Farmaci per Curare la Shigella
Ultima modifica 25.02.2020

Definizione

Per “Shigellosi” s'intende una patologia intestinale scatenata da batteri gram negativi appartenenti al genere Shigella: nota anche come dissenteria bacillare, la Shigellosi causa problemi prettamente intestinali, che normalmente si risolvono in una manciata di giorni. Nei casi più gravi, l'infezione necessita di farmaci antibiotici per essere debellata.

Cause

La Shigellosi è conseguenza di un insulto sostenuto da batteri gram negativi, appartenenti alla stessa famiglia della Salmonella e dell'E. coli (enterobatteriacee), e al genere Shigella; in particolare, le specie maggiormente coinvolte sono Shigella dysenteriaee, Shigella flexeneri, Shigella boyidii e Shigella sonnei. Il patogeno può essere trasmesso sia tramite il contatto diretto con feci animali od umane infette, sia con l'assunzione di cibo od acqua contaminata. La Shigellosi può raramente essere trasmessa per contatto sessuale.

Sintomi

I segni ed i sintomi caratteristici della Shigellosi esordiscono, generalmente, dopo 2-3 giorni dall'esposizione al battere: crampi addominali, diarrea e febbre sono i sintomi più ricorrenti associati all'infezione, nonostante alcuni pazienti affetti non lamentino alcun sintomo apprezzabile.

Le informazioni sui Shigella - Farmaci per la Cura della Shigellosi non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Shigella - Farmaci per la Cura della Shigellosi.

Farmaci

Prima di procedere con il trattamento farmacologico è indispensabile l'accertamento diagnostico, quindi l'isolamento del battere che ha causato l'infezione; quanto detto è importantissimo, dal momento che alcune specie di Shigella non generano disturbi o sintomi apprezzabili nella maggior parte degli individui affetti. Per riportare un esempio, fatta eccezione per alcuni casi isolati,  Shigella sonnei non genera alcun sintomo intestinale e l'infezione si autorisolve in pochissimi giorni; tant'è che il paziente tende a non accorgersi di essere stato contagiato. Discorso differente dev'essere affrontato per le infezioni sostenute da Shigella dissenteriae: quando colpisce bambini, anziani ed immunocompromessi senza essere curata, questo tipo di Shigellosi può provocare anche la morte.
In primis, il paziente dev'essere sottoposto ad una terapia elettrolitica, che consiste nella generosa reidratazione di liquidi e di sali minerali - specie calcio, potassio e sodio -  perduti con la diarrea; nei casi più seri, il paziente viene ospedalizzato e la terapia elettrolitica somministrata per via endovenosa.
Si raccomanda di NON assumere farmaci per la cura della diarrea, dal momento che, paradossalmente, questa pratica potrebbe persino esacerbare il problema.
Nel caso la Shigellosi non regredisse in pochi giorni, è raccomandata una terapia antibiotica specifica, volta all'allontanamento del batterio: in genere, la terapia farmacologica è riservata ai bambini, agli anziani e a tutti gli individui che registrano gravi alterazioni del sistema immunitario, le categorie più esposte al rischio di complicanze.

 

Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro la Shigellosi, ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura:

Terapia antibiotica: gli antibiotici devono sempre essere assunti con cautela, previa prescrizione medica. Si raccomanda di non seguire una terapia “fai da te”, dal momento che molti batteri appartenenti al genere Shigella sviluppano resistenza a numerosissimi antibiotici. Evidenziamolo ancora una volta: l'antibiotico va utilizzato esclusivamente in caso di shigellosi grave con rischio di complicanze.

  • Ciprofloxacina (es. Ciproxin, Flontalexin, Ciprofloxac, Samper): il derivato chinolonico è indicato per trattare la Shigellosi grave nei pazienti più deboli e con compromissione del sistema immunitario. In questa caso, si consiglia di assumere il farmaco alla posologia di 500 mg, per via orale, due volte al giorno per 3 giorni. Per i malati di AIDS, prolungare la terapia per 7 giorni. Per la Shigellosi non accompagnata da dissenteria, è in genere sufficiente un'unica dose di farmaco da 1 grammo. Consultare il medico.
  • Ofloxacina (es. Exocin, Oflocin): il farmaco, appartenente alla classe dei chinoloni, va assunto per la cura della Shigellosi grave alla posologia indicativa di 200-400 mg, da assumere per via orale ogni 12 ore, per 3-5 giorni.
  • Lomefloxacina (es. Levofloxacina, Tavanic, Aranda, Fovex): anche questo farmaco, come i precedenti, appartiene alla classe farmacologica dei chinoloni; la posologia per la cura della Shigellosi suggerisce di assumere 400 mg di attivo al giorno, per 3-5 giorni.
  • Norfloxacina (es. Noroxin, Norflox, Flossac, Sebercim): il farmaco è un chinolone non approvato dalla FDA per il trattamento della Shigellosi. Ad ogni modo, la posologia prevede di assumere 400 mg di farmaco per bocca, ogni 12 ore, per 5 giorni. Per i pazienti immunocompromessi e affetti da AIDS, si raccomanda di prolungare la terapia per 7-10 giorni. Consultare il medico.
  • Sulfametoxazolo + trimetoprim (es. Bactrim): il preparato farmacologico è formulato con due attivi sulfamidici che, agendo in sinergia, potenziano l'effetto terapeutico, velocizzando i tempi di guarigione dalla shigellosi. In genere, il sulfametoxazolo e il trimetoprim che compongono ogni compressa sono formulati in un rapporto 5:1: per esempio, una compressa può contenere 400 mg di sulfametoxazolo e 80 mg di trimetoprim. Indicativamente, assumere 1 compressa da 160 mg di trimetoprim e da 800 mg di sulfametoxazolo ogni 12 ore (posologia per adulti) per almeno 5 giorni. È possibile somministrare il farmaco anche per via endovenosa: 8-10 mg/kg al giorno, in 2-4 dosi (ogni 6-8-12 ore) per 5 giorni. Non superare i 960 mg di trimetoprim al giorno.
  • Ceftriaxone (es. Ceftriaxone, Pantoxon, Ragex, Deixim): si tratta di una cefalosporina di terza generazione particolarmente indicata per il trattamento pediatrico della Shigellosi. Indicativamente, assumere il farmaco per via endovenosa alla dose di 50-75 mg/kg al giorno, per 2-5 giorni. Per i bambini malati di AIDS, prolungare la terapia per 10 giorni. Il farmaco può essere somministrato anche nei neonati affetti da iperbilirubinemia.

Terapia di reidratazione: in genere, per gli adulti sani, l'acqua è sufficiente per riequilibrare i fluidi perduti con la diarrea nel contesto della shigellosi; anche i bambini possono trarre beneficio da questo semplice accorgimento, in particolare quando all'acqua vengono associati integratori salini. Nei casi gravi, la terapia elettrolitica viene effettuata in ambiente ospedaliero, tramite la somministrazione endovenosa, utile per fornire all'organismo i nutrienti essenziali di cui ha bisogno in tempi assai più rapidi rispetto alla somministrazione per via orale.

 

Terapia preventiva: ancora una volta la prevenzione risulta essenziale per abbattere il rischio di contrazione della Shigella, seguendo semplici accorgimenti di carattere igienico-comportamentale:

  • Lavarsi accuratamente le mani prima di manipolare alimenti, specie dopo esser stati a contatto con materiale potenzialmente contaminato
  • Non bere acqua di pozzo
  • Lavare sempre accuratamente il cibo, specie frutta e verdura consumata con la buccia
  • Non consumare rapporti sessuali con soggetti a rischio, senza il preservativo: ricordiamo brevemente che la Shigellosi può essere trasmessa anche per via sessuale (rientra tra le ne asalute/malattie-veneree.html">malattie veneree)
  • Conservare gli alimenti in frigorifero per evitare il contatto con le mosche, possibili vettori della shigellosi