Farmaci per la Cura del Gomito del Tennista

Ultima modifica 26.03.2020

Definizione

L'epicondilite è una patologia infiammatoria che interessa i tendini che collegano il gomito ai muscoli dell'avambraccio. Questa malattia è anche nota con il nome di "gomito del tennista", poiché colpisce spesso i soggetti che praticano questo sport, ma non solo.

Cause

L'epicondilite, solitamente, è causata da una sollecitazione eccessiva e ripetuta del gomito, per questo motivo è particolarmente diffusa negli individui che per un qualsiasi motivo (lavorativo o sportivo che sia) eseguono movimenti ripetitivi, sottoponendo il gomito ad un uso continuo ed eccessivo.
L'epicondilite può essere causata anche da traumi.

Sintomi

I sintomi tipici che possono manifestarsi nei pazienti affetti da epicondilite, sono dolore al gomito che può estendersi all'avambraccio, alla mano e al polso e dolore, gonfiore, e rigidità articolari. Inoltre, l'epicondilite può favorire la comparsa di osteofiti.
Se l'epicondilite non viene adeguatamente trattata, il dolore può aggravarsi e cronicizzare inficiando notevolmente la qualità della vita dei pazienti.


Le informazioni sui Gomito del Tennista - Farmaci e Cura dell'Epicondilite non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Gomito del Tennista - Farmaci e Cura dell'Epicondilite.

Farmaci

L'epicondilite, di solito, è una patologia che tende ad autolimitarsi e a guarire spontaneamente, ma questo non sempre succede.
Innanzitutto, i pazienti affetti da epicondilite devono stare a riposo, evitando di svolgere l'attività che ha provocato l'infiammazione. L'utilizzo d'impacchi di ghiaccio da applicare sul gomito più volte al giorno può essere utile per diminuire il gonfiore e il dolore causati dall'infiammazione.
Se ciò non dovesse essere sufficiente a controllare la patologia, allora il medico può decidere di prescrivere farmaci analgesici o antinfiammatori non steroidei (FANS).
Nei casi di epicondilite più gravi e persistenti può essere necessario ricorre alla fisioterapia, per alleviare il dolore e la rigidità muscolare causati dalla malattia.
In alcuni casi, inoltre, il medico potrebbe decidere di intraprendere una terapia basata su infiltrazioni di corticosteroidi. Tuttavia, questa pratica - oltre ad essere molto delicata - pare sia efficace solo nel breve termine e non nel lungo termine. Anzi, le ripetute iniezioni di corticosteroidi aumentano il rischio di rottura del tendine.
Infine, in casi molto gravi, può rendersi necessario il ricorso all'intervento chirurgico.


Gomito del Tennista

Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro l'epicondilite ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura.

FANS

Quando per la cura dell'epicondilite è necessario ricorrere ai farmaci, i FANS rappresentano il trattamento di prima scelta, grazie alle proprietà antinfiammatorie e analgesiche di cui sono dotati.
Per il trattamento di questa patologia, i FANS vengono somministrati perlopiù per via orale (sotto forma di compresse, capsule, soluzione orale, ecc.) o per via topica (sotto forma di gel, crema o cerotti medicati).
Fra gli antinfiammatori non steroidei maggiormente impiegati nella cura dell'epicondilite, ricordiamo:

  • Ketoprofene (Artrosilene ®, Orudis ®, Oki ®, Fastum gel ®, Flexen "Retard" ®, Ketodol ®): di solito, quando il ketoprofene è somministrato per via orale, la dose raccomandata è di 150-200 mg di farmaco al giorno, da assumersi in due o tre dosi frazionate. La dose giornaliera massima di 200 mg di principio attivo non deve mai essere superata.
    Quando si utilizzano formulazioni farmaceutiche per uso cutaneo a base di ketoprofene, invece, si consiglia di applicare il prodotto nella zona interessata 1-3 volte al dì, oppure secondo la prescrizione del medico. Per evitare l'insorgenza di reazioni di fotosensibilità, la zona trattata con ketoprofene non deve essere esposta alla luce del sole e ai raggi UV, sia durante la terapia che per un periodo di due settimane dal termine della stessa.
  • Ibuprofene (Brufen ®, Moment ®, Nurofen ®, Arfen ®, Actigrip febbre e dolore ®, Vicks febbre e dolore ®): quando somministrato per via orale, è importante non superare la dose massima di 1.200-1.800 mg d'ibuprofene al giorno. La quantità esatta di principio attivo da assumersi dovrebbe essere stabilita dal medico, in funzione della gravità del dolore e dell'infiammazione.
  • Diclofenac (Dicloreum ®, Deflamat ®, Voltaren Emulgel ®, Flector ®): se il diclofenac è somministrato per via orale, la dose solitamente impiegata varia dai 75 mg ai 150 mg al giorno, da somministrarsi in dosi frazionate.
    Quando si utilizza il gel a base di diclofenac, si consiglia di applicare il prodotto 3-4 volte al giorno, direttamente sulla zona interessata.
    Se si utilizza il cerotto medicato a base di diclofenac, invece, si raccomanda l'applicazione di due cerotti al giorno (uno al mattino e uno alla sera) nella zona infiammata. La durata del trattamento non dovrebbe superare i 7-10 giorni.
  • Naprossene (Momendol ®, Synflex ®, Xenar ®): se il naprossene è somministrato per via orale, la dose abitualmente impiegata è di 500-1.000 mg di farmaco al giorno, da assumersi in dosi frazionate a distanza di 12 ore l'una dall'altra. Quando il naprossene è utilizzato sotto forma di gel o crema, si consiglia di eseguire due applicazioni al giorno direttamente sulla zona colpita dall'infiammazione.

Analgesici

I farmaci analgesici non sono utilizzati per la cura dell'epicondilite in sé, ma per ridurre il dolore ad essa associato.
L'analgesico maggiormente impiegato è il paracetamolo (Tachipirina ®, Efferalgan ®, Panadol ®). La dose di farmaco abitualmente somministrata per via orale è di 500-1000 mg, da assumersi al bisogno per un massimo di 3-4 volte al giorno. Fra una somministrazione e l'altra deve trascorrere un intervallo di tempo di almeno 4-6 ore.

Corticosteroidi

Se l'epicondilite è particolarmente grave e dolorosa, il medico potrebbe ritenere necessario il ricorso a infiltrazioni di corticosteroidi. Come accennato, è una pratica molto delicata che deve essere eseguita solo da personale specializzato.
Fra i corticosteroidi che possono essere impiegati nella cura dell'epicondilite, ricordiamo il metilprednisolone (Depo-Medrol ®). Per il trattamento di questa patologia, il metilprednisolone viene utilizzato in associazione alla lidocaina (un anestetico locale). La dose di farmaco solitamente impiegata è di 4-80 mg, in funzione della gravità dell'infiammazione.


Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista