Ultima modifica 25.02.2020

Ascesso dentale: introduzione

La diagnosi di ascesso dentale è piuttosto agevole, essendo spesso sufficiente una semplice anamnesi (raccolta dei sintomi riferiti dal paziente). Il soggetto colpito da ascesso dentale accusa un mal di denti inarrestabile, pulsante ed acuto, tale da ostacolare la masticazione o - peggio ancora - le normali attività quotidiane ed il riposo notturno. Ascesso dentaleOltre al dolore, l'ascesso dentale si manifesta con gengive arrossate, ingrossamento dei linfonodi del collo, alitosi, ipersensibilità dentinale al caldo ed al freddo, e febbre. Prima che i sintomi degenerino - causando dunque fistole, granulomi, cisti, cellulite batterica e sepsi - è necessario intervenire quanto prima con una terapia antibiotica d'urto, l'unica soluzione pensabile e veramente efficace per debellare l'infezione alla radice. Ricordiamo brevemente che l'ascesso dentale è frutto di infezioni batteriche, a loro volta favorite da processi cariogeni profondi, pulpite complicata, denti scheggiati/rotti o piorrea avanzata.
La prognosi è eccellente quando l'ascesso dentale viene arrestato non appena si manifestano i primi sintomi; diversamente, in caso di mancato intervento, l'ascesso dentale può causare effetti devastanti, fino alla morte nei casi estremi.

Diagnosi

Come accennato, la diagnosi di un ascesso dentale è piuttosto semplice. Un'indagine anamnestica (ovvero la raccolta dei sintomi accusati dal paziente) è infatti sufficiente per ipotizzare un ascesso dentale in atto. Ad ogni modo, il dentista procede con una visita specialistica per verificare l'infezione. La presenza di materiale purulento (batteri, detriti cellulari, plasma e globuli bianchi) nella gengiva, nell'osso mandibolare o nella polpa del dente può essere accertata mediante opportuni test diagnostici-investigativi:

  • Toccando il dente. Molte volte, l'ascesso dentale rende i denti estremamente sensibili; pertanto, un semplice sfioramento del dente può acutizzare il mal di denti. Per testare l'intensità del dolore, il dentista tocca con delicatezza o preme leggermente il dente coinvolto nella patologia.
  • Aspirazione: il dentista inserisce l'ago di una siringa nella zona gengivale infiammata per aspirare un eventuale campione di pus. Successivamente, il prelievo è inviato in laboratorio per l'esame di coltura batterica.
  • Radiografia: test diagnostico utile per rilevare la gravità dell'ascesso dentale. Le radiografie sono generalmente indicate in caso di denti rotti e scheggiati, e di ipotetica infezione dell'osso mandibolare.

Terapie e trattamenti

La terapia per l'ascesso dentale ha lo scopo di:

  1. Uccidere i patogeni coinvolti nell'infezione → antibiotici
  2. Allontanare il dolore e tutti gli altri sintomi → sussidi terapeutici
  3. Salvare il dente da un'ipotetica estrazione → intervento immediato

Trattandosi di un'infezione, una mirata cura antibiotica si rivela la terapia più appropriata per debellare efficacemente l'ascesso dentale. Spesse volte, tuttavia, accanto alla cura antibiotica è necessario incidere l'ascesso dentale per drenare il suo contenuto. Il dentista, con l'ausilio di strumenti sterili, procede dapprima anestetizzando la zona da trattare; successivamente, il medico pratica una piccola incisione nell'ascesso, per rimuovere il materiale purulento accumulatosi.
Per combattere l'inevitabile dolore che accompagna l'ascesso dentale, il medico prescrive al paziente farmaci anestetici-antidolorifici (es. ibuprofene, naprossene, acido acetilsalicilico). In presenza di febbre alta, il farmaco più indicato è il paracetamolo.
La soluzione più efficace per un ASCESSO PERIAPICALE (pulpite irreversibile) è la devitalizzazione del dente, che scongiura un'eventuale estrazione. Questo intervento consiste nella rimozione della polpa dentale danneggiata, e nella sua successiva otturazione con amalgame speciali o materiali biocompatibili. Successivamente, il dente dev'essere ricostruito: si possono impiantare dei perni in metallo e carbonio (per sostenere la ricostruzione) e, da ultimo, è possibile ricoprire il dente con una capsula.
Qualora l'intervento di devitalizzazione non fosse stato eseguito correttamente, l'ascesso dentale potrebbe creare un danno maggiore. In simili circostanze, è necessario procedere con un'estrazione chirurgica del dente malato.
Un ASCESSO PARODONTALE necessita generalmente di terapie meno invasive rispetto al caso precedente. La detartarsai (intervento che prevede la rimozione professionale di tartaro e placca), supportata da una terapia antibiotica ed antidolorifica, è talvolta sufficiente per curare l'ascesso dentale. Altre volte, dopo aver accuratamente pulito la tasca gengivale in cui si è formato l'ascesso, è necessario rimodellare il tessuto gengivale per minimizzare il rischio di infezioni recidivanti.

Prognosi

La prognosi di un ascesso dentale è eccellente quando l'infezione viene accuratamente trattata durante il primo stadio (primissimi sintomi) mediante drenaggio e terapia antibiotica.
Diversamente, quando non viene curato, l'ascesso dentale può causare complicanze molto gravi, come fistole, cisti, granulomi, caduta del dente, osteomielite, infezione del pavimento della bocca e setticemia (sepsi). Nei pazienti diabetici, oncologici e gravemente immunocompromessi, un ascesso dentale non curato può dare prognosi infausta (morte del paziente).

Prevenzione

L'accurata igiene orale quotidiana, accompagnata dalla detartrasi professionale ogni 6-12 mesi, previene carie e malattie del cavo orale in genere, inclusi gli ascessi dentali.


Per una corretta igiene orale è necessario...


I controlli periodici dal dentista possono sorprendere sul nascere eventuali infezioni ancora asintomatiche; pertanto, un intervento tempestivo su carie, gengiviti o parodontiti (piorrea) minimizza il rischio di complicanze scongiurando la comparsa di ascessi dentali.



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