Ultima modifica 09.01.2020

Il fast food, in italiano cibo veloce, è un tipo di distribuzione alimentare nato nei paesi anglosassoni, che a partire dagli anni '80 si è diffuso rapidamente in quasi tutto il mondo; fast food è un metodo di ristorazione collettiva (fisso o mobile) incentrato sulla produzione e somministrazione VELOCE di alimenti ECONOMICI, dal costo SOSTENIBILE per la popolazione media.
Rischi dei Fast FoodNB. fast food è ANCHE il sostantivo del cibo stesso.
Il basso valore nutritivo degli alimenti distribuiti nei fast food, associato ad una strategia commerciale incentrata sull'ottimizzazione del profitto, compromette significativamente la salubrità del pasto, esponendo i consumatori a rischi di notevole importanza.
paniniimbottiti (hamburger e varianti, hot-dog, pita ripiena di kebab ecc.), fritti (crocchette, falafel, patatine fritte, mozzarelle, verdure pastellate, chele di granchio, crostini, tortillas ecc.), pizze ed altri prodotti da forno, bruschetteria, piadine imbottite (soprattutto con salumi grassi, formaggi e salse), paste dolci (croissant, crafen ecc.), salse di ogni genere (maionese e creme, ketchup, senape, mostarda ecc.), gelati, torte e muffin, ecc. Tra questi alimenti fast food, la maggior parte è da considerare anche junk food o cibo "spazzatura".
NB. Anche le bibite gassate e/o dolci e la birra sono da considerare cibi spazzatura o junk food.

Rischi inerenti al fast food

I rischi dei fast food sono numerosi e riguardano diversi aspetti igienico-alimentari:

  • Rischi dei fast food legati alla qualità nutrizionale dei cibi spazzatura - junk foods
  • Rischi dei fast food legati alle molecole tossiche
  • Rischi dei fast food legati alle tossinfezioni alimentari
  • Rischi dei fast food legati alla DISeducazione alimentare
  • Rischi dei fast food legati all'incompetenza degli alimentaristi

Cibi spazzatura - junk foods

I rischi dei fast food legati ai "cibi spazzatura - junk foods" sono numerosi e non basterebbe un intero capitolo per descriverli in maniera sufficientemente esaustiva. Quel che è certo, è che tutte le forme di fast food NON possiedono un bilancio nutrizionale idoneo; quest'affermazione potrebbe essere ribattuta affermando che l'idoneità di ogni alimento nella dieta deve essere valutato in base alla contestualizzazione GIORNALIERA dei pasti. Tuttavia, osservando accuratamente tutti i prodotti sopra menzionati, è abbastanza lampante che ognuno di essi possiede una o più caratteristiche negative quali:

I rischi dell'alimentarsi frequentemente con fast food sono legati all'incremento del peso (massa adiposa), alla potenziale alterazione del metabolismo lipidico (ipercolesterolemia ed ipertrigliceridemia), glucidico (iperglicemia e diabete) e pressorio ematico (preipertensione e ipertensione), ed alla carenza in vitamine, sali minerali e fibra alimentare tipici degli ortaggi e della frutta freschi.

Molecole tossiche

I rischi dei fast food provocati dall'elevata concentrazione di molecole tossiche riguardano soprattutto la contaminazione da:

Gli idrocarburi policiclici aromatici derivano dalla carbonizzazione dei grassi e delle proteine alimentari; sono pericolosi per la salute umana perché aumentano i rischi di mutazione cellulare del DNA provocando CANCEROGENESI soprattutto ai tessuti esofagei, gastrici, intestinali ed epatici.
L'acroleina e la formaldeide invece vengono liberati SOLO dalla combustione del glicerolo presente nei grassi: essendo sostanze volatili aumentano significativamente i rischi di: irritazione delle muscose oculari e nasali, tumori esofagei e probabilmente leucocemie.
L'acrilamide viene liberata dalla carbonizzazione dei carboidrati e anch'essa favorisce i rischi di cancerogenesi.
Queste molecole vengono liberate a causa di alcuni tipi di cottura quali: frittura, cottura alla piastra e cottura alla griglia, e sono presenti sia negli alimenti fast-food, sia nell'aria delle cucine e/o sale dei ristoranti arrecando danno sia all'operatore che al consumatore.
NB. Si noti come tutti i cataboliti tossici sopra indicati, che aumentano sensibilmente i rischi di cancerogenesi, vengano racchiusi in un unico pasto a base di hamburger e patatine fritte; al contrario, i cibi poco bilanciati di origine italiana (piadine, panini con i salumi, pizza ecc.) NON incrementano significativamente i suddetti rischi.

Tossinfezioni alimentari

Nei fast food esiste una buona possibilità di contrarre alcune malattie alimentari; in realtà sarebbe più corretto parlare sia di infezioni, sia di intossicazioni e tossinfezioni, poiché è possibile ammalarsi sia per i batteri (o virus) patogeni che per le loro tossine o per entrambi.
I rischi di contrarre queste malattie sono legati prevalentemente al consumo di cibi NON salubri, quindi contaminati (come la carne macinata), che oltretutto non raggiungono temperature di cottura sufficienti al centro dell'alimento.
A tal proposito, alcuni pensano (compresi gli alimentaristi poco competenti) che "una buona cottura" possa sterilizzare i cibi rendendoli innocui... nulla di più pericoloso! Ricordiamo che SOLO la carica batterica e le ESO-tossine PROTEICHE possono essere annientati dalla cottura [batteri Gram positivi (+)], mentre i batteri Gram negativi (-) possiedono ENDO-tossine LIPIDICHE di membrana termoSTABILI capaci di originare intossicazioni alimentari ANCHE dopo la morte del batterio stesso! In definitiva, un alimento contaminato favorisce sempre i rischi di intossicazione alimentare e la politica commerciale dei fast food ("poca spesa e tanta resa!") può favorirne la distribuzione al pubblico ed il contagio.

Diseducazione alimentare

Come se non bastasse, abituare le persone (soprattutto giovani e giovanissimi) ad alimentarsi presso i fast food, rappresenta un fattore DISeducativo che aumenta sensibilmente tutti rischi di cui sopra... soprattutto in presenza di abuso alimentare (sempre più frequente). I bambini si abituano ai sapori molto dolci, salati e "unti", consolidando pessime abitudini alimentari perseguite anche nell'alimentazione casalinga.

Incompetenza degli alimentaristi

Un'ultima osservazione merita d'esser fatta sulle conoscenze specifiche e sulle relative capacità professionali degli alimentaristi che lavorano nei ristoranti fast food. Sia chiaro, con questo paragrafo non si intende far di "tutta l'erba un fascio", bensì documentare una situazione tanto diffusa quanto preoccupante.
Operare all'interno di un fast food non è sempre una scelta di vita e costituisce più spesso un percorso "obbligato"; se ne può dedurre che, oltre alla mancanza di stimoli professionali, gli alimentaristi che operano all'interno di un fast food non possiedano un baglio di FORMAZIONE PROFESSIONALE specifico e idoneo per questa attività lavorativa. In virtù delle normative italiane vigenti (utili a ridurre tutti i rischi del settore), gli operatori di cucina e distribuzione sono tenuti a frequentare i "micro-corsi obbligatori" forniti dalle autorità competenti che, a parer mio, non possono assolutamente sostituire il percorso didattico dagli istituti tecnico-professionali alberghieri o analoghi.
Purtroppo la mancanza di nozioni essenziali sulle tecniche di cottura, di lavorazione, di conservazione, di pulizia, di gestione, di chimica degli alimenti ecc. contribuisce sensibilmente ad aumentare tutti i rischi legati alla manipolazione e commercializzazione delle vivande, peggiorando la salubrità (già di per sé opinabile) dei tanto diffusi ristoranti e cibi fast food.

Alternative Salutari ai Fast food?

Le nostre video ricette:

Sandwich light con bresaola

Patate al forno croccanti con poco olio

Tortillas (patatine di mais) non fritte

Hamburger di soia e riso

Hamburger di ceci


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer