Tumore dell'Esofago - Fattori di Rischio

Ultima modifica 15.02.2021

Generalità

Il carcinoma o tumore maligno dell'esofago è un evento a prognosi altamente infausta, ovvero si tratta di una patologia che (a causa della diagnosi per lo più tardiva) spesso viene identificata in fasi già troppo avanzate per essere trattate con successo.
Tumore all'esofago ed AlcolIl tumore dell'esofago si presenta inizialmente con disfagia (difficoltà alla deglutizione) PROGRESSIVA, dimagrimento, dolore e senso di oppressione dietro lo sterno, mentre in fase avanzata si aggiungono altri sintomi di natura estremamente più complessa.
La diagnosi del carcinoma esofageo è semplice e si avvale di tecnologie che non lasciano spazio ad errori di routine.
I tumore dell'esofago sono QUASI tutti di natura maligna, anche se (a causa della bassa incidenza: 0,8-4,9 per 100.000 abitanti) nel nostro paese rivestono un'importanza clinica inferiore rispetto a molte altre neoplasie (in Italia, la regione più colpita è il Friuli-Venezia-Giulia); al contrario, in Russia, Cina e sud-Africa si dimostra una patologia molto più diffusa. Il tumore dell'esofago colpisce maggiormente il sesso maschile rispetto a quello femminile in rapporto di 3:1.

Fattori di rischio

Ad oggi non ci sono elementi assolutamente certi che possono dimostrare l'importanza effettiva dei fattori di rischio rispetto alla patogenesi del cancro all'esofago, tuttavia, le correlazioni statistiche tra stile di vita e tumore dell'esofago NON lasciano spazio all'immaginazione.

Fattori di rischio indotti dall'alimentazione

I fattori alimentari maggiormente coinvolti nella patogenesi del tumore all'esofago sono: la presenza di nitrosamine, la carenza di ferro e di magnesio nella dieta, la carenza di retinolo (vit. A) e l'abuso di alcolici.

Altri fattori di rischio

Altri elementi che contribuiscono ad incrementare la possibilità di contrarre il tumore all'esofago sono: acalasia (una delle malattie dell'esofago), infezione da HPV (papilloma virus umano), infezione da Helicobacter pylori, etnia nera, fumo di sigaretta (fattore di rischio amplificato dall'associazione di fumo e alcol), cicatrici esofagee (per esempio indotte dall'ingestione di caustici), polipi, diverticoli, stenosi infiammatorie, esofago di Barrett (patologia congenita o acquisita come complicanza della malattia da reflusso gastroesofageo MRGE).

NB. L'esofago di Barrett, se opportunamente trattato, dimostra una correlazione statistica ridotta (del 3%) con l'insorgenza di tumore all'esofago. Svolgono un ruolo determinante anche i fattori ereditari, tra questi il più noto è la tilosi (ipercheratosi palmare e plantare associata a poliposi esofagea).

Anatomia patologica e vie metastatiche

Il tumore dell'esofago si può dimostrare vegetante, ovvero che cresce (irregolarmente e spesso con sanguinamento) adeso al lume esofageo; può manifestarsi ulcerato, quindi a forma di cratere; oppure infiltrante la parete esofagea, dal colore inspessito e biancastro. Dal punto di vista microscopico invece, si differenzia in adenocarcinoma e carcinoma squamoso. Il tumore dell'esofago è detto in situ, quando interessa solo lo strato superficiale, ovvero la mucosa; infiltrante quando invade la sottomucosa e la oltrepassa. Rare altre forme di tumore all'esofago.
Le vie metastatiche del tumore all'esofago sono diverse; la più precoce, ovvero la prima ad essere compromessa, è la via linfatica (circolo linfatico) che determina la compromissione di numerosissimi linfonodi localizzati in diversi distretti. In un secondo momento acquisisce una certa importanza anche la via metastatica sanguigna, che compromette fegato, polmone e cervello; mentre per contiguità si dimostra pericoloso nei confronti delle strutture adiacenti, ovvero: faringe, trachea, bronco sinistro, vene polmonari, aorta, pericardio, parte inferiore del polmone, corpo del pancreas, milza e surrene sinistro.

Diagnosi

L'elemento fondamentale per la diagnosi del tumore all'esofago è la "clinica", che deve essere in grado di indirizzare e richiedere gli esami appropriati al riconoscimento del carcinoma. Tra gli approfondimenti di routine, il più utile nonché (attualmente) il primo ad essere suggerito è l'esofagoscopia; questo esame permette di valutare le dimensioni del tumore, l'aspetto anatomico e di eseguire più biopsie fondamentali alla diagnosi.

Sempre utile, anche se forse un po' superato, l'RX dell'esofago; quest'esame consente di identificare la sede, le stenosi e l'estensione, oltre ad identificarne le alterazioni morfologiche ed i movimenti di peristalsi. Attualmente, l'endoscopia può essere integrata con due nuovi strumenti: 1. La cromoendoscopia, molto utile nei percorsi di screening; 2. L'ecoendoscopia, utilissima nella delineazione dell'area neoplastica e dell'infiltrazione. La tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM) dimostrano applicazioni e risultati sovrapponibili ma sono molto utili per la stadiazione.


La sopravvivenza media dei pazienti con tumore all'esofago è di un anno e quella a cinque anni non supera il 10%.


Prevenire il tumore dell'esofago »

Bibliografia:

  • Lezioni di Oncologia clinica – V. Abasciano – Aracne - pag 6:15

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer