Ultima modifica 12.02.2020

Definizione di linfoma cutaneo

Il linfoma cutaneo è inserito tra le neoplasie rare del tessuto linfatico, e si manifesta con lo sviluppo anomalo delle cellule T (una tipologia di globuli bianchi) a livello della pelle.

Il linfoma cutaneo è definito una proliferazione monoclonale di cellule linfatiche che si manifesta a livello della pelle: se la cute rappresenta il locus d'insorgenza (linfoma cutaneo primitivo), non significa che il tumore non possa espandersi in altri tessuti, anzi, nella maggior parte dei casi, il linfoma cutaneo si evolve in altri distretti provocando un danno consistente. Qualora la cute fosse interessata solo secondariamente dalla neoplasia, la malattia prende il nome di linfoma cutaneo secondario.
I linfomi cutanei si manifestano soprattutto nella senescenza, in particolar modo nel maschio (si stima che siano colpite 3 donne ogni 9 maschi).

Classificazione

Tra le varie forme primitive di linfoma cutaneo, si ricordano la sindrome di Sèzary e la micosi fungoide (alle quali sarà dedicato un articolo), che si distinguono, sostanzialmente, per il profilo clinico. Ciò nonostante, esistono altre forme di linfoma cutaneo, che differiscono per eziologia, clinica, sintomatologia e grado di malignità. Infatti, il linfoma cutaneo rappresenta una malattia eterogenea dal punto di vista clinico, eziopatologico, ed evolutivo; inoltre, i malati di linfoma cutaneo rispondono in modo diverso e soggettivo alle cure terapiche.
I linfomi cutanei possono essere classificati in base alle implicazioni prognostiche ed alle cellule coinvolte:


Coinvolgimento delle cellule T

  • sindrome di Sezary (prognosi grave)
  • linfoma periferico a cellule T (prognosi grave)
  • micosi fungoide (buona prognosi): la forma più frequente che si manifesta nella metà dei soggetti affetti da linfoma cutaneo
  • linfoma cutaneo a cellule T (buona prognosi)
  • linfoma sottocutaneo a cellule T simil-panniculite (esito variabile)
  • linfoma pleomorfo a cellule T (esito variabile)
  • linfomi cutanei a cellule T/NK (esito variabile)

Coinvolgimento dei linfociti B

  • linfomi cutanei delle gambe che interessano i linfociti B a grandi cellule (esito variabile)
  • linfomi follicolari cutanei e marginali (buona prognosi)
  • linfomi NK blastici (prognosi grave)

La suddetta classificazione dei linfomi cutanei è solo un modello; infatti, proprio perché la malattia comporta evidenti differenziazioni nelle sue sotto-categorie (dal punto di vista clinico, patologico, eziologico e fenotipico) sono state realizzate molte catalogazioni delle varie forme di linfoma cutaneo.

Sintomi

La maggior parte dei linfomi cutanei che interessano le cellule B, presenta un andamento clinico abbastanza omogeneo: decorso cronico, buona prognosi, risposta positiva alle terapie (intervento chirurgico, radioterapia, chemioterapia), tasso di mortalità basso. Al momento della diagnosi, in genere,  il linfoma non presenta lesioni extra-cutenee e si ha un'espressione degli antigeni B-linfocitari da parte delle cellule tumorali. Inoltre, si registra una restrizione monoclonale delle immunoglobuline (plasmatiche e superficiali). Le lesioni interessano soprattutto il collo, la testa, il tronco.
Anche nel caso in cui i linfomi interessino le cellule T, la cute rappresenta sicuramente il target favorito; la malattia può progredire lentamente o rapidamente, disseminandosi nelle varie aree cutanee. Nel secondo caso, la maggior parte delle terapie ha prognosi infausta.

I linfomi primitivi di tipo B manifestano solitamente noduli e papule rosse associate ad ulcere.
In generale, la maggior parte dei linfomi cutanei si presenta con placche desquamative ed eritematose, lesioni nodulari ed ulcerazioni.

Cause

Il quadro eziopatologico dei linfomi cutanei è incerto, ma esistono alcune ipotesi secondo le quali gli oncogeni, gli agenti infettivi virali, le citochine, gli antigeni derivati dall'ambiente, associati alle attività lavorative, rappresentano i fattori potenzialmente implicati nell'insorgenza del linfoma cutaneo.
La teoria degli agenti infettivi virali merita un approfondimento: il genoma dei  virus HTLV-1 (virus dei linfociti T dell'uomo,  acronimo anglosassone di Human T-lymphotropic virus) e virus EBV (virus di Epstein-Barr, già analizzato nell'articolo “linfoma di Burkitt”, come responsabile della neoplasia) sembra mescolarsi con il genoma linfocitario. Questa teoria è stata considerata da molti ricercatori, ma altri autori la contestano e ritengono più plausibile l'ipotesi secondo cui la produzione di citochine ed interleuchine nella cute potrebbe favorire svariate forme di proliferazione anomala dei linfociti T.
Per quanto riguarda la possibile correlazione con gli oncogeni, con gli allergeni ambientali e con l'attività lavorativa (es. esposizione a prodotti di scarico industriale, idrocarburi, sostanze aromatiche ecc.), non vi è ancora dimostrazione alcuna che questi fattori possano incidere direttamente nella formazione dei linfomi cutanei.

Terapie

Le terapie sono efficaci e danno esiti positivi nella maggior parte dei soggetti affetti da forme primitive cutanee, sia che interessino i linfociti T sia che coinvolgano quelli di tipo B. I trattamenti chemioterapici per la risoluzione dei linfomi ad alto grado di malignità, purtroppo, non prevedono grosse probabilità di esito risolutivo.
Oltre alla chemioterapia, i pazienti affetti da linfoma cutaneo si possono sottoporre a radioterapia, PUVA terapia, e fotoforesi extracorporea; quest'ultima terapia, che modula il sistema autoimmune, prevede il prelievo dei linfociti, che vengono ri-inseriti nel corpo dopo essere stati irradiati con sostanze fotoattive. La fotoforesi extracorporea sembra migliorare la prognosi di alcune forme di linfoma cutaneo.
I linfomi cutanei in genere sono tuttora oggetto di studio: i ricercatori si prefiggono l'obiettivo di interpretare i complicati meccanismi molecolari che li provocano, allo scopo di aprire nuove strade terapeutiche e trattamenti  innovativi per debellare completamente tutte le varie tipologie di linfoma cutaneo.

Riassunto

Per fissare i concetti…

 

Malattia

Linfoma cutaneo: rara neoplasia del tessuto linfatico che prevede la proliferazione anomala dei linfociti T della pelle.

Classificazione

Linfoma cutaneo primitivo
Linfoma cutaneo secondario
Linfoma cutaneo che interessa le cellule T (es. sindrome di Sezary e micosi fungoide)
Linfoma cutaneo che interessa i linfociti B

Prognosi

Varia in base alla tipologia di linfoma: buona, grave, variabile/imprevedibile

Andamento clinico dei linfomi cutanei(linfociti B)

Andamento clinico omogeneo: decorso cronico, buona prognosi, risposta positiva alle terapie (intervento chirurgico, radioterapia, chemioterapia), tasso di mortalità basso

Andamento clinico dei linfomi cutanei  linfociti T)

Interessa la cute. Decorso cronico lento (prognosi buona) o rapido (poche speranze di sopravvivenza)

Sintomi generali

Placche desquamative ed eritematose, lesioni nodulari ed ulcerazioni.

Cause

Ipotesi di fattori predisponenti: oncogeni, agenti infettivi virali (virus EBV e virus HTLV-1), citochine, antigeni derivati dall'ambiente, attività lavorative del soggetto.

Terapie possibili per combattere i linfomi cutanei

Chemioterapia, radioterapia, PUVA terapia, e fotoforesi extracorporea.