Ultima modifica 25.06.2019

Cos'è il criptorchidismo?

Il criptorchidismo delinea una condizione patologica in cui uno od entrambi i testicoli non sono visibili all'interno della sacca scrotale e, in alcuni pazienti, non risultano neppure palpabili. Come abbiamo analizzato nella disquisizione dei precedenti articoli, il criptorchidismo non rappresenta solamente una malattia congenita, ma può esistere anche in una rara, seppur possibile, forma acquisita. Nella trattazione di questo articolo, focalizzeremo l'attenzione sui sintomi del criptorchidismo e sulle possibili terapie, utili per la remissione del paziente da questa particolare condizione anatomo-patologica.

Sintomi

La malattia criptorchide non dà una sintomatologia particolare e, generalmente, non provoca alcun dolore al paziente: tant'è che si parla di “sintomatologia soggettiva praticamente assente”.
criptorchidismoTuttavia, quando non curato, il criptorchidismo in fase avanzata potrebbe generare alcuni problemi: tra tutti spicca la formazione di una massa anomala, che a sua volta procura difficoltà nel camminare.
La comparsa di ulteriori sintomi maggiormente eloquenti, come per esempio la torsione del testicolo ritenuto, è legata ad ulteriori complicanze del criptorchidismo.
[tratto da Chirurgia pediatrica. Approccio e gestione del bambino con problemi chirurgici di G. B. Parigi].
L'ipogonadismo e l'impotenza rappresentano altre due complicazioni che completano il quadro sintomatologico del criptorchidismo, specialmente in caso di severità.
Più che parlare di veri e propri sintomi, l'infertilità e la possibile evoluzione neoplastica dell'epididimo, che possono derivare dal criptorchidismo, dovrebbero essere intese come le complicanze più gravi della malattia.

Diagnosi

Come intuibile, la diagnosi del criptorchidismo non risulta particolarmente complicata, tutt'alto: in particolare, nei casi di criptorchidismo monolaterale senza ipospadia (anomalo sviluppo dell'uretra), gli accertamenti di laboratorio non sono indispensabili, poiché già dal semplice esame obiettivo il medico evince il disturbo del paziente. Situazione differente si ha, invece, nelle forme bilaterali o monolaterali di criptorchidismo con ipospadia, in cui gli accertamenti diagnostici di laboratorio, considerando la possibilità di un'anorchia (assenza di entrambi i testicoli), sono pressoché imprescindibili: LH, FSH, cariogramma (rappresentazione del corredo cromosomico di una cellula/individuo) e valutazione del testosterone pre/post stimolazione con hCG (Human chorionic gonadotropin). [tratto da Chirurgia pediatrica. Approccio e gestione del bambino con problemi chirurgici di G. B. Parigi].

Terapie

Nonostante non comporti sintomi particolari, il criptorchidismo non può e non dev'essere mai sottovalutato o minimizzato: quando ignorato, infatti, potrebbe provocare il mancato sviluppo del tessuto seminale, dunque una progressiva atrofia del testicolo ed una scarsa produzione di spermatozoi/azoospermia, che inevitabilmente conduce alla sterilità totale ed irreversibile. A rigor di ciò, il paziente dovrebbe sottoporsi a terapie peculiari e mirate alla discesa del testicolo; le terapie sono indispensabili per evitare danni alla produzione spermatica, poiché questi potrebbero avviarsi già durante l'infanzia, dunque ripercuotersi nell'età adulta. Inoltre, le strategie terapeutiche contro il criptorchidismo vengono considerate anche per la profilassi di neoplasie a livello genitale.
È doveroso ricordare che all'incirca nel 75% dei bambini affetti da criptorchidismo monolaterale, il testicolo retratto tende a discendere spontaneamente all'interno della sacca scrotale entro il secondo anno di vita, senza necessità d'intervento chirurgico o di somministrazione ormonale. Pertanto, l'iter terapeutico non dovrebbe mai essere intrapreso prima dei 6/12 mesi, per concludersi non oltre i 18-24 mesi di vita.
Vediamo, ora, in dettaglio, in che cosa consistono le varie terapie atte a redimere il paziente dal criptorchidismo:

  • nel caso in cui il testicolo non sia già disceso spontaneamente entro il secondo anno di vita, il piccolo paziente viene in genere sottoposto ad una terapia medica (somministrazione di gonadotropine): la terapia ormonale è mirata al precoce ristabilimento del testicolo all'interno della sacca scrotale. Per quei bambini affetti da criptorchidismo, è fondamentale la somministrazione di gonadotropine entro il secondo anno di vita: infatti, le alterazioni delle cellule seminifere, nel testicolo, compaiono assai precocemente, dunque posticipando la terapia, il rischio di ripercussioni durante l'età adulta aumenta enormemente.
  • Qualora la somministrazione ormonale non fosse sufficiente o inefficace, si dovrà intervenire con una terapia chirurgica nota come orchiopessia, in cui il testicolo retratto, o entrambi, vengono chirurgicamente fissati all'interno della borsa scrotale.
  • Quando s'intraprendono strategie terapeutiche troppo tardi, il testicolo ritenuto potrebbe andare incontro a neoplasie: in simili frangenti, è consigliata l'asportazione della gonade malata.

 Riflessioni

Quando il criptorchidismo viene sottovalutato, e non vengono poste le dovute attenzioni al bambino affetto, durante l'età adulta questi potrebbe lamentare problemi di fertilità, non perché non curato, ma perché curato troppo tardi. È vergognoso che al giorno d'oggi siano ancora così frequenti questi errori che incidono sulla vita futura del paziente. La classe medica, quindi, dovrebbe essere maggiormente sensibilizzata in merito: il criptorchidismo è una condizione patologica problematica che, quando non trattata, potrebbe mettere a serio rischio la fertilità del paziente, irreversibilmente.



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