Ultima modifica 26.02.2020

Ascite e Peritoneo

L'ascite, dal greco askos = sacco, è una raccolta patologica di liquidi nella cavità addominale. Negli individui in salute il volume di tali fluidi è piuttosto esiguo (10-30 ml), ed aiuta lo scorrimento delle superfici peritoneali.

AsciteIl peritoneo è una membrana costituita da due foglietti, di cui il più esterno o parietale forma il rivestimento della cavità addominale ed il più interno, o viscerale, ricopre gran parte dei visceri contenuti al suo interno. Tra i due foglietti esiste uno spazio virtuale, detto cavo peritoneale, contenente una piccola quantità di liquido sieroso, che si rinnova continuamente e consente lo scivolamento, l'uno sull'altro, dei due foglietti, facilitando i movimenti attivi e passivi degli organi addominali. L'eccessivo accumulo di liquidi in questa cavità intraperitoneale è detto appunto ascite.

Cause di Ascite

Nel 75-80% dei casi l'ascite è correlata a cirrosi, una malattia degenerativa del fegato in cui il normale tessuto epatico viene sostituito da una tessuto connettivo fibroso (cicatriziale). A sua volta la cirrosi rappresenta molto spesso la complicanza a lungo termine di epatiti virali, autoimmuni, alcoliche o causate da altre sostanze (farmaci, esposizione prolungata ad agenti tossici di varia natura). L'ascite compare nel 50% dei pazienti affetti da cirrosi entro 10 anni dalla diagnosi; il 40% dei cirrotici con ascite decede entro 2 anni, mentre l'aspettativa di vita a 5 anni dalla diagnosi è del 30%. Se possibile, quindi, la comparsa di ascite deve far considerare l'opportunità di un trapianto di fegato.

Tra le possibili cause di ascite ritroviamo anche l'insufficienza cardiaca (3% dei casi), forme tumorali che interessano gli organi addominali (colon, fegato, stomaco, pancreas, ovaio) (10%), malattie infettive come la tubercolosi (2%), pancreatiti (1%) e più raramente gravi forme di malassorbimento intestinale o malnutrizione severa (Kwashiorkor).

Qualunque sia l'origine, l'ascite è causata dalla perdita degli equilibri idrici e salini, con eccessiva ritenzione di acqua e sodio da parte dell'organismo. Presumibilmente all'origine del problema si colloca l'ipertensione portale; ricordiamo che la vena porta raccoglie il sangue proveniente dalla milza, e dalla porzione sottodiaframmatica del tubo digerente, per veicolarlo al fegato; in presenza di una malattia epatica, come la cirrosi, le alterazioni strutturali dell'organo ostacolano il flusso ematico all'interno del fegato, aumentando la pressione del sangue nella vena porta. A causa di questo rialzo pressorio aumenta la quantità di sangue sequestrata dalla milza (che aumenta significativamente di volume → splenomegalia), con conseguente riduzione della quantità di sangue circolante (ipovolemia).

L'attivazione del sistema simpatico e del sistema renina-angiotensina-aldosterone in risposta all'ipovolemia, aumenta la quantità di sodio e liquidi ritenuti a livello renale, mentre dall'altro lato i barocettori spingono il cuore ad aumentare la propria frequenza e contrattilità, oltre a stimolare la vasocostrizione arteriolare. L'intero meccanismo alimenta l'ipertensione portale, che accresce la pressione idrostatica all'interno dei sinusoidi epatici favorendo la trasudazione di liquidi nella cavità peritoneale (ascite).

Infine, la compromissione epatica porta ad una riduzione della sintesi proteica, inclusa quella relativa all'albumina; trattasi della più importante proteina plasmatica, che da sola è responsabile dell'80% della pressione oncotica (colloido-osmotica) del sangue. Come tale l'albumina favorisce il passaggio di acqua dal liquido interstiziale ai capillari; di conseguenza, l'ipoalbuminemia porta alla formazione di edemi ed ascite per accumulo di liquidi negli spazi intercellulari (anche se il suo ruolo nello sviluppo dell'ascite è oggi considerato minoritario).


Ascite

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