Ultima modifica 09.12.2019

Erba della buonanotte

Tra le cosiddette erbe della buonanotte non si può tralasciare il papavero rosso, comunemente conosciuto come rosolaccio. Anche Celso descrive la pianta per la sua spiccata azione sedativa: dai suoi scritti si desume che bollendo il papavero rosso nel vino d'uva appassita si ricava una bevanda utile per favorire l'addormentamento.
Papavero RossoIn botanica, il papavero rosso – da non confondere con quello da oppio – è Papaver rhoeas: analizzando l'etimologia del termine "Papaver" si intuisce la virtù d'eccellenza attribuita a questa pianta. Infatti, la radice del genere, Papa-, deriva dalla lingua celtica e significa "pappa", in allusione ad una pratica antica consistente nel miscelare l'estratto (o il succo) del papavero rosso alla pappa dei bambini, per indurre il sonno. La specie rhoeas (letteralmente "cado") fa riferimento, invece, alla precoce caduta dei petali del fiore.
Nel contesto dell'antica medicina popolare, l'infuso o il decotto di papavero rosso erano utili anche per contrastare la tosse, alleggerire irritazioni bronchiali, e diminuire la febbre catarrale e reumatica. [tratto da Dizionario di fitoterapia e di piante medicinali, di E. Campanini]
Prima di dilungarci sui principi attivi e sulle proprietà fitoterapiche attribuite al papavero rosso, analizzeremo brevemente la pianta in chiave botanica.

Analisi botanica

Il papavero rosso è una pianta erbacea, gracile e delicata, appartenente alla famiglia delle Papaveracee; la sua altezza, generalmente, non supera i 60-80 centimetri. Il fusto del rosolaccio, eretto e peloso, mostra foglie dentate non avvolgenti, dai lobi appuntiti od oblunghi, profondamente suddivise in segmenti lanceolati. Il fusto esile sfoggia fiori inconfondibili, dalla tipica veste color rosso porpora macchiata internamente da una piccola impronta nera. Quando i petali, nascosti dentro sepali verdi prima della sbocciatura, cadono, danno vita ad una piccola capsula glabra (frutto).
Il fiore, semplice ma bello ed elegante, è assai comune sia nei campi coltivati (a grano soprattutto), che in quelli incolti, e vegeta sino ai 1.700 metri d'altitudine: tant'è che il papavero rosso viene considerato anche pianta infestante.

Analisi chimica

Essendo un esponente delle Papaveracee, anche il papavero rosso contiene alcaloidi: tutta la pianta - fatta eccezione per i semi - contiene la roeadina ed altre molecole alcaloidee isochinoliche. Le parti aeree abbondano in protopina (presente anche nelle radici), sanguinarina, coptisina e cheleritrina.
Tra gli altri componenti chimici si ricordano anche le mucillagini e gli antociani, responsabili della colorazione rosso sangue dei petali (a questo proposito, gli antociani sono sfruttati anche come coloranti).
Dai semi si ricava un olio ricco di acido linoleico, stearico, palmitico ed oleico.
In fitoterapia, la parte di pianta maggiormente sfruttata è rappresentata dai petali.
[composizione chimica del papavero rosso tratta da Dizionario di fitoterapia e di piante medicinali, di E. Campanini]
Nonostante il papavero rosso ed il papavero da oppio appartengano alla medesima famiglia, il fitocomplesso risulta assai diverso: oltre all'assenza di morfina, codeina e papaverina (molecole che caratterizzano il fitocomplesso della specie somniferum), l'intera pianta di papavero rosso è costituita da lattice ben diverso da quello dell'altra specie.

Usi ed attività terapiche

Nella parte introduttiva dell'articolo abbiamo accennato le proprietà più importanti associate al papavero rosso: di seguito saranno analizzate più dettagliatamente.
Anzitutto, dato che il papavero è un'erba della buonanotte, una delle virtù medicamentose più importanti è senza dubbio quella sedativa: in particolare, gli estratti di papavero sono indicati nella formulazione di prodotti naturali favorenti il sonno degli infanti. È doveroso ricordare che gli estratti di papavero possono esser combinati con il fitocomplesso di altre droghe ad azione sedativa, al fine di potenziarne l'effetto finale. Oltre che per l'età pediatrica, i prodotti a base di papavero rosso sono consigliati anche per la senescenza, considerando che gli effetti collaterali della droga sono pressoché nulli.
L'attività sedativa non è l'unica ascritta al fitocomplesso: il papavero rosso viene largamente impiegato per le sue proprietà bechiche, vale a dire utili per contrastare la tosse in generale: pertanto, viene consigliato per contrastare la pertosse, per calmare la tosse e per alleggerire le bronchiti catarrali acute.
Le attività antitussive sono rese dai principi attivi estratti dai fiori, in grado di favorire l'espettorazione e, nel contempo, di placare lo spasmo.
Da ultimo, l'estratto di papavero rosso si è rivelato un ottimo diaforetico, utile per abbassare la febbre da influenza, favorendo la sudorazione.
Applicandone in loco l'estratto -  sotto forma di unguenti o pomate - il papavero rosso trova impiego come lenitivo e disarrossante sulla cute irritata e arrossata.
Da ultimo, gli antociani ricavati dai fiori di papavero rosso sono utilizzati come colorante.

Effetti collaterali

In generale, l'impiego del papavero rosso in fitoterapia risulta pressoché innocuo. Chiaramente, in gravidanza e in allattamento è consigliato il parere del medico prima di assumere estratti di papavero rosso.

Considerata l'azione sedativa, è sconsigliata la concomitante assunzione di sostanze ipnotico-sedative.

Azione sinergica

Esempi di sinergismo tra papavero rosso e altre droghe


Tisane ad azione sedativa:

Tisana contro la tosse (azione espettorante):


Papavero rosso in breve, riassunto »