Ultima modifica 01.03.2019

Vedi anche: Frequenza Defecazioni - Quando è normale e quando no


La defecazione consiste nell'emissione delle feci dall'organismo. Si tratta, in sostanza, di un riflesso fisiologico innescato dalla distensione della porzione terminale dell'intestino crasso, detta retto.
DefecazioneLa defecazione è il risultato della peristalsi intestinale. I muscoli dell'intestino crasso lavorano in continuazione per rimescolare il contenuto enterico, favorendo il riassorbimento dell'acqua e delle vitamine e acidi grassi prodotti dalla flora batterica intestinale. Durante queste contrazioni, dette di rimescolamento o di segmentazione, la progressione del chilo è minima. Il contenuto intestinale viene quindi fatto avanzare in maniera importante da un ulteriore tipo di contrazioni, dette di massa, durante le quali un segmento importante di colon si restringe facendo nascere un movimento propulsivo a valle.
Le contrazioni di massa non avvengono di continuo come quelle di rimescolamento, ma insorgono mediamente tre o quattro volte al giorno. La loro insorgenza è spesso associata alla comparsa del riflesso della defecazione. Esso avviene, di norma, una volta al giorno,   ma si considera ancora fisiologica una frequenza compresa tra una scarica ogni due giorni e tre al giorno. E' possibile capire quanto a lungo le feci sono rimaste nel colon esaminandone l'aspetto e confrontandolo con una scala che va dalla consistenza liquida (diarrea, permanenza insufficiente) a quella caprina (pallottoline particolarmente dure, permanenza eccessiva), passando per la classica forma a salsicciotto, che si fa più o meno nodosa mano a mano che ci si avvicina ad un quadro di stitichezza.
I movimenti peristaltici di massa avvengono tipicamente nei momenti successivi al risveglio; favoriti dall'assunzione eretta e dai primi passi, spingono il contenuto verso il retto producendo lo stimolo. In alcune persone si tratta di un'impulso fisiologico talmente forte da spingerle a defecare con urgenza. Altri soggetti, invece, necessitano di svegliare il proprio intestino con un'abbondante colazione. Per un meccanismo definito gastrocolico, la distensione dello stomaco mette in moto il colon, generando lo stimolo tanto atteso.
Come dicevamo, il riflesso della defecazione  è innescato dal passaggio del materiale fecale nel retto. Lo sfintere anale interno si rilascia, mentre quello esterno, che è volontario quindi controllabile, si contrae. Qualora la situazione sia ritenuta appropriata lo sfintere anale esterno viene rilasciato, così come il muscolo elevatore dell'ano e si ha la defecazione.
L'intero processo è favorito dalle contrazioni addominali volontarie e dall'espirazione forzata a glottide chiusa (manovra di Valsalva). Tutto ciò ha lo scopo di aumentare la pressione intraddominale e favorire la defecazione. In realtà, sarebbe molto meglio attendere che essa inizi spontaneamente e solo a quel punto esercitare una lieve pressione per facilitare lo svuotamento (azione preventiva sullo sviluppo delle emorroidi).


La defecazione è un atto volontario e si basa su due eventi coordinati: il rilasciamento del pavimento pelvico e l'aumento della pressione intra-addominale. Quando il retto è vuoto non c'è il desiderio di evacuare. Nel momento in cui le feci entrano nel retto, la pressione esercitata sulla parete rettale determina una sensazione di pienezza. L'ulteriore distensione della parete rettale induce il rilasciamento dello sfintere anale interno permettendo alle feci di venire a contatto con i recettori sensoriali presenti sulla parte superiore del canale anale; si avverte così la sensazione evacuativa, che determina anche il rilasciamento dello sfintere esterno e dei muscoli del pavimento pelvico. Quando, invece, i muscoli del pavimento pelvico si contraggono per mantenere la continenza, le feci rimangono nella parte alta del retto non venendo più a contatto con la mucosa anale. L'accomodazione delle fibrocellule muscolari al nuovo contenuto, riduce la tensione della parete rettale ed il desiderio di evacuare cessa.


L'evacuazione è favorita dall'assunzione di posizioni particolari, come quella acquattata (alla turca), in cui l'addome viene naturalmente compresso contro le cosce.
La defecazione è inoltre influenzata dallo stato psicologico e dalle abitudini dietetiche del soggetto (vedi dieta per la stitichezza), che possono favorire un rallentamento o un aumento della motilità intestinale (vedi diarrea e stitichezza).