Farmaci per Curare il Calazio

Ultima modifica 03.01.2020

Definizione

Il calazio è un'infiammazione cronica, non infettiva, che interessa le ghiandole sebacee di Meibomio disposte lungo le palpebre; per questo è conosciuto anche come cisti di Meibomio.
Il calazio può interessare sia la palpebra superiore che quella inferiore; può inoltre essere esterno, se collocato vicino al margine cigliare, oppure interno, se localizzato vicino alla congiuntiva.
Se l'infiammazione coinvolge più ghiandole di Meibomio, allora si parla di calaziosi.

Cause

Il calazio è un'infiammazione provocata dall'ostruzione del dotto escretore delle ghiandole sebacee di Meibomio. Con la chiusura del dotto escretore, il secreto prodotto dalle suddette ghiandole ristagna al loro interno e si accumula dando origine ad una cisti (meglio definita come lipogranuloma).
Inizialmente, si pensava che il calazio avesse origini infettive, ipotesi che poi è stata scartata. Tuttavia, si ritiene che la presenza di un'infezione preesistente possa facilitare l'insorgenza del calazio. Infatti, non è insolito che un orzaiolo (patologia causata da un'infezione batterica) non adeguatamente trattato possa evolvere in calazio. Inoltre, si è osservato che nei pazienti affetti da blefarite, acne rosacea o eczema della pelle vi è un'aumentata probabilità di insorgenza dello stesso calazio.

Sintomi

Come accennato, il calazio si manifesta come una cisti (o lipogranuloma) che può essere localizzata in prossimità del margine cigliare, oppure internamente alla palpebra.
I sintomi che possono manifestarsi in presenza di calazio sono: gonfiore della palpebra, fotofobia, visione offuscata, rossore oculare, secrezione oculare e blefaroptosi.
Nello stadio iniziale, il calazio potrebbe essere confuso con l'orzaiolo, ma - a differenza di quest'ultimo - non è doloroso.
Tuttavia, quando il calazio cresce molto, può esercitare un'eccessiva pressione sulla cornea provocando dolore oculare.
Se il calazio è associato a una pre-esistente blefarite, inoltre, possono formarsi piccole crosticine fra le ciglia che causano prurito e bruciore.


Le informazioni sui Calazio - Farmaci per la Cura del Calazio non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Calazio - Farmaci per la Cura del Calazio.

Farmaci

In alcuni casi, il calazio tende ad autorisolversi e a guarire spontaneamente nel giro di 2-8 settimane, senza bisogno di ricorrere ad alcun tipo di trattamento. Eventualmente - per facilitare il processo di guarigione - si possono effettuare degli impacchi caldo-umidi più volte al giorno, in modo da favorire il drenaggio della ghiandola di Meibomio ostruita.
Se il calazio non guarisce da sé, i trattamenti possibili consistono nella rimozione chirurgica della ciste e/o nell'utilizzo di farmaci antinfiammatori steroidei (corticosteroidi). L'intervento chirurgico può essere affiancato da una terapia antibiotica da effettuarsi sia prima, sia dopo la rimozione del lipogranuloma, in modo da prevenire o contrastare eventuali infezioni batteriche. Infine, è bene ricordare che per evitare l'insorgenza di gravi complicazioni - quali danni alla palpebra e infezioni - l'intervento chirurgico deve essere eseguito solo da un medico specializzato in questo genere di operazioni.
Anche nel caso in cui il calazio sia associato ad una blefarite, può essere utile ricorrere alla somministrazione topica di farmaci antibiotici.


Calazio

Di seguito sono riportati i farmaci maggiormente impiegati nella terapia contro il calazio ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato e alla sua risposta alla cura.

Corticosteroidi

I corticosteroidi possono essere impiegati nel trattamento del calazio grazie alle loro proprietà antinfiammatorie. Possono essere somministrati per via topica sotto forma di colliri o pomate oftalmiche, oppure possono essere effettuate delle iniezioni intralesionali.
Tuttavia, va ricordato che l'utilizzo di corticosteroidi non deve essere effettuato in caso di oftalmie purulente, orzaiolo o infezioni virali, i cui sintomi possono essere mascherati o aggravati dal trattamento con questi farmaci.

  • Triamcinolone (Taioftal ®): il triamcinolone è disponibile sotto forma di sospensione iniettabile per uso intravitreo e può essere utilizzato per sfiammare la ghiandola sebacea di Meibomio. La quantità di farmaco abitualmente impiegata è di 0,05-0,1 ml, da somministrarsi in un'unica dose. Ad ogni modo, il medico - qualora lo ritenga necessario - può decidere di variare la dose di farmaco utilizzato.
  • Idrocortisone (Idracemi ®, Cortivis ®): l'idrocortisone può essere utilizzato sia per la cura del calazio, sia come trattamento di supporto all'intervento chirurgico di asportazione della cisti. Generalmente, si utilizza in formulazioni farmaceutiche per uso topico, quali colliri e unguenti oftalmici.
    La dose di farmaco solitamente impiegata è di due gocce di collirio, da somministrarsi due o più volte al giorno secondo prescrizione medica. Nel caso in cui si utilizzi l'unguento oftalmico, si consiglia di applicare il farmaco 2-3 volte al giorno, secondo prescrizione medica.
  • Desametasone (Dexamono ®, Etacortilen ®, Luxazone ®, Visumetazone ®): il desametasone è disponibile per la somministrazione oculare sotto forma di collirio, gel oftalmico e unguento oftalmico. La dose abitualmente impiegata è di una goccia di collirio o gel oftalmico, da somministrarsi nell'occhio interessato 3-4 volte al giorno, secondo prescrizione medica. Quando si utilizza l'unguento oftalmico, invece, si consiglia di effettuare un'applicazione ogni due o tre ore, secondo la prescrizione del medico.
    Inoltre, il desametasone è disponibile anche in specialità medicinali in associazione a farmaci antibiotici, come il cloramfenicolo (Cloradex ®) e la netilmicina (Netildex ®). Queste preparazioni possono essere utilizzate in seguito alla rimozione chirurgica del calazio, poiché - oltre ad esercitare un'azione antinfiammatoria grazie alla presenza del desametasone - prevengono o contrastano anche eventuali infezioni batteriche grazie alla presenza del principio attivo antibiotico.

Antibiotici

Come accennato, la terapia con antibiotici può essere effettuata nel caso in cui il calazio sia associato a blefarite, oppure come profilassi pre- o post-operatoria nell'intervento chirurgico effettuato per rimuovere la cisti.
In quest'ultimo caso, l'antibiotico più utilizzato è il cloramfenicolo (Flogocyn ®, Sificetina ®) sotto forma di collirio o unguento oftalmico. Quando si utilizza il collirio, la dose consigliata è di 1-2 gocce, da somministrarsi 3-4 volte al dì, oppure secondo la prescrizione del medico. Quando, invece, si utilizza l'unguento oftalmico, si consiglia di eseguire tre o quattro applicazioni al giorno.


Per il trattamento antibiotico che deve essere effettuato quando il calazio è associato a blefarite, si rimanda all'articolo dedicato "Farmaci per la Cura della Blefarite".


Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista