Ultima modifica 23.07.2019

La stipsi è un malfunzionamento intestinale, che si traduce in una difficoltà ad evacuare le feci e ad una defecazione insufficiente, infrequente o irregolare, con emissione di feci dure e compatte. La costipazione è più frequente nelle donne e negli anziani, che riferiscono maggiori sforzi e la sensazione di un blocco dell'ano, rispetto alle persone di mezza età.
stitichezzaLa stipsi non è una malattia ma un disturbo, un sintomo, che può facilmente degenerare in patologie di vario genere, quali l'occlusione intestinale, il dolore addominale cronico, il megacolon, il volvolo, il fecaloma, fino al cancro del colon-retto. Le cause che più frequentemente conducono a stipsi sono da ricercare soprattutto in una vita molto frenetica, con dieta povera di fibre e liquidi, e poca, se non del tutto assente, attività motoria. Altre cause collaterali possono essere un cambiamento drastico della routine giornaliera, un colon ipotonico, la presenza di tumori al colon, una disfunzione neuro-muscolare della regione retto-anale, l'uso di sostanze iatrogene, come gli oppioidi, gli antimuscarinici, gli antiacidi. In ultimo, ma non meno importante, l'aspetto psicologico, in quanto stress, ansia, stimoli emozionali, paura ed aggressività repressa sono in grado di alterare la motilità gastrica ed intestinale. Per sconfiggere la stitichezza è necessario adottare una sana e bilanciata alimentazione quotidiana, ed impegnarsi in una discreta attività fisica; qualora questo non fosse sufficiente si può ricorrere a determinati farmaci lassativi.
È bene distinguere nettamente l'effetto lassativo da quello purgante: l'azione lassativa provoca un'evacuazione di feci molli ma compatte; invece, l'azione purgante provoca un'evacuazione di tipo diarroico, quindi più fluida. Uno stesso lassativo a dosi eccessive può risultare purgante.

Accade spesso che questi farmaci lassativi - che non necessitano di prescrizione medica - vengano impiegati in modo scorretto e spesso eccessivo, soprattutto dagli anziani; ciò tende a peggiorare l'effetto costipante, fino a rendere insensibile l'intestino ai farmaci stessi, e indurre disidratazione.

Possiamo distinguere diverse categorie farmacologiche utili contro la stitichezza.
I lassativi di massa: trattasi di colloidi idrofili da somministrare con grandi volumi di acqua per aumentare la massa fecale e la peristalsi intestinale; tra questi ritroviamo le comuni fibre alimentari e i semi di psillio. L'effetto non è immediato ma occorrono giorni di trattamento. Alcuni di questi preparati possono contenere zuccheri, per cui non sono consigliabili per soggetti diabetici.
I purganti salino osmotici come i sali di magnesio, il lattulosio e il mannitolo; richiamano acqua nel lume intestinale aumentando la massa fecale; esplicano così un potente effetto catartico o diarroico. Il lattulosio viene scisso in galattosio e fruttosio, i quali - successivamente fermentati dalla flora batterica intestinale  - danno origine all'acido acetico e lattico, responsabili dell'azione osmotica. A dosi eccessive possono provocare disidratazione ed ipopotassemia.
I purganti stimolanti irritanti, quali sono i glicosidi antrachinonici contenuti nella senna, nella frangula, nell'aloe succo e nella cascara. Questi farmaci agiscono a livello del sistema nervoso enterico, suddiviso in:  plesso mienterico, situato tra la muscolatura longitudinale e la circolare della tonaca muscolare; e plesso sottomucoso allocato tra la sottomucosa e la tonaca muscolare circolare o interna; in ogni caso si tratta di cellule neuronali enteriche indipendenti, tra loro in comunicazione e sensibili agli stimoli dell'orto e del parasimpatico; queste due branche del sistema nervoso autonomo modulano quindi la contrazione della muscolatura longitudinale e circolare. I purganti irritanti stimolano le fibre sensitive di questi neuroni a livello della tonaca muscolare circolare e longitudinale, aumentando così la peristalsi intestinale. I principi attivi glicosidi antrachinonici sono dei pro farmaci; assunti per via orale,  presentano una bassa biodisponibilità, e a livello pre intestinale o intestinale vengono metabolizzati ad antrachinoni liberi, che immediatamente attivano i neuroni enterici. Sono assolutamente controindicati in caso di malattie infiammatorie, ostruzioni intestinali, gravidanza e periodo mestruale, poiché possono provocare una contrazione della parete uterina, emorroidi e diverticolosi. Gli effetti collaterali più evidenti sono i crampi a livello addominale e gravi perdite di elettroliti, soprattutto potassio.
Gli emollienti delle feci, di natura minerale o glicerinica, possono essere assunti per via orale o rettale, mediante supposte o microclismi. Anche questi farmaci contro la stitichezza, se usati in modo esagerato, risultano pericolosi; sono infatti farmaci che creano dipendenza, disturbi gastro-intestinali quali coliti spastiche, eccessiva perdita di elettroliti e perforazione dell'appendice (qualora questa sia infiammata).

 


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