Ultima modifica 22.11.2016

Definizione di scialorrea

Scialorrea e ptialismo sono sinonimi, tratti dal linguaggio medico, che denotano un anomalo ed eccessivo accumulo di saliva nella cavità boccale, associato, talvolta, ad un'ipersecrezione salivare. Il termine “scialorrea” deriva dalla radice greca “σάλιο” (saliva) ed indica lo “scorrimento” della saliva che si accumula in bocca e, spesso, cola dalle labbra.

Caratteristiche della saliva

ScialorreaIn presenza di scialorrea, la saliva, seppur prodotta in quantità eccessiva e/o accumulata nella cavità boccale, non presenta notevoli alterazioni della propria composizione chimica: il pH della saliva, in caso di scialorrea, non è acido, ed essa appare limpida e chiara. Solamente la sua viscosità e densità potrebbero essere lievemente alterate; è opportuno ricordare, inoltre, che in caso di scialorrea l'attività digestiva della saliva viene meno, poiché essa non contiene ptialina.

Incidenza della scialorrea

La scialorrea può manifestarsi come condizione primaria o secondaria; la salivazione abbondante ed eccessiva, inoltre, potrebbe rappresentare un fenomeno occasionale, quindi risolversi nel corso della giornata, oppure dipendere da fattori secondari che analizzeremo nel corso dell'articolo.
Si parla di scialorrea emotiva quando l'abnorme produzione salivare è provocata da fattori psicogeni: effettivamente, non è inconsueto notare una sovrabbondante produzione di saliva nei soggetti ansiosi. Per fare un esempio, nei pazienti particolarmente agitati che si sottopongono ad interventi odontoiatrici, si registra una produzione eccessiva di saliva, tanto da costringere l'odontoiatra ad aspirare continuamente con le cannule la saliva dalla bocca del paziente.
Ad ogni modo, la scialorrea è un fenomeno ricorrente anche (e soprattutto) durante la gravidanza e durante la senescenza, periodi della vita in cui sono registrabili moltissimi casi di scialorrea.

Scialorrea e gravidanza

Durante la gravidanza, le gestanti lamentano spesse volte “una salivazione incontrollata, abbondante e fastidiosa” che si protrae, generalmente, sino al terzo-quarto mese di gestazione. L'iperemesi gravidica indica una condizione correlata alla gravidanza in cui la futura madre soffre di nausea e vomito, disturbi che creano notevole disagio: è comprensibile come i due fenomeni (scialorrea ed iperemesi gravidica) siano strettamente legati.
La scialorrea in gravidanza sembra causata non tanto dall'aumento della secrezione salivare, quanto da una considerevole difficoltà alla deglutizione. La scialorrea durante la dolce attesa è considerata un vero e proprio ptialismo emotivo, poiché molte donne si mostrano particolarmente sensibili allo stress indotto dalla gravidanza: in quest'ultimo caso, la scialorrea potrebbe protrarsi anche dopo il quarto mese di gestazione, sino a perdurare, addirittura, per tutti i nove mesi di gravidanza. Per riflesso, la donna tende a deglutire continuamente la saliva prodotta in eccesso: così facendo, tuttavia, s'introduce anche aria, che a sua volta potrebbe essere un possibile fattore scatenante per l'aerofagia e per le turbe che interessano l'apparato digestivo in generale.

Scialorrea e senescenza

La scialorrea è una condizione molto diffusa tra gli anziani, provocata, sostanzialmente, dalle protesi dentarie, che potrebbero generare una certa difficoltà nella deglutizione: a tal proposito, la saliva tende ad uscire dalla bocca e a depositarsi ai lati delle labbra. Ancora una volta, in simili circostanze, la salivazione sembra aumentata, ma in realtà la quantità di saliva rimane invariata: la causa che provoca l'accumulo della saliva è correlata alla mera difficoltà di inghiottire.
Com'è noto, con l'avanzare dell'età, uomini e donne sono più soggetti a patologie, a causa di un indebolimento generale dell'organismo: le statistiche hanno registrato una correlazione tra morbo di Parkinson, sindromi extrapiramidali e miastenia grave, patologie tipiche della vecchiaia. Molti anziani, pertanto, sono assidui consumatori di alcuni farmaci, che, come vedremo nel paragrafo successivo, concorrono alla formazione di scialorrea.

Scialorrea e farmaci

L'uso smodato di farmaci potrebbe provocare conseguenze anche sul piano della salivazione e generare scialorrea: se durante la gravidanza e la senescenza la scialorrea è associata principalmente ad un accumulo di saliva nella bocca, l'assunzione di farmaci particolari potrebbe provocare non solo un ulteriore accumulo di saliva, ma anche una sovrapproduzione della stessa.

Numerose sostanze farmaceutiche possono indurre sonnolenza e rallentare i movimenti, provocando difficoltà nella deglutizione con conseguente “ristagno” di saliva nella cavità boccale. Le benzodiazepine in generale ed il nitrazepam in particolare potrebbero provocare un abnorme accumulo di saliva in bocca e stimolare l'iper secrezione delle ghiandole salivari. I farmaci neurolettici possono generare effetti collaterali contrapposti: alcune specialità medicinali possono provocare secchezza delle fauci, altre scialorrea (es. clozapina ed olanzapina). Ancora, l'adrenalina, l'albumina (importante nella regolazione del volume plasmatico),  l'irinotecan (fchemioterpico) e i farmaci colinergici (utilizzati, per esempio, nell'Alzheimer) stimolano la produzione di saliva, mentre è stato osservato che il suxametonio (sostanza utilizzata come coadiuvante nelle anestesie e nei trattamenti di ortopedia) esplica il proprio effetto impedendo la corretta deglutizione, quindi favorendo la scialorrea.

Scialorrea e disturbi correlati

La scialorrea potrebbe costituire fonte d'imbarazzo, oltre a creare, in taluni casi, rilevanti problemi relazionali e del linguaggio; quando la saliva è particolarmente densa ed abbondante, la scialorrea può infatti creare notevoli difficoltà nei rapporti interpersonali, sino ad indurre un rifiuto della propria immagine. La scialorrea, dunque, può rispecchiare anche condizioni psicologiche che potrebbero sfociare, talvolta, in forme pseudo depressive.

Cure

Quando la scialorrea è provocata dallo stato psicotico del paziente, il medico può consigliare farmaci che attenuino lo stato d'ansia del soggetto, poiché di riflesso, l'effetto ansiolitico provoca la diminuzione della produzione di saliva. Lo specialista può consigliare anche specialità medicinali anticolinergiche, atte a depotenziare la secrezione di saliva senza eliminarla completamente.

Quando la scialorrea rappresenta un fenomeno assai problematico per la verbalizzazione e le relazioni interpersonali, la denervazione parasimpatica costituisce il trattamento chirurgico d'elezione, l' "ultima spiaggia" per eliminare la scialorrea.