Zevalin - ibritumomab tiuxetano

Ultima modifica 25.02.2020
Informazioni su Zevalin - ibritumomab tiuxetano fornite da EMEA

Che cos'è Zevalin?

Zevalin è un kit per la preparazione di un'infusione (flebo in vena) "radiomarcata" del principio attivo ibritumomab tiuxetano.

Per che cosa si usa Zevalin?

Zevalin non viene usato direttamente, ma deve essere radiomarcato prima dell'uso. La radiomarcatura è una tecnica tramite la quale una sostanza viene marcata con un composto radioattivo. Zevalin viene radiomarcato mescolandolo con una soluzione di cloruro ittrio (90Y) cloruro.
Il farmaco radiomarcato è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma non-Hodgkin follicolare a cellule B. Si tratta di un tipo di tumore del tessuto linfatico (una parte del sistema immunitario) che colpisce un tipo di globuli bianchi chiamati "linfociti B" o "cellule B". Zevalin viene utilizzato nei seguenti gruppi di pazienti:

  1. soggetti che presentano una remissione (riduzione delle cellule tumorali) dopo il primo trattamento d'induzione (chemioterapia iniziale) per il linfoma. Zevalin viene somministrato come terapia di consolidamento per migliorare la remissione;
  2. soggetti per i quali la terapia con rituximab (altro trattamento per il linfoma non-Hodgkin) non è più efficace o la cui patologia ha presentato una recrudescenza dopo un trattamento con rituximab.

Il medicinale può essere ottenuto soltanto con prescrizione medica.

Come si usa Zevalin?

Zevalin radiomarcato deve essere manipolato e somministrato solamente da personale abilitato all'uso di medicinali radioattivi.
Prima del trattamento con Zevalin radiomarcato, i pazienti devono ricevere un'infusione di rituximab (a una dose inferiore rispetto a quella utilizzata per il trattamento) per eliminare dalla circolazione le cellule B, lasciando le cellule B cancerose nel tessuto linfatico. In tal modo Zevalin potrà fornire radiazioni più specificamente alle cellule B cancerose. Successivamente, dopo sette - nove giorni, vengono effettuate una seconda infusione di rituximab e un'iniezione di Zevalin radiomarcato. Zevalin deve essere somministrato per infusione endovenosa lenta (iniezione goccia a goccia) della durata di 10 minuti. La dose di Zevalin è calcolata in maniera tale da fornire la quantità adeguata di radioattività per le condizioni del paziente, in base alla conta delle cellule ematiche.

Come agisce Zevalin?

Il principio attivo di Zevalin, ibritumomab, è un anticorpo monoclonale. Un anticorpo monoclonale è un anticorpo (un tipo di proteina) concepito per riconoscere e legarsi a una struttura specifica, denominata antigene, presente in talune cellule dell'organismo. Ibritumomab è stato creato per legarsi a un antigene, CD20, presente sulla superficie di tutti i linfociti B.
Quando Zevalin viene radiomarcato, l'elemento radioattivo. l'ittrio-90 (90Y), si lega all'ibritumomab. Nel momento in cui il farmaco radiomarcato viene iniettato nel paziente, l'anticorpo monoclonale passa la radioattività all'antigene bersaglio CD20 sulle cellule B. Quando l'anticorpo si lega all'antigene, la radiazione può agire localmente e distruggere le cellule B del linfoma.

Quali studi sono stati effettuati su Zevalin?

Come terapia di consolidamento, Zevalin è stato studiato in uno studio principale condotto su 414 pazienti che avevano raggiunto una remissione parziale o completa durante il trattamento di induzione per il linfoma non-Hodgkin. Lo studio ha comparato pazienti trattati con Zevalin e pazienti non sottoposti a trattamento addizionale. La principale misura dell'efficacia era il tempo di sopravvivenza dei pazienti senza peggioramento della malattia.
Zevalin è stato studiato anche in un totale di 306 pazienti affetti da linfoma non-Hodgkind che non reagivano ad altre terapie o la cui patologia si era ripresentata dopo un trattamento precedente. Lo studio principale, che ha coinvolto 143 pazienti, ha confrontato l'efficacia di Zevalin con quella di rituximab. In uno studio aggiuntivo, Zevalin è stato somministrato a 57 pazienti affetti da linfoma follicolare già sottoposti in precedenza a terapia con rituximab e che non rispondevano al trattamento. In entrambi gli studi il principale indicatore dell'efficacia era il numero di pazienti che avevano risposto parzialmente o completamente al trattamento.

Quali benefici ha mostrato Zevalin nel corso degli studi?

Quando Zevalin è stato somministrato come terapia di consolidamento, i pazienti sono sopravvissuti più a lungo senza peggioramento della malattia rispetto a quelli non sottoposti a trattamento addizionale. I pazienti cui è stato somministrato Zevelin radiomercato sono sopravvissuti per una media di 37 mesi prima del peggioramento della patologia da cui erano affetti, rispetto ai 14 mesi dei soggetti cui non è stato somministrato un trattamento addizionale. Tuttavia i pazienti che avevano assunto rituximab come parte del trattamento di induzione erano troppo pochi per stabilire se l'uso di Zevelin come terapia di consolidamento avrebbe arrecato un beneficio a questi pazienti.
Nei pazienti che non rispondevo ad altre terapie o che presentavano una ricaduta della malattia dopo un trattamento precedente, Zevalin si è dimostrato più efficace di rituximab: ha risposto l'80% dei pazienti trattati con Zevalin radiomarcato rispetto al 56% dei pazienti trattati con rituximab. Tuttavia, il tempo trascorso prima di un peggioramento della malattia dopo il trattamento è stato il medesimo per entrambi i gruppi (circa 10 mesi). Nello studio aggiuntivo, Zevalin radiomarcato ha registrato una risposta in circa metà dei pazienti.

Qual è il rischio associato a Zevalin?

Zevalin radiomarcato è radioattivo e il suo impiego può indurre un rischio di cancro e di difetti ereditari. Il medico che prescrive il medicinale deve assicurarsi che i rischi legati all'esposizione alla radioattività siano minori di quelli legati alla malattia stessa. Gli effetti indesiderati più comuni di Zevalin (osservati in più di un paziente su 10) sono anemia (diminuzione del numero di globuli rossi), leucocitopenia e neutropenia (diminuzione del numero di globuli bianchi), trombocitopenia (diminuzione del numero di piastrine), astenia (debolezza), piressia (febbre), rigidità e nausea. Per l'elenco completo degli effetti indesiderati rilevati con Zevalin, si rimanda al foglio illustrativo.
Zevalin non deve essere somministrato a persone che potrebbero essere ipersensibili (allergiche) a ibritumomab, cloruro di ittrio, alle proteine del topo o a una qualsiasi delle altre sostanze. Zevalin non deve essere usato durante la gravidanza o l'allattamento.

Perché è stato approvato Zevalin?

Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) ha deciso che i benefici di Zevalin sono superiori ai suoi rischi come terapia di consolidamento dopo l'induzione della remissione in pazienti non trattati in precedenza affetti da linfoma follicolare e nel trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma non-Hodgkin follicolare a cellule B CD20 positivo, con ricadute o refrattari al trattamento con rituximab. Il comitato ha raccomandato il rilascio dell'autorizzazione all'immissione in commercio per Zevalin.
L'autorizzazione di Zevalin è stata inizialmente rilasciata in "circostanze eccezionali", poiché non era stato possibile ottenere informazioni complete su questo medicinale. Poiché la ditta ha fornito le informazioni aggiuntive richieste, la condizione "in circostanze eccezionali" è stata rimossa il 22 maggio 2008.

Altre informazioni su Zevalin

Il 16 gennaio 2004 la Commissione europea ha rilasciato alla Bayer Schering Pharma AG un'autorizzazione all'immissione in commercio per Zevalin, valida in tutta l'Unione europea. L'autorizzazione all'immissione in commercio è stata rinnovata il 16 gennaio 2009.
Per la versione completa dell'EPAR di Zevalin cliccare qui.

Ultimo aggiornamento di questa sintesi: 01-2009.


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