Carcinosi Peritoneale

Ultima modifica 06.08.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Che cos'è
  3. Cause
  4. Incidenza
  5. Sintomi
  6. Diagnosi
  7. Cura
  8. Prognosi

Generalità

Con carcinosi peritoneale s'intende la diffusione di cellule tumorali all'interno della cavità circoscritta dal peritoneo.

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Questa malattia, pertanto, si sviluppa in seguito alla formazione di altri tumori che possono interessare diversi organi, ma che sono generalmente localizzati nella cavità addominale.

Purtroppo, la carcinosi peritoneale è una forma tumorale piuttosto aggressiva e non sempre i trattamenti intrapresi per contrastarla riescono ad eliminarla del tutto. Nonostante ciò, la ricerca medica ha raggiunto notevoli risultati negli ultimi decenni, consentendo l'innalzamento dell'aspettativa di vita dei pazienti affetti da questa malattia.

Che cos'è

Che cos'è la Carcinosi Peritoneale?

Quando si parla di carcinosi peritoneale, si vuole indicare la diffusione metastatica di cellule neoplastiche all'interno della cavità peritoneale. In questo caso, perciò, il peritoneo e la cavità da esso circoscritta possono essere considerati come la sede di metastasi di altre forme tumorali.

La carcinosi peritoneale è considerata estremamente aggressiva, tanto che fino a pochi anni fa non lasciava scampo ai pazienti cui veniva diagnosticata. Questo perché le cellule maligne diffuse all'interno della cavità circoscritta dal peritoneo possono intaccare altri organi ancora sani, peggiorando ulteriormente la condizione del paziente e rendendo estremamente difficile l'eliminazione della neoplasia, sia attraverso la chirurgia che attraverso la chemioterapia e la radioterapia.

Nota: i termini cellule tumorali, cellule maligne e cellule neoplastiche vengono impiegati in quest'articolo come sinonimi.

Cause

La carcinosi peritoneale è causata dalla disseminazione di cellule tumorali all'interno della cavità peritoneale. Generalmente, i tumori in grado di dare origine a questa malattia sono quelli che colpiscono gli organi situati a livello addominale, tuttavia - anche se di rado - vi è la possibilità che le cellule maligne derivino da tumori localizzati in sedi extra-addominali.

Ad ogni modo, fra le patologie neoplastiche in grado di metastatizzare e dare origine a carcinosi peritoneale, ritroviamo:

Il carcinoma peritoneale, perciò, può essere causato non solo da tumori localizzati in altri organi e situati sia a livello addominale che extra-addominale, ma anche da tumori che interessano direttamente il peritoneo. Tuttavia, è bene precisare che quest'evenienza risulta essere abbastanza rara, benché non impossibile.

Incidenza

Quanti e Quali Pazienti sviluppano Carcinosi Peritoneale?

Come sopra accennato, i pazienti che vanno incontro a carcinosi peritoneale sono individui che hanno già sviluppato altre neoplasie che, metastatizzando, invadono anche la cavità circoscritta dal peritoneo.

Nella maggioranza dei casi, la carcinosi peritoneale deriva da tumori che non interessano il peritoneo stesso, bensì altri organi situati a livello addominale. A questo proposito, è stato stimato che possono sviluppare carcinosi peritoneale il 60% delle pazienti affette da tumore all'ovaio, il 40% dei pazienti con tumore dello stomaco e almeno il 15% dei pazienti interessati da tumore del colon.

Sintomi

Sintomi Indotti dalla Carcinosi Peritoneale

Purtroppo, come avviene per la maggior parte delle malattie neoplastiche, i sintomi della carcinosi peritoneale si manifestano in maniera subdola e vaga e, per questo, possono essere difficilmente riconoscibili.

Ad ogni modo, la principale sintomatologia indotta da questa patologia maligna consiste in:

I suddetti sintomi, inoltre, sono spesso accompagnati da gonfiore dell'addome che tende ad accentuarsi man mano che la malattia avanza a causa dell'aumento delle dimensioni delle masse tumorali e a causa dell'accumulo di liquidi.

Naturalmente, il paziente può manifestare anche altri sintomi strettamente connessi al tipo di cancro che ha dato origine alla carcinosi peritoneale (tumore del colon-retto, tumore del pancreas, tumore dello stomaco, tumore dell'ovaio, ecc.).

Diagnosi

Come si Esegue la Diagnosi di Carcinosi Peritoneale?

La diagnosi di carcinosi peritoneale potrebbe essere effettuata ancor prima di aver diagnosticato il tumore da cui le cellule neoplastiche originano, così come potrebbe essere effettuata nel corso di visite ed esami di controllo in pazienti in cui il cancro da cui è partita la metastasi è stato già individuato ed eventualmente trattato.

Purtroppo, non esistono esami specifici per la diagnosi di carcinosi peritoneale, ma spesso è necessario ricorrere all'esecuzione di più analisi ed esami diagnostici.

Tuttavia, nel determinare la presenza o meno di carcinosi peritoneale si è rivelata particolarmente utile la tomografia assiale computerizzata (meglio nota come TAC) cui può conseguire un'indagine più approfondita attraverso l'esecuzione di una tomografia a emissione di positroni (PET). Nel caso in cui TAC e PET non dovessero essere sufficienti per effettuare una diagnosi certa di carcinosi peritoneale, è altresì possibile ricorrere alla laparoscopia. Si tratta di una tecnica che deve essere condotta in anestesia generale, ma che permette la raccolta di campioni istologici (biopsia) al fine di dissolvere ogni dubbio circa la natura della malattia che affligge il paziente.

Cura

Esiste una Cura contro la Carcinosi Peritoneale?

La ricerca nel campo della cura della carcinosi peritoneale ha fatto passi da giganti negli ultimi decenni, consentendo lo sviluppo di approcci terapeutici e nuove tecniche in grado di incrementare l'aspettativa di vita dei pazienti affetti da questa malattia.

Il trattamento della carcinosi peritoneale, generalmente, prevede l'esecuzione di un intervento chirurgico cui può conseguire la somministrazione locale di una terapia farmacologica antineoplastica. Per tutti quei pazienti affetti da carcinosi peritoneale non trattabile mediante chirurgia, invece, è stata recentemente introdotta una nuova tecnica di somministrazione di farmaci antitumorali in grado di intervenire anche in queste situazioni particolarmente delicate.

Di seguito, perciò, verranno analizzati i principali trattamenti che vengono intrapresi per contrastare ed eliminare la carcinosi peritoneale.

Chirurgia Citoriduttiva

La chirurgia citoriduttiva - anche nota con l'acronimo CRS, dall'inglese Cyto-Reductive Surgery - è il trattamento di prima linea contro la carcinosi peritoneale. Il suo scopo è quello di asportare tutti i noduli peritoneali visibili mediante l'uso di appositi elettrobisturi ad alto voltaggio. Per essere precisi, in questo caso sarebbe bene parlare di chirurgia citoriduttiva con peritonectomia.

Quando la carcinosi peritoneale coinvolge una determinata area addominale in larga misura, può essere necessario intervenire asportando anche porzioni di altri organi addominali, quali intestino, stomaco, ovaie, ecc.

Al termine dell'intervento, per eliminare le cellule maligne non visibili ad occhio nudo, il paziente affetto da carcinosi peritoneale può essere sottoposto alla chemioterapia intraperitoneale ipertermica.

Chemioterapia Intraperitoneale Ipertermica

La chemioterapia intraperitoneale ipertermica (HIPEC, Hyperthermic Intraperitoneal Chemotherapy) è un trattamento relativamente recente che si è mostrato molto utile nell'ambito del trattamento della carcinosi peritoneale.

Questa strategia terapeutica si basa sostanzialmente sulla somministrazione di farmaci chemioterapici antitumorali direttamente nella cavità peritoneale. La somministrazione, però, viene effettuata in condizioni di ipertermia (circa 42°C), ossia con temperature più elevate rispetto alla normale temperatura corporea. Questo perché è stato dimostrato che il calore è in grado di incrementare la capacità di penetrazione dei farmaci antineoplastici all'interno dei tessuti tumorali.

Inoltre, è stato anche dimostrato che - grazie alla presenza di una sorta di barriera plasmatico-peritoneale costituita dal tessuto sottomesoteliale e dalla membrana basale dei capillari sanguigni - i farmaci antitumorali ad alto peso molecolare e molto idrofili somministrati localmente non sono in grado di entrare nel circolo ematico. Grazie a questo fenomeno, perciò, gli antineoplastici somministrati a livello intraperitoneale difficilmente riescono a raggiungere altri distretti corporei, di conseguenza, gli effetti collaterali risultano essere ridotti e, allo stesso tempo, è possibile somministrare concentrazioni di farmaco maggiori.

Fra i principi attivi ad azione antitumorale che si possono impiegare in questo tipo di chemioterapia, ricordiamo il cisplatino, l'oxaliplatino, la mitomicina C e la doxorubicina. Generalmente, la scelta del principio attivo da impiegarsi dipende dal tipo di tumore che interessa il paziente e dalla sua gravità.

Nota Bene

L'intervento di chirurgia citoriduttiva associato alla chemioterapia intraperitoneale ipertermica è un trattamento che viene effettuato soltanto in centri specializzati, poiché richiede un'elevata conoscenza sia delle tecniche e degli strumenti impiegati, sia della stessa carcinosi peritoneale.                                                                                        

Efficacia del Trattamento Combinato

Il trattamento combinato di chirurgia citoriduttiva e chemioterapia intraperitoneale ipertermica sembra rivelarsi il migliore per quel che riguarda la carcinosi peritoneale derivante da mesotelioma o da pseudomixoma. Per quanto riguarda la carcinosi peritoneale secondaria ad altre forme tumorali, invece, il trattamento combinato può rivelarsi utile ed efficace in casi selezionati nei quali le cellule tumorali che vanno incontro a metastasi derivano da tumori del colon-retto o dell'ovaio.

Infine, per quel che riguarda la carcinosi peritoneale indotta da altre forme tumorali (come cancro dello stomaco e del pancreas), la prognosi, purtroppo, risulta essere piuttosto sfavorevole anche in seguito al trattamento combinato di cui sopra.

Ad ogni modo, ciascun caso di carcinosi peritoneale è a sé stante e il trattamento più indicato verrà stabilito dal medico oncologo su base strettamente individuale.

Chemioterapia Intraperitoneale a Flusso d'Aria Pressurizzata

La chemioterapia intraperitoneale a flusso d'aria pressurizzata (abbreviata con l'acronimo PIPAC, dall'inglese Pressurized Intraperitoneal Aerosol Chemotherapy) è una tecnica relativamente recente messa a punto per il trattamento dei pazienti con carcinosi peritoneale sulla quale non è possibile intervenire con l'approccio chirurgico (chirurgia citoriduttiva).

Quest'innovativa tecnica prevede la somministrazione in laparoscopia di farmaci antitumorali tramite aerosol. Grazie all'utilizzo della tecnica laparoscopica, oltre alla somministrazione dei medicinali, è altresì possibile eseguire biopsie e/o aspirare eventuale liquido accumulatosi all'interno della cavità peritoneale.

Obiettivi e Vantaggi

La chemioterapia intraperitoneale a flusso d'aria pressurizzata viene eseguita nei pazienti affetti da carcinosi peritoneale non trattabile chirurgicamente allo scopo di:

  • Ridurre, o quantomeno limitare, l'espansione e la diffusione della carcinosi peritoneale stessa;
  • Preparare il paziente ad un eventuale intervento di chirurgia citoriduttiva;
  • Impedire il nuovo accumulo di liquidi all'interno della cavità peritoneale.

Fra i principali vantaggi di questa tecnica, spiccano la scarsa invasività (con la laparoscopia, infatti, è sufficiente effettuare piccole incisioni a livello dell'addome), la possibilità di somministrare i farmaci antitumorali direttamente in prossimità delle cellule maligne e il minor numero di effetti collaterali rispetto alla somministrazione di una chemioterapia antitumorale per via sistemica.

Prognosi

Prognosi della Carcinosi Peritoneale

Benché i trattamenti intrapresi contro la carcinosi peritoneale si prefiggano l'obiettivo di curare la malattia neoplastica, essa risulta essere particolarmente aggressiva e potrebbe non essere eliminata definitivamente, così come potrebbe ripresentarsi anche dopo l'esecuzione dell'intervento chirurgico e della chemioterapia intraperitoneale ipertermica. Quest'eventualità, purtroppo, è difficilmente prevedibile. Oltre a questo, la prognosi può variare da paziente a paziente in funzione di diversi fattori, quali:

  • Il tipo di tumore da cui derivano le cellule neoplastiche che danno origine alla carcinosi peritoneale;
  • La possibilità di intervenire o meno mediante chirurgia citoriduttiva e, quando possibile, la possibilità di rimuovere completamente le masse tumorali visibili;
  • Le condizioni di salute del paziente;
  • La risposta del paziente alle terapie.

La prognosi, pertanto, può variare anche di molto fra un paziente e l'altro e la sopravvivenza non sempre è garantita. Tuttavia, nonostante questa grande variabilità, grazie all'avvento delle nuove tecniche di somministrazione di farmaci antitumorali, l'aspettativa di vita e la possibilità di cura dei pazienti affetti da carcinosi peritoneale è indubbiamente aumentata rispetto al passato.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista