Ultima modifica 25.02.2020

Introduzione

La toracentesi è una strategia diagnostica/terapeutica consistente nel prelievo parziale o nell’asportazione totale del liquido pleurico, accumulato in eccesso all’interno della cavità pleurica. A tale scopo, la toracentesi si rivela la procedura d’elezione per il versamento pleurico. Ad ogni modo, a fini esclusivamente terapici, la toracentesi trova indicazione anche per trattare accumuli di aria insidiati nella cavità pleurica (pneumotorace).
In questo articolo faremo luce su due principali argomenti: come interpretare i risultati del test? A quali complicanze può incorrere un paziente sottoponendosi alla toracentesi?

Interpretazione dei risultati

Come sappiamo, l’analisi del liquido pleurico è un esame diagnostico indispensabile per risalire alla causa che ha scatenato l’affezione.
Tutti i campioni di liquido pleurico prelevati mediante toracentesi devono essere etichettati ed inviati al laboratorio analisi. I test più utili per effettuare il controllo sul liquido prelevato sono:

  • Amilasi: un livello elevato di amilasi nel liquido pleurico, prelevato tramite toracentesi, è spia di pancreatite acuta o cronica, cancro esofageo o perforazione dell’esofago
  • Colorazione differenziale acid-fast stain: colorazione differenziale utilizzata per l’identificazione dei batteri che non si decolorano tramite trattamento acido-alcol
  • Colorazione di Gram: offre un'indicazione generale sulla componente patogena coinvolta nell’infezione
  • Coltura e antibiogramma: utile per risalire al patogeno coinvolto nell’infezione e valutarne la suscettibilità a vari tipi di antibiotici
  • Conta cellulare: il numero dei globuli bianchi può dare un’idea approssimativa sulla tipologia d’infezione. Il rilevamento di globuli rossi sul campione può essere spia accesa di sanguinamento in corso
  • Determinazione dei trigliceridi e del colesterolo → gli elevati livelli di trigliceridi (> 110mg/dl), la presenza di chilomicroni ed un aspetto lattiginoso del liquido indicano un versamento chiloso (chilotorace). Tipica conseguenza di traumi o neoplasie maligne
  • Esame citologico: importante strumento diagnostico utile per rilevare l'eventuale presenza di cellule tumorali maligne nel liquido pleurico prelevato mediante toracentesi
  • LDH, pH, peso specifico, proteine totali: esami utili per distinguere un trasudato da un essudato

L'indagine del liquido prelevato mediante toracentesi è volta a distinguere un essudato da un trasudato: la diagnosi differenziale permette di individuare in tempi più brevi la causa che ha scatenato il disturbo.


Il rilevamento di un liquido pleurico trasudativo è spesso espressione di cirrosi, embolia polmonare, ipoalbuminemia, ostruzione della vena cava superiore, scompenso cardiaco congestizio, sindrome nefrosica. Il pH del liquido pleurico trasudativo è generalmente compreso tra 7,4 e 7,55.
L'essudato, dipendente da un processo infiammatorio, può invece essere dovuto ad artrite reumatoide, cancro, embolia polmonare, emorragia, lupus eritematoso, infezione, patologie endocrine, polmonite, sindrome di Marfan, traumi e tumore.
La diagnosi differenziale tra essudato e trasudato è ottenibile mediante il dosaggio delle proteine e dell'LDH nel liquido pleurico e nel siero.

Complicazioni della toracentesi

La toracentesi dev'essere eseguita da medici e specialisti molto esperti nel settore: difatti, l'inesperienza del medico può gravare pesantemente sull'esito finale del test. La tecnica con cui si esegue la toracentesi non dev'essere approssimativa: solo uno staff medico esperto e preparato può garantire la buona riuscita della procedura, abbattendo il rischio di complicanze.
Per aumentare il margine di sicurezza e di buona riuscita, la toracentesi dovrebbe sempre essere imaging-guidata: ciò significa che prima di procedere, il paziente va sottoposto a test di screening toracico.


TORACENTESI E PNEUMOTORACE


Paradossalmente, tra le complicanze più comuni della toracentesi spicca lo pneumotorace, rilevato nel 3-30% dei pazienti sottoposti a questa procedura medica. È stato osservato che avvalendosi dell'ausilio degli ultrasuoni, il rischio di pneumotorace viene ridotto al minimo (0-3%). A detta di queste parole, ben si comprende come sia importante sottoporre il paziente ad esami simili PRIMA di eseguire la toracentesi.
In assenza di trauma toracico penetrante o di fistole bronco pleuriche, il rischio di sviluppare pneumotorace a seguito della toracentesi aumenta in tre circostanze:

  1. Lacerazione del polmone mediante l'ago utilizzato nella toracentesi: complicanze simili si verificano spesso quando l'aspirazione del liquido pleurico viene eseguita senza test di imaging
  2. Introduzione involontaria di aria attraverso l'ago/catetere utilizzato nella toracentesi: espressione di una disattenzione o dell'inesperienza del medico che esegue la procedura
  3. Incapacità del polmone di riespandersi in modo appropriato: una simile complicanza rispecchia la presenza di un'ostruzione bronchiale o di un restringimento del foglietto pleurico viscerale. Se il polmone non riesce ad espandersi correttamente, rimane intrappolato all'interno. Di conseguenza, nella cavità pleurica s'instaura una pressione negativa estrema: la variazione pressoria polmonare può favorire l'edema polmonare.

Anche in presenza di un semplice sospetto di polmone non espansibile, in un paziente in cui è necessario il drenaggio completo del liquido pleurico accumulato in eccesso, è consigliabile procedere con la TORACOTOMIA.


TORACENTESI ED ALTRE COMPLICANZE

Oltre allo pneumotorace "semplice", anche l'emopneumotorace, l'emorragia, l'edema polmonare e l'ipotensione rientrano tra le complicazioni maggiori della toracentesi.
Quando viene evacuata un'ingente quantità di liquido pleurico (> 1 litro), il polmone viene sottoposto ad un rapido cambiamento pressorio: in simili circostanze, il paziente corre il rischio di edema polmonare. Tuttavia, non si conosce la reale incidenza di questa complicanza dopo aver eseguito una toracentesi.
L'ipotensione che segue prelievi di volumi cospicui va trattata con l'espansione del volume intravascolare.
Anche la tosse costituisce una complicanza dopo l'evacuazione di grossi volumi di liquido; fortunatamente, la tosse è un fenomeno autolimitante.
La formazione di un piccolo ematoma associato al dolore toracico è un'altra lieve complicazione spesso riportata dai pazienti precedentemente sottoposti a toracentesi.