Ultima modifica 11.10.2019

I farmaci oppioidi potenziano l'effetto analgesico degli oppioidi endogeni, mimandone l'azione; queste molecola di natura peptidica svolgono diverse funzioni a livello centrale:

  • esercitano un controllo inibitorio dello stimolo doloroso;
  • modulano le funzioni gastro-intestinali ed endocrine e quelle del sistema autonomo orto e parasimpatico;
  • regolano la sfera emotiva e cognitiva.

Gli oppioidi endogeni derivano da macropeptidi sottoposti a processi di idrolisi enzimatica; si distinguono tre tipologie di oppioidi: le enkefaline, le endorfine e le dinorfine.
Per poter comprendere il meccanismo d'azione di questi farmaci è indispensabile conoscere in dettaglio i recettori sui quali gli oppioidi endogeni ed esogeni vanno ad agire; esistono tre tipi recettoriali con cui gli oppioidi interagiscono, seguendo un ordine di affinità e selettività.

  1. Recettore μ: è il recettore più numeroso a livello sovra spinale, ma lo ritroviamo anche nella zona midollare, così da consentire una modulazione ubiquitaria del dolore. Le principali funzioni di questo recettore consistono nel controllo: dell'effetto analgesico a livello sovra spinale e spinale; dell'effetto sedativo, benché non in tutte le specie; della ridotta motilità gastro-intestinale per inibizione del rilascio di acetilcolina; del rilascio di ormoni e neurotrasmettitori.
  2. Recettore δ: anche questo situato a livello sovra spinale e spinale: è deputato alla modulazione dell'analgesia nelle rispettive aree, sovra spinale e spinale, ed al controllo neuro-endocrino.
  3. Recettore κ: medesima collazione del recettore δ, ma con diversa funzione; il recettore κ è responsabile degli effetti psicomimetici e della ridotta motilità gastro-intestinale.

Tutte e tre le tipologie recettorali presentano lo stesso meccanismo d'azione:  sono recettori inibitori legati alla proteina G:  una volta attivati, inibiscono l'enzima adenilatociclasi con conseguente riduzione della produzione di AMP ciclico e dell'entrata di ioni calcio, così da determinare un'inibizione dell'eccitabilità della cellula. Questa inattività cellulare si traduce in un minor rilascio di neurotrasmettitori: a livello post sinaptico aumenta la fuoriuscita di ioni potassio, che riduce la reattività del recettore a livello post sinaptico nei confronti del neurotrasmettitore.
Gli oppioidi, endogeni od esogeni, inibiscono la trasmissione dello stimolo doloroso agendo a vari livelli: riducono la capacità percettiva dei nocicettori; a livello delle corna spinali riducono il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili della trasmissione del dolore; a livello talamico impediscono la trasmissione dello stimolo doloroso alla corteccia sensoriale: di contro potenziano il controllo inibitorio delle vie modulatorie discendenti.

 


Altri articoli su 'Oppioidi - farmaci oppioidi ed oppioidi endogeni'

  1. Dolore: da cosa dipende il dolore?
  2. Morfina e derivati nella cura del dolore