Psicologia della dieta: cosa e come cambiare per raggiungere l’obbiettivo

Psicologia della dieta: cosa e come cambiare per raggiungere l’obbiettivo
Ultima modifica 22.07.2022

Inutile girarci intorno, la buona riuscita della dieta dipende prima di tutto dall'aspetto psicologico.

È quindi necessario andare in terapia per perdere peso? No (o forse sì, dipende).

Di sicurò però, mettere ordine tra le priorità, imparare ad ascoltarsi e ad accettarsi, e diventare consapevoli delle ragioni che ci spingono a dimagrire, rappresenta il "grosso" del lavoro. Alla costruzione della dieta ci penserà poi il dietista.

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È per questo che, ormai da una trentina d'anni, diversi sistemi nutrizionali si basano sul principio di autoregolazione ed aboliscono, invece, il concetto di restrizione.

Funzionano? Certe volte sì e altre no. Questo soprattutto perché, anche in questo caso, molti utenti confidano nel "miracolo".

D'altro canto, essere più "skillati" non significa necessariamente riuscire nell'impresa. Inoltre, ad ogni modo, tutte le nozioni e i concetti del mondo non sostituiranno mai l'elemento motivazionale – anche se è innegabile che una terapia nutrizionale mal-fatta potrebbe boicottare anche il paziente più determinato.

Di seguito riassumeremo brevemente alcuni consigli psico-nutrizionali, utili a raggiungere e a mantenere il "giusto peso" per sempre.

Consigli psico-nutrizionali

"Non devi reprimere i tuoi desideri; devi semplicemente essere più consapevole delle scelte che fari, diventando così più responsabile della tua vita".

Ecco sette consigli di natura psico-nutrizionale utili a raggiungere l'equilibrio emozionale con il cibo, il peso e con sé stessi.

  1. Evita di stare troppe ore a stomaco vuoto ignorando le "richieste dell'organismo";
  2. Consuma il cibo desiderato, regolandone la porzione secondo il principio di ragionevolezza; non esistono "alimenti proibiti";
  3. Sentiti libero di "avanzare" qualcosa nel piatto; non andrà sprecato, sarà sufficiente conservarlo;
  4. Impara ad ascoltarti sempre di più e cura l'aspetto di "consapevolezza". Percepisci la fame tanto quanto la sazietà; può essere di grande aiuto usare una scala di valutazione da 1 a 10, dove 5 è l'equilibrio;
  5. Se hai il dubbio di essere sazio, probabilmente lo sei. Se così non fosse, poco male; mangerai qualcos'altro tra un'oretta;
  6. Non mangiare in piedi, o davanti al frigo; siediti e metti a tavola solo i cibi che pensi mangerai. Posa inoltre forchetta e coltello al termine di ogni piatto o, addirittura, di ogni boccone; prenditi il tempo che ti serve;
  7. Goditi il pasto.

Devi inoltre cambiare la struttura dei tuoi comportamenti:

  1. Cambia l'atteggiamento nei confronti del cibo, cercando di non mangiare per abitudine o per sfogo e mangiando soprattutto per nutrirti;
  2. Ridimensione le emozioni che provi davanti allo specchio o sulla bilancia, perché dipendono prima di tutto dal tono dell'umore. Se il confronto ti frustra, prima di tutto limitalo. Ricorda che il disagio peggiorerà sia le tue prossime condotte alimentari. La mente inoltre, tende a realizzare il pensiero; ciò significa che, se non interrompi il circolo vizioso, tenderai a rimanere nella stessa condizione;
  3. Non chiederti perché non sei come vorresti, ma cosa potresti fare per migliorare la situazione; il contributo di un professionista è sempre la scelta più saggia;
  4. Proiettati sull'obbiettivo: come sarò al termine del mio percorso? Ti sembrerà tutto molto più tangibile e fattibile;
  5. Cerca situazioni e compagnie positive (che non significa fare baldoria); non è una guerra e non dev'esserci sofferenza. La maggior parte delle diete fallisce perché innesca sensazioni negative;
  6. Lavora per te, non per gli altri!