Influenza del microambiente e raccolta della droga

Ultima modifica 01.10.2016

FATTORI MICROCLIMATICI E VARIABILITÀ DEI PRINCIPI ATTIVI ALL'INTERNO DI UNO STESSO FITOCOMPLESSO.


Un aspetto da sottolineare di tipo farmacognostico e fitochimico - che si ricollega ai fattori ambientali, genetici e non, che influenzano le droghe - è la variabilità del fitocomplesso all'interno della stessa specie, coltivata o spontanea, che cresce in luoghi con un microambiente diverso. Stiamo parlando di quella variabilità che interviene sulla qualità delle droghe, legata ad elementi ecologici locali e che determina grosse oscillazioni nella qualità dei fitocomplesso. Un esempio è la Rhus coriaria (famiglia Anacardiacee) utilizzata in Medio Oriente per le sue proprietà disinfettanti e digestive, ma coltivata anche nei dintorni di Ferrara, in una zona vicina alla città, in una in prima periferia, in una verso il mare ed in una verso il bolognese. In relazione al diverso microclima, ci si aspetterà da queste piante una composizione del fitocomplesso variabile; questo fenomeno, è da precisare, può interessare alcune specie, ma non tutte, dal momento che le diverse piante possono essere più o meno sensibili a questi cambiamenti microclimatici. Della Rhus coriaria si utilizzano prevalentemente i frutti e le parti aeree essiccate, da cui si ricava un olio essenziale, miscela composta prevalentemente da molecole di tipo terpenico nominate beta-fellandrene, nonale, naftalene, 2(E)-decenale, 2(E),4(Z)-decadienale e 2(E),4(E)-decadienale, tutte di natura monoterpenica (hanno, cioè, 10 atomi di carbonio). A seconda della zona di coltivazione della Rhus coriaria, le concentrazioni di monoterpeni all'interno di una stessa quantità di fitocomplesso sono molto variabili; quindi, a parità di fitocomplesso, il rapporto quantitativo tra i princìpi attivi che lo compongono può variare in modo molto considerevole e, insieme ad esso, la qualità della droga (che può assumere proiezioni di utilizzo sensibilmente differenti).

La variabilità delle droghe in relazione a fattori naturali è ugualmente associabile a quella dipendente da elementi di tipo tecnico e artificiale. I fattori artificiali sono quegli elementi di variabilità della qualità di una droga, che intervengono in tutte quelle fasi che definiscono il post - raccolta.

Tra i fattori naturali ed i fattori artificiali non dobbiamo dimenticare la raccolta. La raccolta è l'elemento di unione tra le due fasi, un elemento di congiunzione che ci fa capire quali sono gli aspetti da tenere in considerazione per il rispetto della qualità farmacognostica della droga. La raccolta - che può essere effettuata manualmente o con ausilio meccanico - interessa la fonte naturale o la parte di essa che diverrà droga; deve quindi essere effettuata nel rispetto delle qualità morfologiche, organografiche ed istologiche che la caratterizzano.

La fase di raccolta è l'elemento cruciale per garantire l'integrità e la qualità della droga, nel pieno rispetto dell'insieme di elementi caratterizzanti, di ordine organografico, morfologico ed istologico, riportati in Farmacopea. Se la droga non è riportata in Farmacopea, invece, ci si dovrà attenere a quelli che sono gli aspetti esperienziali e di ricerca etno/farmaco/botanica, che i ricercatori hanno oggi a disposizione per proiettare una fonte naturale da una foresta al mercato.




Altri articoli su 'Influenza del microambiente e raccolta della droga'

  1. Qualità del terreno e resa di alcune piante officinali
  2. Farmacognosia
  3. Il degrado post - raccolta della droga