La differenza tra teoria e scienza dell'allenamento

Ultima modifica 10.01.2020

A cura del Dottor Nicola Sacchi - Autore del libro: Farmaci e doping nello sport -

 

Una recente e molto animata discussione riguardo il mio ultimo articolo sul protocollo tabata,  nata sul forum del presente sito, mi ha dato lo spunto per redare questo nuovo testo riguardante la differenza tra scienza e teoria dell'allenamento.

 

teoria scienza allenamentoL'allenamento sportivo consiste in una sequenza di esercizi atti a migliorare determinate capacità fisiche dell'organismo. A seconda del tipo di qualità fisiche che si vogliono migliorare, e delle capacità della persona, si utilizzano esercizi differenti studiati per quella determinata situazione. Alla base della scelta degli esercizi da svolgere, esiste una valutazione più o meno razionale, sviluppata dalla persona che propone questo determinato allenamento; tale valutazione viene eseguita in base alle conoscenze teoriche e pratiche che l'allenatore preposto all'elaborazione dell'allenamento, possiede nel momento in cui formula questo protocollo di esercizi.
Tali conoscenze si basano sugli studi e sull'esperienza pratica che il tecnico ha acquisito negli anni.
 
Nel corso degli ultimi decenni, vista la crescente importanza che lo sport riveste nella vita delle persone, si è cercato di avvalorare scientificamente tutte le conoscenze acquisite. Oggi, alla luce di ciò che è stato dimostrato e di ciò che soltanto si suppone essere giusto, possiamo suddividere l'insieme del sapere sull'allenamento in due grandi categorie: la scienza dell'allenamento e la teoria dell'allenamento.

La scienza dell'allenamento si basa su dati ottenuti con sperimentazioni, attraverso metodologia analitica prettamente scientifica, rispettandone pertanto i parametri di oggettività e rigore. In questo caso vengono considerati come corretti solamente i risultati ottenuti tramite studi specifici, riguardanti la risposta dell'organismo allo stimolo dell'attività motoria ed eseguiti in condizioni di assoluto controllo. Dal momento che lo sport si basa sulle leggi della biologia e della fisiologia, e che pertanto occorre considerare l'elevato grado di variabilità tra gli individui, esiste un'oggettiva difficoltà nel produrre risultati certi.
Il concetto di sperimentazione con studi scientifici specifici, significa che tale dimostrazione deve rispettare i postulati del metodo scientifico, avvalendosi di strumenti per la raccolta e l'analisi dei dati e di un approccio basato sull'analisi statistica dei dati ottenuti.
L'oggettività ed il rigore scientifico sono indispensabili per affermare con certezza che facendo X succede Y. Per avere queste caratteristiche uno studio scientifico deve basarsi su:

significatività del numero di campioni; ciò significa che maggiore è il numero di partecipanti allo studio (campioni), maggiore è la sicurezza statistica che i dati ottenuti siano certi;
confronto con un gruppo di controllo; significa che un determinato numero di persone si sottopone alla particolare sollecitazione motoria che si vuole studiare, ed i dati ottenuti vengono confrontati con quelli prodotti da un gruppo che non è stato sottoposto a quella specifica sollecitazione;
test di controllo precisi e ripetibili ad inizio e fine studio, per verificare l'effettivo cambiamento di un determinato parametro in seguito alla suddetta sollecitazione; questo parametro deve quindi essere chiaro e misurabile;
analisi e valutazione rigorose dei dati ottenuti.

La teoria dell'allenamento, invece, rappresenta l'insieme delle conoscenze acquisite empiricamente sul campo da allenatori, istruttori, atleti e praticanti vari di qualsiasi disciplina sportiva. Tali conoscenze, allo stato attuale delle cose, non sono state dimostrate scientificamente, ma sono state appunto sperimentate con la pratica e l'osservazione delle relazioni logiche causa-effetto: faccio X succede Y, ed Y si modifica in funzione di X secondo un ipotetico, non dimostrato, andamento.
La teoria dell'allenamento nasce dall'esperienza e dalle valutazioni fatte in seguito a tale esperienza. Chiunque si cimenti con costanza ed impegno  in un determinato settore, come l'allenamento, matura delle esperienze in tale settore che gli permettono di sviluppare determinate relazioni di causa ed effetto. Per esempio, tante persone hanno verificato che eseguendo degli esercizi con sovraccarico crescono i muscoli; successivamente, gli allenatori o gli atleti più ravveduti hanno teorizzato diverse metodiche di allenamento in base ai risultati da loro ottenuti (allenamento Heavy Duty, allenamento Weideriano per esempio).  In questo caso, però, vediamo come diverse teorie sostengano che per raggiungere lo stesso obiettivo si debbano fare cose diametralmente opposte. Queste teorie si basano su osservazioni ottenute sul campo, senza la validazione ottenibile con sperimentazioni scientifiche; ciò non significa che le teorie siano sbagliate o inutili, ma semplicemente che non si avvalgono di misurazioni scientificamente valide e pertanto non possono rientrare in un contesto di scienza dell'allenamento.

La validazione scientifica di un determinato evento richiede tempi lunghi, a causa del rigore necessario per ottenerla; pertanto, la teoria dell'allenamento si evolve in tempi molto più rapidi. A volte, tuttavia, quest'ultima intraprende strade che, con il passare del tempo e con l'acquisizione di nuove esperienze, si dimostrano errate.
Pertanto, in un settore in forte evoluzione come quello sportivo, non sempre ciò che si pensa corretto è dimostrato essere giusto, anche se questo non vieta che - seppur non dimostrato scientificamente - possa comunque esserlo.

La morale della favola è che non sempre in un ambito come lo sport si può affermare con assoluta certezza un determinato effetto in seguito ad uno stimolo specifico (anche perché organismi differenti rispondono allo stesso stimolo in modo diverso); tuttavia, è possibile formulare delle ipotesi, discuterle, svilupparle ed agire di conseguenza...