Farmaci per Curare il Tumore al Rene
Ultima modifica 23.07.2019

Definizione

Il carcinoma renale a cellule chiare (dette così perché ricche di glicogeno e lipidi) rappresenta la forma tumorale più violenta e comune del cancro al rene (65%): questa neoplasia comporta numerose alterazioni delle cellule localizzate nel tubulo renale. Tra le altre forme frequenti di cancro al rene, non possiamo dimenticare il carcinoma papillare di tipo I e II, e il carcinoma dei dotti collettori. Ancora, il cancro al rene può originare nella pelvi renale e a livello delle cellule transizionali.

Cause

Quello che le statistiche mettono in luce, è che il tumore al rene è fortemente influenzato da fumo, obesità e ipertensione; di conseguenza, i fumatori, i soggetti in evidente sovrappeso e gli ipertesi sono i target più possibili e probabili del cancro al rene. I maschi sono più colpiti da tumore al rene rispetto le donne, specie se anziani e geneticamente predisposti. Infine, sembra che anche l'esposizione – per motivi lavorativi – a sostanze come metalli pesanti e derivati del petrolio possa favorire il cancro al rene.

Sintomi

Anche questa forma neoplastica esordisce in maniera pressoché asintomatica, o comunque con sintomi aspecifici e vaghi; di conseguenza, il cancro tende ad essere diagnosticato quando si trova nello stadio avanzato. In fase avanzata, i sintomi maggiormente ricorrenti sono: anemia, astenia e malessere generale, diminuzione ponderale, inappetenza, mal di schiena, presenza di una massa di consistenza solida nell'addome, urine scure e/o sanguinolente.


Le informazioni sui Tumore al Rene - Farmaci per la Cura del Tumore al Rene non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Tumore al Rene - Farmaci per la Cura del Tumore al Rene.

Farmaci

I trattamenti impiegati in terapia per la cura del tumore al rene sono diversi in base allo stadio di avanzamento del cancro ed alla localizzazione delle cellule malate:

  • Asportazione chirurgica del tumore: indicata per la cura del carcinoma a cellule chiare. Questa procedura aumenta le aspettative di vita nei pazienti malati di cancro al rene nello stadio di metastasi. L'opzione chirurgica viene considerata nel 90% dei pazienti malati di cancro al rene; chiaramente, l'asportazione di una parte o dell'intero organo dipende dall'espansione delle cellule malate.
  • Radioterapia o crioterapia: procedure poco utilizzate per curare il tumore al rene; in genere, il paziente viene sottoposto a questi trattamenti esclusivamente a finalità palliative, dato che non portano alla completa distruzione del tumore.
  • Immunoterapia: prevede la somministrazione di citochine, interleuchina 2 o interferone. In genere, questa terapia esercita appieno la propria attività terapeutica per i tumori al rene senza metastasi a distanza o invasione di cellule malate nei linfonodi.
  • Chemioterapia: riservata ai tumori al rene a carico della pelvi renale. La chemioterapia, infatti, non esercita alcun effetto terapeutico per la risoluzione completa del tumore al rene.

Di seguito sono riportate le classi di farmaci antitumorali maggiormente impiegate nella terapia contro il tumore al rene, ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura:

  • Sunitinib (es. Sutent): questo farmaco sembra essere il più utilizzato per il trattamento del cancro al rene. La sua azione terapeutica viene potenziata quando associato a bevacizumab e all'interferone. In genere, la posologia raccomandata è 50 mg per os, una volta al dì, con o senza cibo, per 4-6 settimane.
  • Bevacizumab (es. Avastin) somministrare 10 mg/kg per via endovenosa ogni 2 settimane in associazione all'interferone alfa.
  • Sorafenib (es. Nexavar): farmaco di seconda scelta per il trattamento del cancro al rene (classe: inibitore della protein-chinasi). Assumere due compresse da 200 mg due volte al dì, preferenzialmente lontano dai pasti o con un pasto ipolipidico. La cura farmacologica va protratta fino ad evidente miglioramento dei sintomi senza troppi effetti collaterali. Il farmaco esplica la propria azione terapeutica rallentando la crescita delle cellule malate, oltre ad ostacolare l'apporto di sangue alle cellule maligne (che servirebbe a queste per crescere e provocare danno).
  • Medrossiprogesterone (es. Farlutal, Provera G, Filena) appartiene alla classe dei contraccettivi ormonali  e degli antineoplastici. Va assunto alla posologia di 400-1.000 mg per via intramuscolare, una volta a settimana. In seguito, ridurre la dose a 400 mg per via i.m., una volta al mese. Consultare il medico.
  • Erlotinib (es. Tarceva): anche se impiegato soprattutto per la cura del tumore al pancreas e al polmone, il farmaco viene utilizzato in terapia anche per il tumore al rene, specie in uno stadio avanzato o metastico. La posologia va stabilita dal medico.
  • Temsirolimus (es. Torisel) indicato per il trattamento del carcinoma delle cellule renali alla posologia di 25 mg, da assumere per infusione e.v. di 30-60 minuti, una volta a settimana. Il farmaco è un inibitore della rapamicina (mTOR) ed agisce rallentando la crescita e l'espansione del cancro.
  • Capecitabina (es. Xeloda): questo farmaco viene ampliamente utilizzato in terapia per la cura del cancro al seno e al colon-retto. Ad ogni modo, viene talvolta utilizzato nella cura del tumore al rene.
  • Aldesleukin: il farmaco appartiene alla classe delle interleuchine e viene impiegato in terapia per la cura del tumore al rene alla posologia di 0,037 mg/kg per lenta infusione di 8 ore, per un massimo di 14 dosi. Consultare il medico.
  • Interferone alfa 2 (es. Pegasys, Roferon-A): somministrare il farmaco per via sottocutanea 3 volte a settimana alla dose di 4,5 milioni di unità; è possibile aumentare la posologia fino a 18 milioni di unità (quando tollerato) durante il primo mese di cura. La dose di mantenimento – basata sulla tollerabilità degli effetti collaterali – è generalmente stimata intorno le tre settimane, ma può proseguire fino a 2 anni se il paziente malato di cancro al rene risponde in modo positivo o comunque se la malattia si stabilizza.