Ultima modifica 17.02.2020

Definizione di talassemia

La talassemia è una malattia del sangue geneticamente trasmessa, in cui l'organismo sintetizza un'anomala forma di emoglobina.

Come noto ai più, l'emoglobina è una proteina contenuta nei globuli rossi, indispensabile per il trasporto dell'ossigeno nel sangue. Nei soggetti affetti da talassemia, la forma mutata di emoglobina provoca la graduale ma inesorabile distruzione dei globuli rossi, fino all'anemia.
Dalle statistiche mediche si evince, che la talassemia interessa soprattutto gli abitanti dei Paesi del Medio Oriente, dei Paesi Africani e tutti coloro che popolano luoghi paludosi (non a caso, la talassemia viene altresì chiamata anemia mediterranea).

Classificazione e cause

In funzione della sub-unità proteica difettata (che compone l'emoglobina), si distinguono due forme di talassemia; prima di procedere con l'analisi, facciamo un passo indietro per chiarire alcuni concetti importantissimi.


L'emoglobina è il carrier per eccellenza, adibito al trasporto di ossigeno nel sangue; essa è costituita da due proteine, note come alfa-globulina e beta-globulina.
La talassemia si manifesta quando uno o più geni che controllano la produzione di una o entrambe queste proteine risultano difettosi (mutati).


La talassemia è provocata da una mutazione del DNA delle proteine che costituiscono l'emoglobina: tali alterazioni vanno ad incidere pesantemente sulla fisiologica sintesi di emoglobina e, distruggendo gli eritrociti, sfociano nell'anemia.
La classificazione della talassemia dev'essere effettuata sulla base di due importanti fattori:

  • Numero di geni mutati ereditati dai genitori
  • Tipologia di proteina coinvolta (alfa o beta emoglobina)

Alfa Talassemia

Nella forma “alfa” della talassemia - in cui possono essere mutate le 4 sub-unità globulari “alfa” dell'emoglobina (a livello del cromosoma 16) – sono implicati uno o più geni difettosi; ogni sub-unità globulare è codificata, chiaramente, da un gene, pertanto i geni che possono essere coinvolti sono 4.
Trasmissione TalassemiaLa gravità della talassemia dipende sia dal numero di geni coinvolti che dalla tipologia. Quando viene mutato solo un gene, con ogni probabilità il paziente che ne è affetto non lamenta alcun sintomo apprezzabile, anche se può trasmettere la malattia ai figli. Si parla, invece, di alfa- talassemia minor quando nella mutazione vengono coinvolti due geni; in tal caso, la sintomatologia sarà sì presente, ma piuttosto lieve.
Il quadro generale sintomatologico diviene più serio quando sono coinvolti tre o quattro geni: nel primo caso, si parla di “malattia dell'emoglobina H” (con sintomi moderati o severi). Quando vengono coinvolti tutti e quattro i geni, la malattia prende il nome di alfa-talassemia major: in simili frangenti, il neonato muore poco prima di nascere o subito dopo.

Beta Talassemia

La forma beta della talassemia, come intuibile, si manifesta quando vengono mutati i geni implicati nella composizione delle catene beta (a livello del cromosoma 11): in questo caso, solo sono due i geni che possono essere colpiti. Qualora venisse mutato solo un gene, si parla di beta-talassemia minor, in cui il paziente non lamenta sintomi rilevanti. Similmente alla variante alfa, il coinvolgimento di entrambi i geni costituenti le catene beta dell'emoglobina provoca una beta-talassemia major (o anemia di Cooley), che riflette una sintomatologia grave e severa; in tal caso, però, i sintomi esordiscono, in genere, dopo un paio d'anni dalla nascita.


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Sintomi

Per approfondire: Sintomi Talassemie


La talassemia è una malattia ereditaria molto grave, tanto che alcune sue varianti, come l'alfa-talassemia major, possono provocare la morte del bambino durante il parto o subito dopo la nascita. I neonati affetti dalla beta-talassemia major, tuttavia, possono sopravvivere e sviluppare i primi sintomi entro un paio di anni dalla nascita (anemia grave).
Nel caso venga alterato un solo gene, sia nella forma alfa che nella forma beta della talassemia, i pazienti non lamentano alcun sintomo apprezzabile; solo tramite l'analisi al microscopio di un campione di sangue prelevato dal paziente si osserva un'anomalia nella forma e nella struttura degli eritrociti, di dimensioni assai più ridotte rispetto alla norma.
Oltre all'anemia, i pazienti affetti da talassemia possono manifestare uno o più dei seguenti sintomi: affaticamento, alterazione dell'umore (irritabilità), deficit della crescita, deformità delle ossa facciali, ittero, respiro corto e urine scure.
Nei casi di severità, il quadro sintomatologico di un paziente malato di talassemia può degenerare, fino creare vere e proprie deformità ossee, specie a livello di faccia e cranio; la talassemia può favorire un'anomala espansione del midollo osseo, sia rendendo fragile la massa ossea, sia aumentando enormemente il rischio di fratture ossee.
Tra le complicanze della talassemia va ricordato anche il possibile accumulo di ferro (emocromatosi), espressione sia della malattia in sé, sia delle trasfusioni di sangue ricorrenti di cui il malato ha bisogno.
La talassemia è spesso causa di splenomegalia, vale a dire di un esagerato aumento volumetrico della milza: spesso, questa condizione clinica patologica richiede la splenectomia, la rimozione chirurgica dell'organo. Come sappiamo, la milza è un importante organo adibito alla sintesi di globuli bianchi ed anticorpi, oltre al controllo dalle infezioni: la sua rimozione, chiaramente, favorisce una riduzione della funzione di difesa dagli insulti batterici e virali, rendendo il soggetto più sensibile alle infezioni. È tuttavia doveroso puntualizzare che anche la talassemia stessa aumenta il rischio di contrarre infezioni: in caso di escissione della milza nel contesto della talassemia, le probabilità d'infezione aumentano esageratamente.

Talassemia: patogenesi e sintomi

Diagnosi

Nel caso il padre e/o la madre siano affetti da talassemia, la probabilità di trasmettere la malattia alla prole è elevatissima. Abbiamo analizzato che non tutte le forme di talassemia esordiscono con una sintomatologia precisa sin alla nascita: in simili frangenti, in caso di sospetta talassemia, è possibile sottoporre il paziente ad una serie di test ed esami specifici, volti all'accertamento diagnostico (come la determinazione dell'emoglobina A2, che si presenta elevata in soggetti sani portatori di geni Beta-talassemici).
Tra gli esami fisici, la palpazione medica della milza può accertare, alle volte, una talassemia: la splenomegalia, come precedentemente accennato, costituisce un primo segnale d'allarme per l'anemia mediterranea. Più specifiche e precise sono le analisi del sangue: in un campione ematico di un talassemico, i globuli rossi, quando osservati al microscopio, appaiono piccoli e presentano una forma anomala. Ancora, un attento esame emocromocitometrico di un paziente affetto da talassemia rivela anemia grave: questo test è utile per la conta del ferro nel sangue, per eseguire l'analisi del DNA per l'accertamento diagnostico della malattia e per valutare l'eventuale mutazione dell'emoglobina.
L'elettroforesi delle emoglobine rivela, invece, la forma anormale delle proteine trasportatrici dell'ossigeno.
Alcune varianti della talassemia non possono essere diagnosticate con l'elettroforesi: in tal caso, si provvederà a sottoporre il paziente al test “analisi mutazionale”, utile per rilevare ed accertare la talassemia.

Farmaci e cure

Vedi anche: Farmaci per la cura della talassemia


Essendo una patologia a trasmissione genetica, è comprensibile che - per il momento - non esiste alcun farmaco in grado di rovesciare la malattia; ad ogni modo, è possibile controllare i sintomi, migliorando la qualità di vita del paziente. La scelta di una cura piuttosto che un'altra dipende dalla tipologia di talassemia e dalla severità dei sintomi.
Nella variante lieve di talassemia (in cui viene mutato, per esempio, solamente un gene) non sono necessari farmaci, dal momento che il paziente non lamenta sintomi. In simili circostanze, è comunque consigliato effettuare regolarmente i dovuti controlli; talvolta, sono utili trasfusioni occasionali di sangue (specie in caso di interventi chirurgici e parto).
Per le forme sintomatiche, di moderata o seria entità, l'approccio terapico è diverso, e può richiedere frequenti trasfusioni di sangue o, nei casi più gravi, trapianto di cellule staminali.

  1. Trasfusioni di sangue: anche questo approccio terapico può creare serie complicanze, dal momento che le trasfusioni frequenti possono favorire un accumulo patologico di ferro nel sangue (emocromatosi), che richiede una cura specifica volta all'eliminazione dell'immagazzinamento del ferro, nota come terapia chelante (con farmaci come Deferasirox e Deferiprone). Per approfondimenti: leggi l'articolo sui farmaci per la cura dell'emocromatosi.
  2. Trapianto di midollo osseo: riservato ai casi più gravi, in cui la talassemia crea pesanti disfunzioni nell'organismo.