondenza di dove ci sono le cartilagini alari maggiori e minori.
    Com'è facilmente intuibile dal loro nome, il muscolo dilatatore anteriore delle narici e il muscolo dilatatore posteriore delle narici servono alla dilatazione delle narici nasali.

VASCOLARIZZAZIONE DEL NASO ESTERNO

A rifornire di sangue ossigenato la cute del naso esterno sono, principalmente, le branche dell'arteria mascellare e dell'arteria oftalmica e, secondariamente, l'arteria angolare e l'arteria nasale laterale. L'arteria mascellare deriva dall'arteria carotide esterna; l'arteria oftalmica dall'arteria carotide interna; infine, l'arteria angolare e l'arteria nasale laterale dall'arteria facciale.
Il drenaggio del sangue venoso spetta a una serie di vasi che terminano nella cosiddetta vena facciale, la quale, a sua volta, confluisce nella vena giugulare interna.
Per quanto concerne il drenaggio linfatico del naso esterno, questo spetta a una rete di vasi linfatici superficiali che accompagnano molto da vicino la vena facciale. Come tutti i vasi linfatici della testa e del collo, i vasi linfatici del naso esterno drenano il loro contenuto nei linfonodi cervicali profondi.

VASCOLARIZZAZIONE DEL NASO INTERNO

Grazie a un'ampia rete di vasi sanguigni arteriosi, l'afflusso di sangue al naso interno è notevole. Questo elevato apporto di sangue è fondamentale per l'azione di riscaldamento dell'aria inspirata con la respirazione.
A rifornire di sangue ossigenato il naso interno sono:

  • L'arteria etmoidale anteriore e l'arteria etmoidale posteriore. Queste sono due branche dell'arteria oftalmica, la quale è, a sua volta, una branca dell'arteria carotide interna.
  • L'arteria sfenopalatina, l'arteria palatina maggiore, l'arteria labiale superiore e le arterie nasali laterali. Tutte queste arterie derivano direttamente dall'arteria carotide esterna.

In sostanza, quindi, l'irrorazione sanguigna del naso interno spetta a branche o sottobranche delle arterie carotidi interne e delle arterie carotidi esterne.
Per quanto concerne il drenaggio del sangue venoso, questa importante azione tocca a vene che seguono lo stesso percorso delle arterie sopraccitate e che riversano il loro contenuto nel plesso pterigoideo, nella vena facciale, nel seno cavernoso e nel seno sagittale.

INNERVAZIONE DEL NASO ESTERNO

L'innervazione sensitiva del naso esterno spetta ad alcune sottobranche del nervo trigemino, il quale è il quinto nervo cranico.
Entrando maggiormente nei dettagli:

  • La sensibilità cutanea del dorso nasale e delle ali nasali spetta al cosiddetto nervo nasale esterno. Il nervo nasale esterno è una branca del nervo oftalmico, il quale è, a sua volta, una delle tre branche principali del nervo trigemino (le altre due sono il nervo mascellare e il nervo mandibolare).
  • La sensibilità cutanea delle porzioni laterali del naso esterno (ali nasali escluse) spetta al cosiddetto nervo infraorbitario, che è una branca del nervo mascellare.

Come già affermato, l'innervazione motoria del naso esterno (quindi l'innervazione dei muscoli del naso esterno) è sotto il controllo del nervo facciale.

INNERVAZIOENE DEL NASO INTERNO

Gli esperti distinguono l'innervazione sensitiva del naso interno in due tipologie differenti: l'innervazione sensitiva di tipo speciale e l'innervazione sensitiva di tipo generale.
L'innervazione sensitiva di tipo speciale (o innervazione sensitiva speciale) consiste nella rete di terminazioni nervose, che provvedono al senso dell'olfatto. Nello specifico, si tratta delle fibre nervose dei nervi olfattivi, che vanno dalle cellule olfattive della regione olfattiva del naso interno al bulbo olfattivo del cervello, passando attraverso i fori della lamina cribrosa dell'osso etmoide.
L'innervazione sensitiva di tipo generale, invece, consiste nella rete di terminazioni nervosi, che controllano la sensibilità interna delle cavità nasali, vestibolo compreso. A occuparsene sono:

  • Il nervo oftalmico (branca principale del nervo trigemino), che innerva il vestibolo;
  • Il nervo nasopalatino e il nervo nasociliare (rispettivamente, branca del nervo mascellare e branca del nervo oftalmico), che innervano il setto nasale e le pareti laterali delle cavità nasali.

Sviluppo

Nell'essere umano, il naso comincia a formarsi a partire dalla 4a settimana di gestazione: la porzione embrionale da cui deriva è la cosiddetta cresta neurale.
Inizialmente, il naso è un tutt'uno con la bocca; poi, con l'avanzare della gravidanza, naso e bocca si separano, distinguendosi l'uno dall'altra.
I muscoli, le cartilagini e le ossa, di cui si è parlato in precedenza, cominciano a formarsi e ad assumere l'aspetto finale circa alla 10a settimana di vita intrauterina. È in questa fase della gravidanza che i medici possono individuare, mediante ecografie prenatali, eventuali malformazioni nasali.

Funzione

Le cellule olfattive, presenti nella regione olfattiva del naso interno, sono fornite di strutture specifiche, chiamate recettori olfattivi.

I recettori olfattivi sono i veri artefici del senso dell'olfatto. Infatti, attraverso di essi le cellule olfattive captano gli odori e stimolano le fibre nervose dei nervi olfattivi collegati (N.B: come si ricorderà le cellule olfattive sono collegate alle fibre nervose dei nervi olfattivi).

Con la stimolazione dei nervi olfattivi, il cervello – per la precisione i bulbi olfattivi del cervello – riceve le informazioni relative agli odori presenti nell'ambiente ed elabora, qualora fosse necessario, le risposte più appropriate.

RUOLO DEL NASO ALL'INTERNO DEL PROCESSO RESPIRATORIO

Come primo tratto delle vie aeree, il naso ha il compito di adattare l'aria inspirata alle esigenze del corpo umano. Per questo, è fornito di strutture (es: i turbinati o la fitta rete di vasi sanguigni) che gli permettono di riscaldare, umidificare e purificare l'aria introdotta con gli atti respiratori.
Se le cavità nasali mancassero dei turbinati e delle altre loro strutture caratteristiche, l'essere umano introdurrebbe nei polmoni aria non sufficientemente calda, non purificata dai germi e non correttamente umidificata.

Patologie

Il naso può essere vittima di: fratture di alcune sue parti ossee, deformazioni a carico di alcune sue componenti osteo-cartilaginee o altre condizioni morbose, tra cui per esempio l'ipertrofia dei turbinati.
Inoltre, il naso può essere sede di manifestazioni cliniche molto note e comuni, come il sangue dal naso (o epistassi), il cosiddetto naso che cola (o rinorrea) o il naso chiuso.

FRATTURE A CARICO DEL NASO

Le fratture di una o più componenti ossee del naso sono, quasi sempre, infortuni di origine traumatica.
I più importanti tipi di frattura a carico del naso sono la frattura di una o entrambe le ossa nasali e la frattura della lamina cribrosa.
Le fratture delle ossa nasali sono condizioni abbastanza comuni, che raramente comportano complicanze e rendono necessario l'intervento chirurgico. I sintomi tipici consistono in: dolore, gonfiore locale, ematomi sul naso e sotto gli occhi, perdita di sangue dal naso, problemi respiratori e deformità anatomiche più o meno marcate.
Per quanto riguarda invece le fratture della lamina cribrosa, queste sono condizioni fortunatamente insolite, che possono avere serie ripercussioni a livello cerebrale. Infatti, se l'evento traumatico a carico della lamina cribrosa è notevole, quest'ultima può rompersi in modo tale che alcuni frammenti ossei penetrino nei vicini strati meningei, rompendoli e causando la fuoriuscita di liquido cefalorachidiano. Con la fuoriuscita di una parte del liquido cefalorachidiano e il danneggiamento delle meningi, aumenta il rischio di meningite, encefalite e/o ascesso cerebrale.


Per una conoscenza migliore delle fratture delle ossa nasali, i lettori possono consultare l'articolo relativo al naso rotto.

DEFORMAZIONI DEL NASO

La più nota e comune deformazione a carico delle strutture del naso è la deviazione del setto nasale.
La deviazione del setto nasale è una condizione che può essere presente fin dalla nascita oppure che può comparire a seguito di un evento traumatico.
Setto nasaleIn alcuni casi è asintomatica, tanto che la persona interessata ne ignora la presenza; in altri frangenti, invece, è causa di diversi disturbi, tra cui: ostruzione di una o entrambe le narici, epistassi, dolore facciale, problemi respiratori nel sonno, bocca secca e senso di pressione a una o entrambe le narici.
L'unico modo per correggere una deviazione del setto nasale è tramite un intervento chirurgico, noto come settoplastica.
Il ricorso alla settoplastica è previsto solo quando la deviazione del setto nasale comporta sintomi e complicazioni, incompatibili con una vita normale.


Per una conoscenza migliore della deviazione del setto nasale, i lettori possono consultare l'articolo relativo al setto nasale deviato.

IPERTROFIA DEI TURBINATI

L'ipertrofia dei turbinati è il risultato del rigonfiamento cronico e permanente della mucosa respiratoria cigliata dei turbinati. Tale rigonfiamento comporta una riduzione dello spazio disponibile per la normale respirazione nasale, quindi chi è affetto da ipertrofia dei turbinati sviluppa sintomi quali:

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza