Ultima modifica 26.02.2020

I corticosteroidi, detti anche ormoni corticosurrenalici o corticoidi, sono un gruppo di ormoni steroidei sintetizzati nella corteccia del surrene. In base alla loro funzione fisiologica, vengono didatticamente suddivisi in tre famiglie, i glucocorticoidi - così chiamati per la loro importanza nel metabolismo del glucosio - i mineralcorticoidi - attivi nel bilancio dei sali minerali, in particolare del sodio e del potassio - e gli ormoni sessuali.

Farmaci corticosteroidi

I glucocorticoidi

Il cortisolo è senza dubbio il glucocorticoide più conosciuto, nonostante nella stessa famiglia rientrino diversi ormoni, come il cortisone ed il corticosterone. Tutti questi glucocorticoidi agiscono per innalzare la glicemia, incrementando la produzione di glucosio a partire da alcuni amminoacidi e diminuendo il suo utilizzo periferico; questi ormoni stimolano inoltre il deposito di glicogeno nel fegato. L'aumento della concentrazione di glucosio nel sangue, detta appunto glicemia, è importante per assicurare la normale attività cerebrale in condizioni di stress.

Gli effetti di questi ormoni a livello metabolico, cutaneo ed osseo sono essenzialmente catabolici (diminuiscono la mineralizzazione ossea, favoriscono il catabolismo proteico e stimolano la mobilizzazione degli acidi grassi e del glicerolo dai depositi adiposi).

A livello cardiovascolare aumentano il tono vasale e la gittata cardiaca (effetto ipertensivo).

Farmaci glucocorticoidi - cortisonici

I glucocorticoidi espletano un'importante attività sul sistema immunitario ed hanno, nel complesso, un'azione soppressava sulle difese corporee. Tale proprietà viene abbondantemente sfruttata in terapia per ridurre gli stati infiammatori (traumatici, asmatici, artritici, reumatici, allergici ecc.).

Purtroppo l'utilizzo di tali farmaci, noti anche come cortisonici, presenta una lunga serie di effetti collaterali e questo è il motivo per cui, calcolando benefici e costi della terapia, vengono generalmente prescritti solo in presenza di una patologia importante, che non si sia risolta con la somministrazione di altri farmaci con attività analoga.

In terapia sono stati studiati un gran numero di composti sintetici strutturalmente correlati ai glucocorticoidi, con lo scopo di produrre farmaci con maggiore attività terapeutica e minori effetti collaterali. Grazie a queste ricerche, le modalità d'assunzione sono le più disparate e vanno dai prodotti da somministrare per via intramuscolare o endovenosa, utili nelle urgenze, alle pomate, agli spray autodosati ed ai colliri.

Considerando le innumerevoli attività corporee in cui sono coinvolti, l'abuso di glucocorticoidi implica effetti collaterali importanti, come osteoporosi, gonfiore e tensione, soprattutto facciale (dovuta alla ritenzione idrica), ipertricosi, iperlipidemia, diminuita secrezione di GH, difetto di crescita, aumento e ridistribuzione della massa adiposa a discapito di quella magra, anomalie mestruali, squilibri elettrolitici, ipertensione arteriosa, glaucoma, ulcere gastriche, psicosi, maggiore suscettibilità alle infezioni ed agli infortuni (riducono la sintesi di collagene, quindi la resistenza di tendini e legamenti, ed aumentano il rischio di subire fratture da microtraumi ripetuti). I glucocorticoidi presentano inoltre delle interazioni importanti con altri farmaci.

La comparsa di questi effetti collaterali, tipici dei cortisonici, è tanto più probabile quanto maggiore è il dosaggio e la durata del trattamento; sono quindi più comuni in caso di terapia sistemica (orale o iniettiva) e rari per le terapie locali (con creme, pomate e colliri), dove vengono generalmente impiegati a bassi dosaggi. Particolare cautela per quei pazienti già sofferenti delle malattie correlate ad un abuso di glucocorticoidi.