La Satureja come esempio del corretto tempo di raccolta

Ultima modifica 18.07.2019

Della Satureja, famiglia Labiate, si conoscono diverse specie di interesse farmacognostico; si tratta di una pianta con applicazioni erboristiche e dietistiche, la cui droga è costituita dai fiori e dalle foglie. La quantità di olio essenziale che può essere ottenuta varia di diverse volte, tenendo conto, ancora una volta, del fattore tempo di raccolta, che va da aprile ad ottobre.

Il periodo migliore per raccogliere la droga è luglio; in questo caso, lo spazio temporale è molto più definito, dal momento che il semplice trascorrere di 30 - 40 giorni diminuisce anche della metà la quantità di olio essenziale che si può ottenere. Quando si parla di qualità di olio essenziale (miscela prevalentemente terpenica, quindi una miscela di composti a basso peso molecolare, con struttura molto semplice e volatili), considerandola a partire dalla quantità di miscela di sostanze, si arriva alla conclusione che luglio è il periodo migliore per la raccolta della Satureja. Se però si considera l'olio essenziale in ragione dei composti che lo caratterizzano, l'oggetto di interesse non è più solo quantitativo, ma anche qualitativo, perché è questo aspetto che ne determina l'espressione funzionale. In particolare, la valenza dietistica ed erboristica di Satureja, che è una droga eupeptica, è data da due monoterpeni: carvacrolo e cimene. Se osserviamo la presenza di queste due sostanza nell'arco dell'anno, notiamo che la loro concentrazione all'interno dell'olio, che sia poco o tanto, che si raccolga ad aprile o luglio, varia notevolmente; ciò significa che in modo altrettanto ampio varia la qualità dell'olio, quindi in modo altrettanto ampio varia l'espressione funzionale di quella droga e di quell'olio essenziale derivato.

Da aprile ad ottobre la concentrazione di carvacrolo è nettamente maggiore sul cimene, che mano a mano aumenta sempre più nell'ultimo periodo, fino a superarlo. Ora sorge spontanea la domanda: quale attività dei due monoterpeni ci interessa? Ci interessa l'espressione funzionale del fitocomplesso? O l'espressione sinergica di carvacrolo e cimene?

Se ci interessa l'azione sinergica dei due monoterpeni il periodo migliore di raccolta non è quello in cui si ottiene la maggior quantità di olio essenziale, ma l'arco di tempo dove ve ne è di meno, cioè verso ottobre. Ecco allora spiegato come il concetto di "fattore qualità di droga", se applicato ad un fitocomplesso come un olio essenziale, richieda delle specifiche che talvolta possono portarci a delle conclusioni che non sono affatto intuitive. Potremmo essere portati a pensare, infatti, che per quella droga il periodo di miglior raccolta e di migliore espressione di mercato sia quello in cui si ottiene la maggior quantità di olio essenziale. In realtà, stabiliti i criteri di valutazione, conferiti dall'azione sinergica dei due composti, il periodo di raccolta ideale corrisponde a quello in cui ho la minor quantità di olio essenziale.

Se è il carvacrolo che ci interessa di più, perché è la sua azione che determina l'espressione funzionale di quell'olio essenziale, allora in questo caso il periodo migliore per la raccolta della droga è il periodo precedente luglio, dove si ha una resa sensibilmente minore ma una qualità sicuramente superiore; quindi a fronte di una resa più bassa, si ha un prodotto che sul mercato vale molto di più. Se invece è il cimene che mi interessa, non è luglio il periodo migliore, ma addirittura quello dove ho la minor quantità di resa, cioè ottobre.

Grazie all'esempio della santoreggia abbiamo potuto apprezzare come il concetto di fitocomplesso ed espressione salutistica di una droga, abbia, rispetto a fattori che ne influenzano la qualità, un'espressione diversificata e complessa, spesso non intuitiva.



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