Cereali, Legumi e Condimenti - A dieta Spendendo Poco

Cereali, Legumi e Condimenti - A dieta Spendendo Poco
Ultima modifica 18.05.2023
INDICE
  1. Spendere poco su cereali, derivati e tuberi
  2. Spendere poco sui legumi
  3. Spendere poco sui grassi e sugli oli da condimento

Spendere poco su cereali, derivati e tuberi

In merito a questa categoria di alimenti si potrebbe scrivere un intero trattato. Di recente è stata messa in discussione la salubrità delle materie prime (estere) utilizzate dalle più famose aziende produttrici di pasta secca alimentare.

Personalmente dubito che queste possano arrecare danni alla salute umana ma, d'altro canto, esiste anche un aspetto morale di cui tener conto.

Per la pasta secca alimentare non c'è molto da fare; la scelta è limitata e bisogna affidarsi alle etichette.
Per le farine di frumento, invece, certi fortunati hanno la possibilità di appoggiarsi ai mulini in filiera corta; di certo non si tratta di una soluzione comoda (e a volte nemmeno economicamente vantaggiosa), ma la certezza di consumare un prodotto che rispetta i disciplinari italiani e lontano dalle contaminazioni radioattive potrebbe valere lo scarto di pochi centesimi di euro. Lo stesso vale per le granaglie intere di qualunque altro cereale.

Il pane è un prodotto ad altissimo consumo. Di recente si è assistito ad una vera e propria inversione di tendenza; mentre un tempo quasi nessuno lo produceva autonomamente, oggi (a causa dei costi molto elevati) si tende a confezionarlo in casa. Anche questo è un prodotto che merita d'essere conservato in congelatore poiché, si sa, una volta acceso il forno (ricordiamo che si tratta di un elettrodomestico dai consumi spropositati) sarebbe meglio cuocere più alimenti possibile!
È quindi logico dedurre che il pane debba essere impastato in grosse quantità e, per evitare che deperisca, sia necessario ghiacciarlo già porzionato a fette di 25-30g l'una.

Per imparare a cucinare un buon pane fatto in casa, consultare il video-ricettario di Alice, ad esempio il Pane di Zucca.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2023/03/21/legumi-4-orig.jpeg

Per le patate, in Italia non ci possiamo lamentare. Spesso, perdiamo tempo nel cercare l'alimento meno costoso sui banchi del mercato o del supermercato, quando si tratta di tuberi che possiedono un gran numero di varietà (precoci e tardive), facilmente coltivabili e reperibili in qualunque fazzoletto di terra della penisola.
A poca distanza da casa, tutti possono acquistare delle patate nostrane a circa 1 euro al chilo. D'altro canto, una volta acquistata una cassa di patate, se ben conservate queste possono vantare una shelf-life di uno o due mesi (valore medio).
Di certo arriverete ad un momento in cui i tuberi cominceranno a germogliare. A tal punto sarà necessario: sbucciarle, tagliarle, sbianchirle in acqua bollente e congelarle.
Ecco le nostre patate disponibili a qualsiasi tipo di preparazione e conservabili per molti mesi.

NB. Ricordate che l'acqua di cottura delle patate, come quella degli ortaggi, può essere utile ad altri scopi.

Spendere poco sui legumi

Che delizia e che economicità! I legumi sono da tempi remoti considerati la "carne dei poveri"; in effetti, se associati ai cereali, possono apportare proteine ad alto valore biologico permettendo di moderare il consumo di cibi di origine animale (a tutto vantaggio della colesterolemia).
Anche il basso indice glicemico, le fibre ed i sali minerali contribuiscono alla loro presenza assidua nelle diete dimagranti.

Ma i legumi sono tutti uguali? Certamente no! Quelli cotti e conservati rappresentano la forma meno consigliabile da acquistare. Invece, i legumi secchi (da reidratare a livello casalingo) sono la soluzione ideale poiché risultano: economici, nutrienti e senza sale aggiunto.

Per approfondire: Scopri come cuocere i legumi

Nel nostro paese godiamo di un'elevatissima possibilità di scelta; evitate, quindi, le misticanze pre-confezionate e servitevi da soli nelle vaschette del supermercato.
Saranno sufficienti 3 o 4 euro per coprire l'intero mese (variabile in base alle porzioni e alla frequenza di consumo).

Anche quelli freschi, nella stagione di riferimento, rappresentano un'ottima alternativa ma, non si sa per quale ragione, hanno sempre un costo maggiore.
Eventualmente, come si faceva un tempo, si potrebbe acquistare un grosso cesto di legumi freschi ancora nel baccello (fagiolipiselli ecc); a casa, con l'aiuto dell'intera famiglia, sgranarli tutti e congelarli (crudi o cotti). Personalmente, la considero un'opzione secondaria all'acquisto di quelli secchi in quanto il freezer potrebbe essere già abbastanza colmo di carne e pesce (vedi paragrafi sopra)!

I legumi secchi, invece, si mantengono appieno anche dentro i pensili della cucina (assieme alla pasta e alle farine).

Spendere poco sui grassi e sugli oli da condimento

Meglio tagliare subito la testa al toro.

L'olio extravergine d'oliva è uno dei condimenti più salutari (presenza di acidi grassi omega-9 utili contro le dislipidemie), più adatti alla cottura (stabilità termica), più adatti alla conservazione (sott'olio) e soprattutto più buoni.

Anche altri tipi di olio stanno conquistando il mercato; soprattutto quelli più economici per friggere (vedi idrogenati e bifrazionati) o quelli ricchi di acido alfa-linolenico (omega-3 nell'olio di soiadi linodi noce, di kiwi, di vinaccioli ecc.). Questi ultimi non hanno un prezzo sempre conveniente e, visto e considerato che gli omega-3 li possiamo assumere in forma anche più attiva nel pesce azzurro, perché rinunciare all'extravergine di oliva tipico italiano? Di questo, infine, sarebbe buona norma prediligerne le produzioni al 100% effettuate con olive comunitarie, e non solo imbottigliate in Europa.
La differenza sembrerebbe minima ma così non è. Peraltro, in moltissime zone d'Italia si produce olio extravergine d'oliva. Ancora una volta è possibile acquistare un prodotto tipico ad un prezzo ridotto; è comprensibile che questo non possa in alcun modo competere con quello di oli a provenienza estera. La scelta dell'uno o dell'altro dipende ancora una volta dalla fiducia nelle istituzioni di controllo per la salubrità alimentare.

Della panna, del burro e dello strutto meglio non parlare; si tratta di alimenti grassi a prevalenza satura che non dovrebbero nemmeno figurare all'interno di una dieta ipocalorica o finalizzata al mantenimento dello stato di salute.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer