Come Mantenersi Magri
Ultima modifica 17.03.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Panorama Contemporaneo
  3. Attività Fisica
  4. Alimentazione
  5. Vitamine e Minerali
  6. Occhi, Bocca e Stomaco
  7. Alcolici e Bibite
  8. Stress

Introduzione

Negli ultimi decenni, la popolazione occidentale fatica a mantenere un peso fisiologico, tendendo al sovrappeso.

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Questa attitudine tutt'altro che salutare, per il fisico e per la mente, ha dei fattori predisponenti piuttosto difficili da contrastare.

In linea generale si potrebbe affermare che la causa primaria dell'eccesso ponderale sia uno squilibrio tra la troppa energia assunta con gli alimenti e quella insufficiente consumata con l'attività fisica. D'altro canto, tale equazione potrebbe essere modificata da entrambe le parti, portando comunque alla normalizzazione del bilancio calorico. Dunque, cosa fare?

Panorama Contemporaneo

Mantenersi magri è difficile: perchè?

Diciamo che, rispetto alla fine del secolo scorso, il cambiamento principale ha riguardato l'attività fisica; grazie – o per colpa – dell'automatizzazione, il consumo energetico è diminuito drasticamente. I bambini giocano meno all'aperto, gli adolescenti non si spostano più in bicicletta, gli adulti non fanno più lavori manuali – hobby compresi.

Alcuni colpevolizzano invece il cambiamento delle abitudini alimentari; è ovvio che, a seguito della globalizzazione, la popolazione consumi più cibo etnico e fast-food piuttosto che tradizionale, ma non è detto che i due stili alimentari abbiano un gap calorico poi così elevato. Quello che invece risulta piuttosto evidente, è che siano aumentati a dismisura i pasti consumati fuori casa – tra i quali ricordiamo gli all you can eat a basso costo – invece che tra le mura domestiche. Potrà sembrare strano, ma fare colazione, pranzo e cena in famiglia è oggi considerato un fattore protettivo sia dall'abuso alimentare, sia da vari disordini della sfera emotiva e psicologica. Un discorso a parte andrebbe fatto sul consumo di alcolici, che è in preoccupante aumento a tutte le fasce di età – rammentiamo che l'alcol etilico fornisce 7 kcal / g e che non potendo essere usato come substrato energetico, ha come unica destinazione la conversione in grasso e il deposito adiposo – oltre ad essere fortemente insulino stimolante.

La prima correzione macroscopica dovrebbe essere quella di "pulire" la dieta, mangiando a casa e limitando gli alcolici come suggerito dalle linee guida, e di normalizzare il livello di attività fisico-motoria, non solo praticando sport, ma rieducandosi al movimento generale.

Attività Fisica

Quale e quanta attività fisica per mantenersi magri?

L'attività fisica è fisiologica e connaturata all'uomo. La mancanza di lavoro muscolare predispone automaticamente a problemi di salute nel lungo termine, proprio perché l'esercizio motorio è implicito nella struttura del corpo umano.

L'assenza di movimento e di lavoro contro resistenza porta nel giro di qualche mese a riduzione del trofismo muscolare e a calo di metabolismo basale, a prescindere dall'alimentazione.

Ovviamente, anche l'attività fisica va calibrata con ragionevolezza. Un giovane atleta può effettuare anche più allenamenti al giorno, tra lavoro cardiovascolare e di forza. Un adulto sportivo amatoriale potrebbe faticare a reggere 4-5 allenamenti settimanali e in terza età i più si limitano a 3 sedute – a media intensità e non oltre.

Sia chiaro, l'esercizio motorio non deve essere necessariamente svolto in sala pesi; al contrario, la scelta deve volgersi al tipo di attività più gradita. Agli ex sportivi si consiglia di rispolverare la vecchia borsa da allenamento e iscriversi ad una squadra master – amatori – veterani (nuoto, canottaggio, canoa, atletica ecc). I non-sportivi, si prestano maggiormente a corsi come tone up, pump, gag, spinning, danza aerobica, step ecc; alcune attività più recenti possono dare grosse soddisfazioni, come nel caso di functional training, bootcamp, crossfit. Non si escludono i giochi sportivi come il beach-tennis, basket, pallavolo, calcetto – anche se quest'ultimo, statisticamente, provoca più danni all'organismo che benefici.

Insomma, alternare attività fisica anaerobica a quella aerobica, o svolgere discipline miste, è necessario per mantenere alto il metabolismo, cuore, vasi e bronchi sani, e un apparato locomotore funzionante e funzionale.

Alimentazione

In questo paragrafo andremo oltre il concetto di "dieta pulita", spostando l'asticella degli obbiettivi da una composizione corporea sana ad un'altra di buona entità – il che ha più che altro una finalità estetica. Rammentiamo quanto già premesso: la dieta, se da un lato permette di migliorare l'equilibrio tra le masse dimagrendo, dall'altro non è sufficiente per incrementare la massa muscolare in termini assoluti. Per questa finalità è necessario intraprendere un percorso di muscolazione tramite resistance training.

Torniamo all'alimentazione. In altri articoli abbiamo affrontato l'argomento "dieta dimagrante" analizzando il tema da un punto di vista quantitativo, ovvero calorico; abbiamo quindi preso in considerazione i cibi dal loro aspetto energetico, facendo il bilancio tra l'energia apportata ai pasti e quella spesa con il lavoro e l'attività fisica. Una valutazione quantitativa dell'alimentazione è infatti sempre essenziale, anche se non tutti riescono a "pesare al grammo" tutto ciò che mangiano.

Per approfondire: Dieta Dimagrante

È infatti logico che un approccio di questo tipo abbia diverse scomodità:

  • Bisogna misurare tutto, facendo i calcoli con le tabelle di scomposizione nutrizionale;
  • Diventa faticoso nutrirsi in collettività, in famiglia tanto quanto al ristorante;
  • È quasi totalmente inapplicabile per chi viaggia spesso;
  • È impossibile da utilizzare se si frequentano mense/ristoranti.
  • Assolutamente asociale.

Tale macchinosità è ben nota a chi segue diete particolarmente alienanti come la ZONA o la Weight-Watcher o la Paleo.

Gli atleti professionisti non possono fare a meno di un'alimentazione pesata e valutata nelle sue proporzioni di macronutrienti energetici (proteine, carboidrati, lipidi) e nella quantità di sali minerali, vitamine e altri fattori nutrizionali. L'amatore che vuole semplicemente diventare o rimanere asciutto e proporzionato, deve invece avere un approccio prima di tutto sostenibile. Egli può alimentarsi senza particolari calcoli, bilancini e conteggi, rimanendo in forma; questo, ovviamente, dipende dall'obbiettivo prefissato.

Naturalmente ci sono sempre delle regole da seguire, che vedremo di seguito, e la possibilità di "grammare" o meno la dieta dipende dall'individualità. Alcuni traggono vantaggio nell'organizzarsi la vita, altri invece no. Un buon compromesso è quello di pesare i cibi all'inizio, per "farsi l'occhio", e di utilizzare poi la bilancia solo per i cibi ad alta densità energetica impossibili da stimare con sufficiente cura.

È bene sottolineare che quanto riportato costituisce una semplice linea guida e non può sostituire il lavoro di un dietista. Inoltre, prima di intraprendere dieta e protocollo motorio, sarebbe buona norma sottoporsi a una visita medico sportiva e ad un'indagine generale sullo stato di salute. Un controllo dei parametri ematici è sempre auspicabile (pressione sanguigna, glicemia, trigliceridi, colesterolo totale, LDL e HDL, acido urico, CPK, transaminasi, proteina C reattiva ecc).

Gestione dell’Insulina

L'insulina è un ormone secreto dal pancreas che agisce con meccanismo di feedback negativo soprattutto con un altro ormone pancreatico, il glucagone, per mantenere l'omeostasi della glicemia nel sangue.

L'insulina abbassa la glicemia (ipoglicemizzante) portando i nutrienti all'interno delle cellule insulino-dipendenti, quindi soprattutto muscolari e adipose. Il glucagone – ma anche catecolamine, cortisolo e somatotropina – agisce in senso opposto alzando la glicemia, facendo rilasciare glucosio dal fegato.

L'omeostasi della glicemia è fondamentale soprattutto per il cervello, che usa il glucosio come substrato principale. Il primo campanello di allarme che si avverte in caso di glicemia bassa sono capogiri, debolezza e sensazione di fame. Viceversa, se essa si alza troppo, può comparire comunque debolezza, ma il pericolo maggiore è che talvolta risulta asintomatica, creando i presupposti per vari danni a lungo termine – glicazione: il glucosio reagisce con le proteine e i lipidi delle cellule dei tessuti, danneggiandole, come è noto a chi soffre di diabete.

L'insulina è anche un ormone anabolico, con azione sul tessuto muscolare (promuovendo la gliocogenosintesi, l'anabolismo proteico e ostacolando il catabolismo) ma anche sull'adipe (promuovendo la lipogenosintesi e ostacolando la lipolisi).

Il livello di insulina nel sangue è detto insulinemia. Se cronicamente elevato, determina la tendenza all'aumento di peso. Questa può essere dovuta a cause genetiche, al sovrappeso stesso, a un'alimentazione scorretta e soprattutto alla sedentarietà. L'attività motoria infatti, soprattutto di natura metabolica – aerobica anaerobica mista, ad alta intensità ma con volume medio – promuove la sensibilità tessutale sia al glucosio che all'insulina – a vantaggio della glicemia, del dimagrimento ma anche della supercompensazione muscolare.

L'insulina non è quindi un fattore da combattere, bensì da sfruttare, anche perché – oltre alle mansioni sopra descritte – contribuisce alla conversione epatica del GH in IGF.

Bisogna tuttavia evitare l'iperinsulinemia cronica – non quella post-prandiale, che è fisiologica. La produzione di prostaglandine antinfiammatorie può avvenire solo con livelli bassi di insulina – il che spiega perché, in caso di diabete mellito tipo 2, aumenta il rischio cardiovascolare – così come un efficiente demolizione delle scorte adipose e il relativo consumo cellulare di grassi per la produzione di energia. Viceversa, livelli alti e cronici di insulina promuovono la produzione di prostaglandine infiammatorie, bloccano la lipolisi e attivano la lipogenesi – cioè l'aumento del grasso di deposito. Tra l'altro, nel lungo termine, quest'ultima condizione porta a esaurimento del pancreas con generazione di diabete insulino-dipendente.

Soprattutto ad un soggetto francamente in sovrappeso, con glicemia scarsamente controllabile, è consigliabile:

  • Seguire una dieta ipocalorica (-10 / -30 % della normocalorica);
  • Consumare pasti in numero non inferiore a 5 al giorno: colazione 15 % dell'energia, spuntini (2) 5 %, pranzo 40 % e cena 35 %. Può essere buona norma raddoppiare gli spuntini e togliere un 5 % dal pranzo e dalla cena;
  • La composizione in carboidrati al limite inferiore dell'equilibrio nutrizionale (circa il 50%);
  • Il carico glicemico del pasto, che in una dieta equilibrata non dovrebbe arrecare problemi, dovrebbe essere di entità ragionevole tra i pasti. Evitare quindi di mangiare eccessivamente a cena o a pranzo, dando maggiore importanza agli spuntini secondari;
  • In passato si dava molta importanza all'indice glicemico, tuttavia oggi questo parametro ha perso di importanza applicativa; consumare alimenti a basso indice glicemico, come si suggeriva fino a poco tempo fa, non presenta comunque effetti negativi;
  • Fa eccezione, rispetto a quanto detto, il pasto post allenamento, che si avvantaggia della maggior sensibilità al glucosio e all'insulina ottimizzando il metabolismo dei carboidrati alimentari; in tal caso, è buona norma mangiare quanto basta per sostenere il recupero.
  • Mantenere i grassi al 25-30% delle calorie totali. I grassi danno sazietà e rallentano lo svuotamento gastrico tramite stimolo del CCK;
  • Migliorare la composizione dei grassi, prediligendo l'extravergine di olivaacido oleico (omega 9) –e le fonti animali (prodotti della pesca) con ampia presenza di omega 3 biologicamente attivi – acido eicosapentaenoico (EPA), docosaesaenoico (DHA). Gli omega 6 sono generalmente già abbastanza presenti nella dieta. EPA e DHA, oltre ad essere essenziali, contribuiscono a migliorare la sensibilità delle cellule all'insulina e prevengono le complicanze da iperglicemia cronica. Gli studi fatti sul settore suggeriscono che l'italiano medio assume insufficienti quantità di omega 3, che dovrebbero costituire almeno lo 0,5 % delle calorie totali. Gli omega 6 invece, sono tendenzialmente in eccesso rispetto al 2 % consigliato;
  • Prediligere fonti proteiche ad alto valore biologico, per mantenere un apporto proteico più contenuto possibile. Questo è necessario se l'obbiettivo consiste nel dimagrimento. Eccedere con le proteine totali risulta infatti controindicato, perché l'esubero determina un aumento immotivato delle calorie totali;
  • Le scelte alimentari vanno fatte, in linea generale, prediligendo:
    • Cibi freschi e crudi, quindi non manipolati (con eccezione per il pane fresco). L'eventuale tecnica di conservazione tollerata è la refrigerazione. La disidratazione è tollerata per cereali e leguminose;
    • Cibi ricchi d'acqua;
    • Tra i cibi di origine animale, scegliere quelli magri; se a media composizione grassa, eliminare qualsiasi altro condimento lipidico;
    • Tra cereali, legumi, pseudocereali e derivati, prediligere gli integrali;
    • Scegliere ortaggi e frutta di stagione. Le verdure vanno consumate in alternanza crude e cotte;
    • Condire con uno o due cucchiaini di olio extravergine di oliva per piatto;
    • Evitare la frittura;
  • È consigliabile iniziare i pasti dalla verdura;
  • Non è possibile fare un esempio concreto di calcolo delle porzioni, in quanto dipende dall'apporto calorico specifico. Si raccomanda quindi di procedere prima alla stima di quanto si mangia ordinariamente, poi di applicare graduali e ridotte decurtazioni energetiche.

Vitamine e Minerali

È utile integrare per mantenersi magri?

I multivitaminici e multiminerali sono gli integratori più venduti al mondo. Tuttavia, se da un lato conferiscono maggiori possibilità di assumere vitamine e minerali in quantità sufficienti, dall'altro non danno alcun beneficio preventivo sulla morte per qualsiasi causa.

Per alcuni, la frutta e la verdura commerciali sarebbero spesso povere di micronutrienti, sia a causa dei terreni che vengono sfruttati a coltura intensiva, sia soprattutto a causa del fatto che tra la raccolta e il consumo passano persino dei mesi, con perdita di vitamine tra cui la più labile è la C. A questo si aggiungerebbe un'ulteriore conservazione casalinga, l'esposizione a sbalzi termici e al sole, l'ossidazione con il taglio, il trattamento termico e/o la diluizione della cottura. Gli studi però non confermano appieno tali allarmismi, nel senso che esiste una reale perdita nutrizionale, ma che con la sola dieta equilibrata è comunque possibile introdurre tutto il necessario.

Ad ogni modo, è importante sapere che un deficit di minerali e vitamine porta ad affaticamento cronico e ad un non ottimale funzionamento generale. In particolare, le vitamine del gruppo B sono essenziali per il metabolismo energetico; d'altro canto ognuno di questi fattori svolge una mansione insostituibile sull'omeostasi metabolica.

Per informazioni sugli integratori alimentari che potrebbero sostenere il dimagrimento, consultare il paragrafo sottostante inerente caffè e caffeina.

Occhi, Bocca e Stomaco

Chi è solito abusare degli alimenti ha, di solito, una maggior capacità di distensione gastrica – fanno eccezione le persone con attitudine al "grignotage".

La riduzione di questa estensibilità comporta, nel lungo termine, una altrettanto ridotta capacità di assunzione di cibo per pasto per anticipato stimolo neuro-chimico della sazietà – produzione di grelina dal fondo dello stomaco che giunge all'ipotalamo nel cervello.

A livello chirurgico si può effettuare il bendaggio gastrico oppure l'applicazione temporanea di un palloncino intragastrico. D'altro canto, se queste soluzioni sono spesso necessarie per i soggetti obesi, non è invece consigliabile nelle persone in leggero sovrappeso, né tanto meno per le persone normopeso che voglio rimanere in forma.

Lo stesso effetto si può ottenere agendo con altri sistemi, prima fra tutti un po' di pazienza; questo processo avviene fisiologicamente ridimensionando le porzioni a distanza di pochi giorni. Certo è che, se gli occhi continuano ad essere più grandi della bocca, tale processo non avverrà mai. In teoria poi, mangiando lentamente, lo stimolo ormonale della sazietà (ad esempio, ad opera dell'insulina stessa) dovrebbe sopraggiungere in complemento a quello nervoso delle pareti gastriche, con buona efficacia anche in chi è solito mangiare troppo. Senza contare che un soggetto in sovrappeso dovrebbe avere un livello basale di leptina, ormone prodotto dal tessuto adiposo anch'esso responsabile del senso di sazietà, più alto del normale. D'altro canto le abitudini sono dure a morire e spesso le ragioni dell'abuso alimentare sono di natura psicologica; il consiglio di qualsiasi professionista dovrebbe essere di risolvere prima queste, e solo dopo cimentarsi nella dieta.

Esistono poi altre teorie, più o meno condivisibili, per ridurre l'estensione dello stomaco. Una è l'aumento del tono del trasverso dell'addome (uno per lato). Questo è un muscolo addominale profondo che cinge le viscere per tutta la lunghezza dalla parte interna delle coste, sino alla spina iliaca e all'inguine. Il suo tono esercita pressione sulle viscere spingendole verso l'interno, stimola la peristalsi intestinale (effetto anti-stipsi) e riduce la dimensione del lume dello stomaco.

A tal scopo, sarebbe sufficiente eseguire 2-3 volte a settimana da 1 a 3 set di crunch addominale in "vacuum" sino a cedimento. Vacuum significa che durante l'esecuzione del crunch, in ogni ripetizione al termine della fase concentrica, bisogna espirare tutta l'aria forzando e contraendo per un paio di secondi. L'esercizio va eseguito a stomaco vuoto.

Alcolici e Bibite

Alcolici e vino rosso

Al di là delle banalità e dei luoghi comuni, è innegabile che l'alcol etilico abbia un impatto negativo sull'organismo. Il metabolismo dell'etanolo comporta la liberazione in circolo di acetaldeidi, sostanze reattive e tossiche che contribuiscono, assieme all'etanolo stesso, a danneggiare tutti i tessuti.

Gli alcolici interessano anche l'aspetto calorico della dieta. Infatti, l'alcol etilico ha un apporto calorico di circa 7 kcal / g. Tradotto, un bicchiere di vino rosso da 125 ml possiede circa 105 kcal – a seconda della gradazione. Per non parlare dei superalcolici, in particolare i liquori dolci. Nota: gli alcolici non si accompagnano ad alcun altro vantaggio nutrizionale degno di nota, con eccezione di minerali, alcuni antiossidanti del vino rosso e di poche maltodestrine della birra (comunque trascurabili).

Le calorie dell'alcool sono dette calorie "vuote" perché, venendo dissipate esclusivamente in calore o tramutate in acidi grassi, non possono venire impiegate per la produzione energetica cellulare. Inoltre, l'etanolo viene ignorato dal sistema neuro-endocrino, prescindendo dal senso di sazietà. Anzi, l'alcol etilico è dotato di una ben nota funzione "aperitiva", causata da uno spiccato potere insulino-stimolante che, per effetto rimbalzo, determina ipoglicemia reattiva. Se a questo associamo la tipica disinibizione centrale, otteniamo un elemento di fortissima predisposizione all'alimentazione discontrollata o comunque eccessiva. Il pericolo essenziale è perciò quello di assumere tantissime calorie senza accorgersene.

L'assunzione di alcol etilico determina un risparmio di grasso corporeo bruno, limita la lipolisi e, se in forte eccesso, promuove il deposito adiposo. In passato si riteneva addirittura che fosse responsabile di una predisposizione alla distribuzione androide viscerale, oggi invece, l'unica certezza è che favorisce l'accumulo di trigliceridi all'interno del fegato, promuovendo quella che si chiama steatosi acolica epatica.

Secondo alcuni studi, bere un paio di bicchieri di vino rosso al giorno farebbe bene al cuore, migliorando la colesterolemia. Ciò si traduce in un effetto antiaterogeno. Tuttavia, poiché gli antiossidanti (polifenoli dell'uva) responsabili di questi effetti sono abbondantemente contenuti anche negli alimenti (verdura e frutta), è quantomeno discutibile voler suggerire il consumo di vino rosso; un conto è preservare un'abitudine misurandola, un altro è dover introdurre un potenziale vizio di abuso – non dimentichiamo che l'etanolo costituisce un principio nervino potenzialmente responsabile di tossicodipendenza.

Bibite zuccherate

Parliamo ora delle varie bibite zuccherate come cola, aranciate, gassose ecc. Anche in questo caso, spesso i consumatori dimenticano di considerarle alimenti calorici, commettendo un errore fondamentale, vista la massiccia presenza di saccarosio o glucosio o fruttosio.

Chi beve abitualmente bibite, può in una giornata calda assumere, bevendo, oltre 100 g di zucchero senza accorgersi, o meglio senza pensarci. Questo vale anche per diversi tipi di succo di frutta, soprattutto concentrati; ciò nonostante, succhi al naturale possono essere consumati, eventualmente e comunque non ogni giorno, nei momenti di maggior consumo energetico.

Le bevande light hanno senz'altro il vantaggio dell'apporto calorico inferiore, ma talvolta incidono negativamente aumentando la sensazione di fame – il sapore dolce promuove il rilascio di insulina, con ipoglicemia reattiva e sensazione di fame.

In sintesi, chi vuole rimanere magro deve eliminare alcolici e bibite zuccherate, promuovendo il consumo di acqua (almeno 1 ml per 1 kcal assunta con la dieta).

Caffè e caffeina

Il caffè – amaro naturalmente – è da alcuni utilizzato per "sostituire" uno/due piccoli pasti. Meglio limitarsi a tali quantità, poiché questa bevanda contiene una metilxantina ad effetto nervino-eccitate nota come caffeina (1,3,7-trimetilxantina).

La caffeina agisce come simpaticomimetico consentendo di rilasciare piccole quantità di glucosio nel sangue alzando la glicemia, ma non è detto che in tal misura si possano evitare debolezza e fame. Per di più, sembra goda di un leggero effetto termogenico, promuovendo anche la liberazione di acidi grassi.

Integratori per dimagrire

Per questioni di necessità, alcuni scelgono di assumere caffeina in associazione ad altre droghe come guaranà e arancio amaro in compresse. Attenzione però alla provenienza e al contenuto, soprattutto se l'acquisto viene fatto in maniera ufficiosa per passa-mano; non sarebbe difficile ritrovarsi con prodotti a base di efedrina, anfetamine o altri principi non ammessi in Italia.

Come integratore di supporto al dimagrimento, possono anche venire consigliati glucomannano e altre fibre solubili (promuovono la sazietà), chitosano (chelante dei lipidi), guggulsteroni e forskolina (con ipotetica funzione tireostimolante), fenilalanina (per ottimizzare il senso di sazietà), yohimbina (altro potenziale stimolante lipolitico), iodio (essenziale per la produzione di ormoni tiroidei e spesso carente nella dieta) ecc. È sempre raccomandabile consultare il medico prima dell'uso di qualunque di questi prodotti.

Stress

Combattere lo stress per mantenersi magri

Di questo argomento potere leggere più approfonditamente cliccando sul link riportato qui sotto; ci limiteremo quindi a sintetizzare i principi più importanti dell'argomento.

Per approfondire: Dieta e Stress

Lo stress promuove il disordine alimentare e il disordine alimentare stesso è causa di stress. Quando non si è in equilibrio psico-emotivo, l'organismo reagisce liberando quegli ormoni che – millenni orsono – servivano proprio a fronteggiare le situazioni di pericolo; in particolare catecolamine e cortisolo.

Soprattutto le prime, hanno l'effetto di aumentare l'attenzione e la gittata cardiaca, entrambi demoliscono le riserve energetiche per fornire glucosio ai muscoli e al cervello; il secondo incide molto anche su altri set metabolici, ma rimandiamo la lettura all'indirizzo già menzionato. Basti solo pensare che il cortisolo alto nelle persone sane – da non confondere con l'ipercortisolismo – può compromettere la sintesi o il mantenimento di massa magra, la glicemia, in certi casi il dimagrimento, l'omeostasi di altri assi ormonali, facilitare l'invecchiamento, predisporre a una maggior sensibilità alle infezioni, predisporre alla sindrome di affaticamento cronico e non solo.

Ciò che è importante comprendere, è che la funzione biologica di questi ormoni viene iper-sfruttata dall'uomo contemporaneo, mentre dovrebbero venire liberati solo in caso di pericolo reale. Non è comunque un caso che l'ansia venga definita come una sensazione di intensa preoccupazione o paura, relativa a uno stimolo specifico ma non necessariamente proporzionale all'evento interiore scatenato, associato a una mancata risposta di adattamento da parte dell'organismo. Sapere di doversi recare a lavoro, dove un superiore ci esercita pressioni, non mette a rischio la nostra vita, ma è una fortissima causa d'ansia e quindi di stress.

Lo stress è la causa primaria dell'abuso alimentare, quasi sempre volto al consumo di cibi spazzatura, peggiorando sensibilmente anche il bilancio calorico. Non ci prolungheremo ulteriormente su come ridurre lo stress, perché le cause sono altamente specifiche e personali. I lettori sappiano soltanto che questo è uno degli obbiettivi primari per mantenersi magri.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer