Ultima modifica 24.10.2019

Droga: pianta o parte di pianta impiegata dopo essere stata opportunamente trattata.

Innanzitutto, bisogna saper raccogliere correttamente la pianta od una sua parte affinché mantenga le caratteristiche morfologiche e macro-microscopiche riportate in Farmacopea. La raccolta di queste piante o delle parti impiegate dev'essere eseguita in maniera estremamente specialistica e tecnica, in modo che rimangano intatte. Se la droga non mantiene le caratteristiche morfologiche e macroscopiche, allora essa perde interesse officinale, valore e importanza. Prima ancora della raccolta bisogna sapere dove raccogliere e quali sono le fonti principali di approvvigionamento delle droghe.

Una delle fonti principali di approvvigionamento delle droghe è data dalle piante spontanee (in realtà quasi scomparsa se non per droghe di interesse locale, circoscritto), la cui qualità è estremamente variabile in relazione alla raccolta, all'esposizione al sole, alla quantità di acqua a disposizione, a fattori ecologici, a fattori interni ontogenetici, al tempo balsamico e allo stadio ontogenetico che varia a seconda della specie; ci sono anche fattori interni importanti, come quelli di tipo genetico, che non possono essere valutati se le piante sono di tipo spontaneo, a meno che non abbiano un fenotipo evidente dal punto di vista morfologico. In ogni caso, l'approvvigionamento da piante spontanee fondamentalmente non ha niente a che fare con il mercato più ampio - dedito alla produzione di preparati salutistici commerciali - per il quale si tratta di approvvigionamento da piante coltivate.

Le piante coltivate sono numerosissime; sono praticamente la quasi totalità delle specie presenti in commercio. Molte sono di interesse prevalentemente erboristico, altre di interesse soprattutto farmaceutico, altre ancora di interesse esclusivamente farmaceutico. La Digitalis purpurea, ad esempio, ha un interesse esclusivamente farmaceutico, non fitoterapico, perché è una pianta cardiaca che agisce sul cuore affaticato; i suoi princìpi attivi sono contenuti in prodotti farmaceutici vendibili solo dietro presentazione di regolare ricetta medica, quindi non di competenza erboristica. Tutto ciò se consideriamo solo l'aspetto fitoterapico; se consideriamo quello omeopatico invece, la digitale ha notevole importanza, poiché il suo principio attivo viene diluito migliaia di volte fino a perdere l'effetto farmaceutico tradizionale.

Nell'approvvigionamento delle droghe andrebbe aggiunto un aspetto legato alla natura della fonte. Le droghe, infatti, non sono solo derivate da fonti vegetali, ma possono essere anche di natura animale e minerale.

Il chitosano è una droga di origine animale con interesse erboristico legato alle sue proprietà adsorbenti. Utilizzato per perdere peso nei regimi dietetici, è ottenuto per acetilazione della chitina, prodotto di natura carboidratica ricavato dai gusci dei crostacei. Anche il miele è una droga di origine animale, come la propoli e la pappa reale.

L'ambra grigia è una droga di origine animale di estrema importanza in campo cosmetico perché fissa i profumi; estremamente pregiata perché secrezione patologica dell'intestino dei cetacei: è data da ammassi di natura lipofila - steroidea con proprietà cosmetiche importanti.

Apprezzati sono i grassi di origine ittica, con proprietà dietistiche importanti, omega 6 e 3.

Di natura minerale sono invece il carbone (di origine sia animale che vegetale) - che non è altro che il prodotto della combustione di qualche cosa di organico - oppure l'argilla - tipica droga minerale utilizzata in ambito cosmetico e dermofunzionale, grazie alle sue proprietà adsorbenti e rassodanti - o argille delicate per trattare foruncolosi o acne.

Concentriamoci ora sulle piante.






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