Resistenza fisica nello sport: quali tipi e come classificarla

Resistenza fisica nello sport: quali tipi e come classificarla
Ultima modifica 11.04.2022
INDICE
  1. Cos’è la resistenza?
  2. Resistenza nei Vari Sport
  3. Quali Tipi
  4. Altri Articoli

Cos’è la resistenza?

La resistenza è quella capacità fisica che permette di sostenere un determinato sforzo il più a lungo possibile.

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Tale abilità rispecchia l'efficienza dei sistemi energetici implicati nell'esecuzione del gesto motorio; per essere eseguito, infatti, qualsiasi movimento richiede una certa quantità di ATP (moneta energetica dell'organismo) distribuita in un certo lasso di tempo.

Avere più energia a disposizione significa mantenere più a lungo lo sforzo senza cali prestativi; in poche parole, energia è sinonimo non solo di potenza, ma anche di resistenza.

Pensiamo, ad esempio, ad un maratoneta: egli avrà bisogno di un flusso elevato e costante di ATP in un arco di tempo piuttosto lungo (3-4 h); al contrario, un centometrista necessita di una massiccia quantità di ATP in un tempo estremamente ridotto (10 secondi circa).

Riguardo a quest'ultimo sappiamo che, dopo la partenza dai blocchi, raggiunge la massima velocità nel giro di 40 metri circa, dopodiché deve cercare di mantenerla fino al traguardo; deve quindi resistere allo sforzo.

Questo banale esempio ci fa capire come esistano tantissime forme di resistenza e di conseguenza vari metodi per allenarla.

Resistenza nei Vari Sport

Quali Tipi

Come classificare la resistenza nello sport?

La resistenza, intesa come capacità di protrarre nel tempo un'attività fisica più o meno impegnativa, può riguardare un ristretto gruppo muscolare ed i relativi substrati energetici locali (resistenza muscolare) o coinvolgere importanti masse muscolari e l'intero apparato cardio-circolatorio e respiratorio (resistenza generale).

  • Resistenza generale: capacità di sostenere uno sforzo di carattere generale, spesso lontano dal gesto atletico per il quale si sta allenando la resistenza. L'esempio più comune è la corsa;
  • Resistenza speciale: capacità di sostenere uno sforzo molto vicino a quello di gara.

La resistenza generale, al contrario della speciale, è importante per tutti, anche per chi non pratica attività fisica con ambizioni agonistiche (per chi le ha è la base su cui costruire i diversi tipi di resistenza specifica).

L'organismo umano, infatti, per sua natura ha bisogno di muoversi e a tal proposito non c'è nulla di meglio dell'esercizio fisico regolare; se questa possibilità gli viene negata, presto o tardi, si ammala.

Altre due particolari espressioni della resistenza sono la resistenza alla forza e la resistenza alla velocità.

  • Resistenza alla forza: capacità di opporsi ad una resistenza statica o dinamica quanto più a lungo possibile;
  • Resistenza alla velocità: capacità di sostenere una velocità massimale o sub-massimale per tempi relativamente prolungati (8 - 45 secondi).

Rispetto alla forza massimale, la resistenza alla forza è strettamente correlata ai sistemi di produzione energetica, di ri-sintesi dei substrati e di rimozione dei metaboliti (mentre la forza massima dipende soprattutto dalle caratteristiche muscolari e nervose).

La resistenza alla velocità, che presuppone una buona forza elastico reattiva, è importante nel precedente esempio del centometrista; dopo 5 o 6 secondi dalla partenza, infatti, egli ha esaurito le riserve di ATP e fosfocreatina e deve pertanto affidarsi al metabolismo anaerobico lattacido.

Dal punto di vista metabolico, la resistenza può essere classificata in relazione al sistema energetico coinvolto nell'espletamento dello sforzo. Un'attività fisica con durata superiore ai 10 minuti, di norma, coinvolge sempre in maniera importante il sistema cardio-respiratorio, costituendo così un'attività aerobica con consumo di glicogeno muscolare ed epatico, e grassi; al contrario, le attività di breve durata richiedono una resistenza di tipo anaerobico, nella quale gioca un ruolo importante la disponibilità di glicogeno nei muscoli e nel fegato, i sistemi di smaltimento dell'acido lattico e le riserve muscolari di fosfocreatina.

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