Ultima modifica 13.01.2020

Generalità

I nootropi sono particolari sostanze, in grado di aumentare le capacità cognitive di un individuo.
Sul termine "nootropi", tuttavia, vi è spesso una grande confusione. Difatti, a seconda dei Paesi in cui esso è utilizzato, assume significati diversi.
NootropeNegli Stati Uniti, così come in altre nazioni, il concetto di sostanze nootrope viene sovrapposto al concetto di "smart drugs", dicitura con la quale si vuole indicare un grande insieme di sostanze (sia farmaci, sia sostanze vegetali) che agiscono a livello del sistema nervoso centrale e che incrementano le "performance" di un individuo a livello generale.
In Italia, al contrario, il concetto di smart drugs assume un altro significato. Nel nostro Paese, infatti, le smart drugs sono le cosiddette "droghe furbe", ovvero tutti quei composti (naturali o sintetici) il cui utilizzo è legale e non proibito dalla legge, ma che possono contenere al loro interno principi attivi ad azione psicoattiva il cui impiego è illecito.
Tuttavia, l'associazione "nootropi - smart drugs" si sta diffondendo molto anche in Italia. Difatti, ormai sono in molti a utilizzare le due diciture come sinonimi.
In campo medico, comunque, quando si parla di sostanze nootrope, solitamente, ci si riferisce a particolari farmaci definiti, appunto, nootropi e che vengono utilizzati per il trattamento di diverse patologie neurologiche caratterizzate perlopiù da deficit cognitivi.

Farmaci Nootropi

L'introduzione della classe dei cosiddetti farmaci nootropi è stata proposta negli anni '70 dal farmacologo Corneliu E. Giurgea, che, nel 1964, per primo sintetizzò il più famoso farmaco nootropo tuttora impiegato in terapia: il piracetam.
Con la dicitura farmaci nootropi, Giurgea voleva indicare un insieme di principi attivi in grado di migliorare l'efficienza delle funzioni cerebrali superiori (funzioni complesse come la memoria, il ragionamento, il linguaggio, la pianificazione, l'apprendimento, ecc.).
Dagli studi condotti dallo stesso Giurgea, emerse che la sostanza da lui identificata come nootropa (il piracetam) era in grado di favorire le capacità di apprendimento, ostacolandone la compromissione e la perdita, ma senza produrre effetti collaterali come eccitazione o sedazione, e senza effetti tossici nel lungo termine.
Tuttavia, vista la complessità dei meccanismi che stanno alla base delle funzioni cognitive come l'apprendimento e la memoria, in molti rimasero piuttosto scettici di fronte ai risultati delle ricerche condotte da Giurgea.
Ad ogni modo, oggigiorno, questa categoria di farmaci è riconosciuta, anche se, più precisamente, si è soliti parlare della categoria dei "farmaci psicostimolanti e nootropi".
All'interno di questa categoria sono compresi diversi principi attivi, impiegati per il trattamento di svariate patologie neurologiche.
Di seguito, saranno illustrati alcuni dei più conosciuti farmaci psicostimolanti e nootropi e le loro principali caratteristiche.

Piracetam

Come accennato, il piracetam (Nootropil®) è stato il primo principio attivo della classe dei farmaci nootropi.
Dal punto di vista chimico, il piracetam può essere definito come un derivato ciclico del GABA (il neurotrasmettitore inibitorio anche conosciuto come acido gamma-amminobutirrico).
Attualmente, il piracetam è indicato per il trattamento del mioclono corticale, ma può essere impiegato anche nel trattamento del deterioramento cognitivo di grado lieve nei pazienti anziani e per stimolare l'attività cerebrale nei pazienti malati di Alzheimer.
Il piracetam esplica la sua azione interagendo con il recettore AMPA, un particolare tipo di recettore ionotropico coinvolto nella conduzione degli stimoli eccitatori e nei processi di apprendimento e memorizzazione. I substrati endogeni dell'AMPA, infatti, sono proprio dei neurotrasmettitori eccitatori come il glutammato.
Il piracetam è in grado di attivare questo recettore (nonostante la struttura chimica analoga a quella del GABA), producendo una cascata di segnali chimici che porta a un miglioramento delle funzioni cognitive.

Aniracetam

L'aniracetam (Ampamet®) è un altro farmaco nootropo impiegato nel trattamento di pazienti anziani con disturbi dell'attenzione e della memoria di origine degenerativa (come avviene, ad esempio, nel caso del morbo di Alzheimer) o di origine vascolare.
È un analogo del sopra citato piracetam, ma sembra essere molto più potente di quest'ultimo.
Il meccanismo d'azione con il quale l'aniracetam svolge la sua azione è sovrapponibile a quello del piracetam. Difatti, anche l'aniracetam modula positivamente il recettore AMPA, favorendo e stimolando le funzioni cognitive.
Tuttavia, il mondo scientifico è ancora diviso su quello che concerne la reale efficacia di questi farmaci. Proprio per il fatto che le funzioni cognitive sono regolate da un insieme di diversi e complessi meccanismi, alcuni studiosi ritengono dubbia l'utilità di questo tipo di principi attivi.

Metilfenidato

Il metilfenidato (Ritalin®) è un principio attivo ad azione psicostimolante e nootropa, che trova impiego nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Il metilfenidato, infatti, ha dimostrato di aumentare l'attività cerebrale dei pazienti affetti da ADHD, migliorandone l'attenzione e la concentrazione. Allo stesso tempo, però, il metilfenidato è anche in grado di esercitare una sorta di azione calmante, riducendo i comportamenti impulsivi che tipicamente si manifestano nei pazienti che soffrono di questa malattia.
L'esatto meccanismo d'azione con cui il metilfenidato esercita queste sue attività non è ancora stato chiarito del tutto. Tuttavia, alcuni studiosi ritengono che questo principio attivo eserciti la sua azione attraverso l'inibizione del reuptake della dopamina e, in misura minore, della noradrenalina, con conseguente aumento dei segnali dopaminergici e noradrenergici.

Modafinil

Il modafinil (Provigil®) è un altro farmaco appartenente alla categoria degli psicostimolanti e nootropi. Tuttavia, questo principio attivo non viene normalmente impiegato per incrementare e migliorare le funzioni cognitive, ma è indicato per il trattamento della narcolessia.
Grazie alla sua azione psicostimolante, infatti, il modafinil aiuta i pazienti affetti da questa patologia a mantenere lo stato di veglia.
In alcuni casi, però, il modafinil è stato impiegato anche come farmaco off-label nel trattamento dell'ADHD e i risultati ottenuti sembrano essere molto incoraggianti, poiché è stato evidenziato un miglioramento delle capacità cognitive dei pazienti trattati.
Il meccanismo d'azione, con il quale il modafinil consente il mantenimento dello stato di veglia e con cui esercita la sua azione nootropa, non è ancora del tutto chiaro.
Da alcuni studi, però, sembra essere emerso che il modafinil - analogamente al sopra citato metilfenidato - sia in grado di inibire la ricaptazione di dopamina e noradrenalina attraverso il legame con i trasportatori di questi neurotrasmettitori. Il tutto si traduce, pertanto, in un aumento delle trasmissioni dopaminergiche e noradrenergiche.
Il modafinil, inoltre, è in grado di interagire debolmente anche con numerosi altri recettori coinvolti nei meccanismi sonno/veglia dell'organismo (come, ad esempio, i recettori del GABA, dell'istamina o della melatonina).
In qualsiasi caso, la teoria di inibizione del reuptake di dopamina e noradrenalina sembra essere quella più plausibile nello spiegare gli effetti nootropi indotti da questo principio attivo.


Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista