Epatite A
Ultima modifica 01.04.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è l’Epatite A?
  3. Sintomi
  4. Cause
  5. Modalità di Contagio
  6. Altri articoli su 'Epatite A'

Generalità

L'epatite A è una malattia infettiva acuta che interessa il fegato; ne è responsabile un piccolo RNA virus, chiamato HAV (o virus dell'epatite A).

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Il contagio avviene attraverso il consumo di alimenti e bevande contaminate o tramite il contatto diretto con persone infette. Il virus dell'epatite A si replica a livello epatico e viene eliminato all'esterno tramite le feci. Per questo motivo, la prevenzione dell'epatite A si basa sull'adozione delle norme igieniche fondamentali, come il lavarsi spesso le mani, pulire gli alimenti e cuocerli generosamente prima del consumo. Per le persone più esposte, come quelle che si recano in vacanza nei Paesi a rischio, è comunque consigliata l'immunizzazione attiva o passiva. In presenza di un'infezione lieve, la malattia si risolve spontaneamente anche in assenza di trattamento medico.

Cos'è l’Epatite A?

L'epatite A è una malattia infettiva causata da un virus a RNA, che aggredisce le cellule del fegato danneggiandole. Quest'infezione epatica si contrae per via fecale-orale, prevalentemente attraverso il contatto con altre persone infette o l'ingestione di acqua e cibo contaminati.

Caratteristiche e possibili evoluzioni dell’Epatite A

  • Il decorso è, generalmente, autolimitante e benigno. Fortunatamente, l'epatite A non è pericolosa quanto le altre forme di epatite: generalmente, l'evoluzione è benigna, dura dalle 2 alle 10 settimane e, di norma, guarisce spontaneamente senza che il fegato subisca danni permanenti. In rari casi, però, va segnalato che l'epatite A può complicarsi nella temibile epatite fulminante; per questo motivo, è bene non sottovalutarla ed adottare tutte le misure necessarie a prevenirla, prima fra tutte la vaccinazione delle persone a rischio.
  • Non cronicizza mai. A differenza dell'epatite B e dell'epatite C, questa forma non diventa mai cronica.
  • Dopo la guarigione, conferisce un'immunità permanente. Chi guarisce dall'epatite A sviluppa un'immunità permanente che lo protegge da successive infezioni.

Epatite A: differenze con Epatite B – Epatite C

L'epatite A si distingue dalle epatiti virali B e C sia per le modalità di trasmissione, che l'evoluzione.

In particolare, l'infiammazione epatica sostenuta dall'HAV:

  • Ha un decorso acuto;
  • Non cronicizza;
  • Non facilita l'insorgenza di cirrosi e cancro al fegato nel lungo periodo;
  • Non lascia la condizione di portatore cronico.

Sintomi

Per approfondire: Sintomi Epatite A

Epatite A: periodo d’incubazione

I sintomi dell'epatite A non si presentano immediatamente, ma fanno il loro esordio dopo un tempo di incubazione abbastanza lungo, che varia dai 15 ai 50 giorni dal momento del contagio.

Durante questo periodo di tempo, la patologia è comunque contagiosa. In particolare, l'escrezione dei virus nel periodo di incubazione favorisce chiaramente la trasmissione della malattia, poiché in questa fase l'individuo è ancora asintomatico, quindi ignaro della propria condizione.

Solo dopo alcune settimane dal contagio, l'epatite A si manifesta con i primi sintomi: febbre, inappetenza, nausea e malessere generale.

Alcune persone, comunque, possono non sviluppare alcun segno o sintomo. Nei bambini, in particolar modo, l'evoluzione è generalmente favorevole, mentre nei ragazzi e negli adulti può causare manifestazioni più importanti.

Come si manifesta l’Epatite A?

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L'epatite A può decorrere in forma asintomatica, frequente soprattutto nel corso di epidemie e nei bambini di età inferiore ai sei anni (nota: durante l'infanzia, la malattia può non determinare sintomi specifici nel 70% circa dei casi).

Quando presenti, i sintomi dell'epatite A insorgono spesso in maniera brusca e possono trarre in inganno, facendo pensare ad una malattia di tipo influenzale: in una prima fase compaiono, infatti, stanchezza, nausea, vomito e inappetenza, mal di testa, febbre e dolori muscolari e addominali. Successivamente, compaiono sintomi e segni suggestivi di un danno epatico, come l'ittero, che consiste nella colorazione giallastra della pelle e della parte bianca dell'occhio. Questo ingiallimento è dovuto all'aumentata concentrazione di bilirubina nel sangue. Il fegato danneggiato, infatti, non è in grado di eliminare questa sostanza, che deriva dalla demolizione dei globuli rossi invecchiati o non più funzionanti. Anche le urine possono diventare scure a causa della bilirubina che si accumula in circolo, mentre le feci diventano chiare.

Epatite A: sintomi più comuni

Le forme sintomatiche dell'infezione da virus dell'epatite A sono caratterizzate da:

Quanto dura l'Epatite A?

La fase sintomatica dell'epatite A dura solitamente da 2 a 10 settimane, sebbene in alcuni casi possa proseguire anche fino a sei mesi.

Come anticipato, l'epatite A ha generalmente un'evoluzione benigna e, nella maggior parte dei casi si risolve in poche settimane senza lasciare conseguenze. Inoltre, dopo la guarigione dall'infezione, il paziente sviluppa un'immunità permanente che lo proteggerà da nuove infezioni per tutta la vita.

Purtroppo, seppur in rari casi, l'epatite A può anche provocare una grave insufficienza epatica, con esito spesso letale. Queste forme, dette epatiti fulminanti, si manifestano più frequentemente nei pazienti anziani, specie se immunocompromessi o già affetti da un'altra malattia del fegato.

Possibili complicanze

Le complicazioni gravi dell'epatite A sono estremamente rare, tanto che la maggior parte delle persone colpite va incontro ad una spontanea remissione dei sintomi entro uno o due mesi; più raramente, la malattia può causare recidive che ne prolungano i tempi di guarigione oltre i sei mesi.

Cause

Virus dell’Epatite A: caratteristiche

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Il virus dell'epatite A (noto con l'acronimo HAV, da Human Hepatitis A Virus) prolifera nell'intestino e nel fegato e viene espulso attraverso la bile e le feci. Il virus è dunque presente negli escrementi delle persone infette già dopo qualche giorno dal contagio e continua ad essere eliminato fino ad una settimana dopo la guarigione. Il picco di contagiosità si registra circa 7-10 giorni prima dell'esordio dei sintomi, quando l'escrezione fecale del virus è massima.

Epatite A: chi sono i soggetti più a rischio

Tutti i non vaccinati possono contrarre l'epatite A, ma a maggior rischio sono:

  • Coloro che sono a stretto contatto con persone infette;
  • Viaggiatori internazionali;
  • Tossicodipendenti;
  • Bambini;
  • Anziani non autosufficienti;
  • Omosessuali.

Favoriscono la trasmissione dell'infezione da virus dell'epatite A:

  • Condizioni ambientali scarsamente igieniche;
  • Scarsa igiene personale;
  • Scarsa igiene nella preparazione degli alimenti.

Modalità di Contagio

Epatite A: come si trasmette?

La trasmissione dell'epatite A avviene soprattutto per via oro-fecale, vale a dire attraverso:

  • L'ingestione di cibi o acqua contaminati da feci infette;
  • Il contatto con un individuo infetto, ad esempio portando le mani alla bocca dopo avergli stretto la mano od usando le posate da egli manipolate senza che si sia lavato le mani dopo essersi recato alla toilette.

Dalle feci e dai liquidi fognari, infatti, il virus può contaminare le falde acquifere e attraverso di esse raggiungere svariate tipologie di alimenti, quali i prodotti della pesca (quindi pesci, molluschi e crostacei), la verdura, la frutta e tutti i prodotti derivati.

Scarse condizioni di igiene personale, assieme al mancato rispetto delle norme igieniche di base durante la manipolazione degli alimenti, possono quindi favorire il contagio. L'epatite A può essere trasmessa anche attraverso pratiche sessuali oro-anali. Inoltre, seppur piuttosto raro, è possibile il contagio per via ematica, che avviene, ad esempio, nel caso di trasfusioni o attraverso lo scambio di siringhe usate per l'autosomministrazione di droghe.

Il virus dell'epatite A è abbastanza resistente alle alte temperature, ma capitola dopo una bollitura di 5-10 minuti. Per questo motivo il rischio di infezione è elevato in presenza di condizioni igieniche carenti ed in assenza di un'adeguata cottura degli alimenti.

Per quanto tempo è possibile il contagio?

Un soggetto infetto elimina il virus e di conseguenza risulta contagioso, dai 7-10 giorni prima della comparsa della sintomatologia ad una settimana dopo. In altre parole, l'infettività è massima nel periodo compreso tra le due settimane circa che precedono l'esordio della malattia ed i 7 giorni che lo seguono. In questo periodo, il virus si concentra nelle feci, ma si riscontra, in minime quantità, anche nel sangue e nella saliva. Di conseguenza, l'epatite A è contagiosa già nella fase di incubazione, ancor prima che compaiano i sintomi ad essa riconducibili.



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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici