Calazio: Cause, Sintomi e Cura
Ultima modifica 14.01.2022
INDICE
  1. Cos’è
  2. Cause e fattori di rischio
  3. Sintomi
  4. Diagnosi
  5. Trattamento e Rimedi

Cos’è

Il calazio è un disturbo delle palpebre piuttosto comune, che deriva da un'infiammazione di una ghiandola di Meibomio, deputata alla produzione della componente lipidica della secrezione lacrimale, in seguito all'ostruzione del suo dotto escretore.

Il calazio è facilmente riconoscibile: l'ostruzione si manifesta esternamente con il gonfiore della palpebra in corrispondenza della ghiandola interessata.

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Cos’è il Calazio?

Il calazio è un'infiammazione di una o più ghiandole di Meibomio, che contribuiscono normalmente a produrre la componente lipidica delle lacrime (anche detta mebo o meibum).

Quando l'infiammazione interessa più di una ghiandola di Meibomio, si parla precisamente di calaziosi.

Cause e fattori di rischio

Per meglio comprendere da cosa dipende il calazio, è necessario ripassare velocemente una parte dell'anatomia delle palpebre: che cosa sono le ghiandole di Meibomio?

Cenni di anatomia: ghiandole di Meibomio

Ogni follicolo cigliare del margine palpebrale è provvisto di una ghiandola di Zeis, che produce sebo. Nella stessa zona, vicino alla base delle ciglia, si trovano alcune ghiandole sudoripare modificate, chiamate ghiandole di Moll. Lungo il margine interno, all'emergenza delle ciglia, invece, le ghiandole di Meibomio (o ghiandole tarsali) secernono un sostanza ricca di lipidi che impedisce alle palpebre di sigillarsi l'una contro l'altra. Tale organizzazione interessa il margine palpebrale ad eccezione della porzione mediale (che rappresenta circa l'ottavo interno della fessura), la quale presenta i puntini lacrimali, che coincidono con l'inizio delle vie lacrimali di deflusso.

Tutte le ghiandole accessorie delle palpebre sono soggette ad invasioni batteriche occasionali.  Dalle infezioni di una ghiandola di Meibomio, può formarsi un calazio. Il processo infettivo di una ghiandola sebacea di una ciglia o di una delle ghiandole lacrimali accessorie che si aprono in superficie tra i follicoli della palpebra, invece, provoca una tumefazione dolorosa localizzata, conosciuta come orzaiolo.

Per approfondire: Palpebra - Anatomia, Funzioni e Malattie

Calazio: quali sono le cause principali?

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Il calazio è causata dall'infiammazione di una o più ghiandole di Meibomio, che sono disposte trasversalmente nelle palpebre inferiori e superiori. Di norma, queste ghiandole contribuiscono, col loro secreto, a produrre lo strato oleoso del film lacrimale.

Se gli orifizi dei dotti escretori delle ghiandole di Meibomio presenti sul margine palpebrale si occludono, la componente lipidica prodotta non riesce a defluire verso l'esterno e determina la caratteristica lesione nodulare (granuloma) nel punto corrispondente alla ghiandola interessata dall'ostruzione. Nei circostanti tessuti molli della palpebra possono comparire arrossamento, dolore, secrezione e infiammazione della congiuntiva.

L'ostruzione può essere dovuta alla presenza di ostacoli "esterni" o alla modificazione del mebo stesso.

Alcune persone con problemi associati alla secrezione sebacea (es. seborrea, pelle grassa) hanno la tendenza ad avere un mebo più denso. Altre volte, è sufficiente una dieta sbilanciata o un periodo di stress intenso per una produzione della ghiandola "alterata" rispetto alla norma.

Mebo e Sebo

Il mebo rappresenta per l'occhio ciò che il sebo rappresenta per la pelle: entrambi sono secreti lipidici con funzioni protettive e, per svariati motivi, possono subire modificazioni più o meno accentuate.

Talvolta, il calazio può essere la conseguenza di una blefarite cronica. Se quest'infiammazione della palpebra viene trascurata, l'accumulo di piccoli frammenti di cute di desquamata (simile alla forfora) possono favorire l'ostruzione del dotto escretore.

In altri casi, il calazio dipende dall'uso di lenti a contatto. Queste intervengono come ostacoli esterni, in quanto possono provocare un traumatismo livello palpebrale, innescando un processo infiammatorio.

Infine, sembra che una predisposizione costituzionale, per lo più su base ereditaria, a presentare malattie allergiche (diatesi allergica) possa enfatizzare il disturbo.

Il calazio è altresì noto con l'espressione di ciste di Meibomio, proprio per indicare il bersaglio dell'infiammazione (ghiandole di Meibomio) ed il tipico nodulo che la contraddistingue (ciste). Il calazio è indicato anche come lipogranuloma della ghiandola di Meibomio.

Fattori predisponenti

La formazione di un calazio può dipendere da:

  • Predisposizione costituzionale alla secrezione sebacea o alla diatesi allergica;
  • Dieta sbilanciata caratterizzata dal frequente consumo di cibi ricchi di grassi, formaggi, salumi, dolci;
  • Patologie del tratto intestinale (come la colite spastica);
  • Periodi di stress intenso o particolare stanchezza.

I calazi sono spesso associati a acne rosacea e seborrea.

In passato, si riteneva che il calazio avesse un'origine prettamente infettiva; oggi, tuttavia, questa supposizione è stata scartata, malgrado alcuni studiosi ritengano che un'infezione oculare preesistente possa in qualche modo accentuare i sintomi del calazio.

Calazio e Orzaiolo: quali differenze?

Orzaiolo e calazio sono due disturbi spesso confusi tra loro: entrambe si caratterizzano, infatti, per l'improvvisa comparsa di una tumefazione focale della palpebra superiore o inferiore ed esordiscono con arrossamento, edema, gonfiore e dolore palpebrale.

Tuttavia, orzaiolo e calazio presentano alcune differenze che ne permettono la distinzione:

  • Il calazio è una cisti che si localizza nella palpebra, nella parte superiore o in quella inferiore, che deriva da un'infiammazione di una ghiandola di Meibomio.
  • L'orzaiolo è un'infiammazione acuta di una o più ghiandole sebacee alla base delle ciglia (ghiandola di Zeiss), sul bordo palpebrale esterno. Nella maggior parte dei casi, l'orzaiolo non produce sintomi e, spesso, si risolve spontaneamente.
  • Col passare del tempo, il calazio tende a divenire un piccolo nodulo indolente al centro della palpebra, mentre l'orzaiolo persiste come una rilevatezza dolorosa, bianco-giallastra, sul margine palpebrale.

Sintomi

I sintomi del calazio e la loro entità dipende dal grado d'infiammazione della ghiandola e dal numero di ghiandole coinvolte. All'esordio, il calazio può dare dolenzia all'intera palpebra, a causa della notevole reazione flogistica. Dopo qualche giorno, la palpebra si sgonfia, ma rimane la ciste che può dare sensazione di corpo estraneo, soprattutto se di grandi dimensioni e collocata nella palpebra superiore.

Sintomi Calazio: come si manifesta?

Il calazio si caratterizza per l'improvvisa comparsa di una tumefazione focale della palpebra (spesso riferita come una "pallina sulla palpebra").

in corrispondenza della ghiandola coinvolta nell'infiammazione, associata a iperemia.

Col passare del tempo, il calazio tende a divenire un nodulo tondeggiante (lipogranuloma) che appare come piccola cisti solida lungo il margine palpebrale. A differenza dell'orzaiolo, questa lesione è solitamente indolore.

Il calazio può essere di piccole dimensioni (tipo un grano di miglio) oppure più grande, fino ad arrivare a gonfiori talmente consistenti da causare la chiusura della palpebra.

Altri sintomi associati al Calazio

Il più delle volte, i pazienti colpiti da calazio non accusano sintomi rilevanti: più che di dolore, la cisti può procurare una spiacevole sensazione di appesantimento palpebrale, specie quando il calazio raggiunge dimensioni considerevoli. L'eventuale presenza di dolore, arrossamento ed iperlacrimazione che accompagna il calazio trova la più probabile spiegazione in un insulto batterico o, meno spesso, virale.

Quando dipende dalla blefarite, il calazio può formare piccole crosticine tra le ciglia, fino a provocare prurito ai bordi palpebrali e bruciore.

Per approfondire: Sintomi Calazio

Quanto dura il Calazio?

Solitamente, questo rigonfiamento drena spontaneamente sulla superficie interna della palpebra svuotandosi o regredisce entro 2-8 settimane, senza bisogno di ricorrere ad alcun trattamento.

Tuttavia, esistono calazi che cronicizzano: se il calazio non tende a risolversi spontaneamente, è possibile che si sia formata una "capsula" che congloba la ghiandola. In questo caso occorre procedere, dietro indicazione dell'oculista, a un piccolo intervento chirurgico ambulatoriale.

Possibili complicanze

Un calazio può causare lieve infiammazione della congiuntiva, offuscamento della visione e, se di grandi dimensioni e posizionato sulla palpebra superiore, può:

La cisti caratteristica del calazio ha una natura quasi sempre benigna: la possibilità che la cisti nasconda una lesione neoplastica è un evento estremamente raro.

Diagnosi

Come viene formulata la Diagnosi di Calazio?

La diagnosi si basa sulla valutazione clinica: l'oculista con il solo esame obiettivo è in grado di capire se si tratta di un calazio.

Sempre opportuna è la diagnosi differenziale, soprattutto in presenza di sintomi sospetti. I calazi cronici, non responsivi al trattamento, richiedono una biopsia per escludere un eventuale tumore della palpebra.

Nel corso dei primi 2 giorni, un calazio può essere indistinguibile dall'orzaiolo (infiammazione acuta su base infettiva). Se la tumefazione è localizzata nella palpebra inferiore in prossimità del canto interno, invece, deve essere esclusa la dacriocistite (infiammazione del sacco lacrimale).

Trattamento e Rimedi

Calazio: come si cura?

Nella maggior parte dei casi, l'ostruzione del dotto escretore riesce a scomparire spontaneamente nell'arco di alcuni mesi: il tappo lipidico tende a ridursi.

Di solito, per favorire la risoluzione dell'infiammazione in fase acuta, il primo approccio terapeutico al calazio prevede l'uso di colliri, pomate oftalmiche e unguenti a base di antibiotici e cortisonici, previa prescrizione medica. Questi sono indicati per ridurre il gonfiore delle pareti del dotto escretore della ghiandola occlusa e favorire la fuoriuscita spontanea del materiale contenuto nel calazio.

Quando i calazi sono di grandi dimensioni e refrattari al trattamento, invece, può essere eseguita l'incisione (seguita da detersione chirurgica) o l'iniezione intralesionale di corticosteroidi.

Per approfondire: Farmaci per la Cura del Calazio

Quando serve l’intervento chirurgico per il Calazio

In assenza di risultati con il trattamento conservativo, in genere, si interviene chirurgicamente

In regime ambulatoriale, previa anestesia locale, si pratica una piccola incisione all'interno della palpebra attraverso la quale si inserisce uno strumento apposito per drenare il contenuto della cisti (curettage del calazio) e/o rimuovere interamente la ghiandola che ha generato il problema.

Il trattamento chirurgico è solitamente indicato se:

  • Il calazio è molto grande;
  • Il calazio non tende a risolversi da solo o successivamente alla terapia medica;
  • Il calazio è localizzato al centro della palpebra o in un'altra posizione fastidiosa o di ostacolo per la normale visione.

Calazio: qualche consiglio

  • Non premere, sfregare, schiacciare o pungere il calazio nel tentativo di drenarlo, poiché si potrebbe incorrere in complicanze più severe;
  • Nei soggetti predisposti, la correzione dello stile alimentare si può ridurre il rischio di formazione di nuovi calazi;
  • Evitare di truccarsi e di usare le lenti a contatto per non rischiare di indurre microtraumi e/o infezioni corneali;
  • Le salviette umidificate disinfettanti e le soluzioni umettanti, disponibili in farmacia, contribuiscono a mantenere idratato l'occhio e alleviano il disagio provocato dal calazio.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici