Pesce crudo: cosa si rischia se non è abbattuto e proprietà nutrizionali

Pesce crudo: cosa si rischia se non è abbattuto e proprietà nutrizionali
Ultima modifica 22.10.2022
INDICE
  1. Cosa succede se non è abbattuto e/o mal conservato?
  2. Proprietà nutrizionali del pesce crudo
  3. Pesce crudo VS pesce cotto

Il pesce crudo rappresenta una "fetta" (si perdoni il gioco di parole) della cultura alimentare tradizionale, identificabile in ogni regione o località costiero-marittima del globo.

Fino a pochi decenni orsono, in Italia con il temine "pesce crudo" si intendevano soprattutto le ricette a base di prodotti marinati, come le acciughe (o alici) all'ammiraglia o agli agrumi, le ostriche e le cozze al limone ecc. e le uova di riccio di mare.

D'altro canto, ad oggi il consumo di pesce crudo non si limita a queste poche preparazioni, tutt'altro! Risultano diffusissimi i carpacci di pesce: tonnopesce spadariccioladenticeorata... ma anche di molluschi: cape sante, seppia... e di crostaceiaragosta, astice, gamberi interiscampi di grossa taglia. Non da meno, anche se un po' più sofisticate, le tartare, che prevedono (più o meno) l'utilizzo delle stesse specie ittiche menzionate tra i carpacci.

Ricordiamo inoltre che, oltre alle preparazioni "commerciali" ristorative, esistono abitudini meno diffuse ma comunque degne di nota che prevedono il consumo di animali prelevati e mangiati direttamente nell'ambiente marino. Tra questi, i più comuni sono senz'altro: i molluschi bivalvi (cozze, vongole, ostriche e fasolari), i molluschi gasteropodi (patelle, orecchie di mare), le uova di riccio di mare, e poche altre creature (crostacei e pesci).

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/08/22/pesce-crudo-orig.jpeg Shutterstock

Cosa succede se non è abbattuto e/o mal conservato?

Rischi del pesce crudo

Alimentandosi frequentemente con il pesce crudo (dove per pesce intendiamo tutti i prodotti della pesca) aumentano le possibilità di contrarre alcune patologie.

Si tratta di evenienze non troppo rare e, in alcuni casi, anche gravi e pericolose. Le tossinfezioni alimentari infatti, soprattutto in ristorazione collettiva, possono dare luogo a vere e proprie epidemie. Non c'è bisogno di vedere implicate malattie severe e famose come colera o epatite.

Come dimostrano numerosi fatti di cronaca - uno peraltro abbastanza recente (2 ottobre 2022, se non andiamo errando) accaduto nella città di Gubbio, che ha visto coinvolte circa 30-40 persone - durante un signolo pasto è possibile contagiare decine e decine di consumatori.

Per dire il vero, si tratta di un argomento estremamente vasto che comprende nozioni di veterinaria, microbiologia, biologia marina, igiene degli alimenti ecc.; Tuttavia, cercheremo di proporre un quadro generale "semplice" ma sufficientemente esaustivo.

Tra le patologie legate al consumo di pesce crudo, le più importanti sono:

  • Parassitosi, dovute all'assunzione di alimenti contaminati da organismi patogeni (protozoi, larve, amebe ecc.)
  • Le infezioni, dovute all'assunzione di alimenti contaminati da microorganismi patogeni (batteri e virus)
  • Le intossicazioni, dovute all'assunzione di alimenti contaminati SOLO dalle tossine batteriche o delle alghe
  • Le tossinfezioni, dovute all'assunzione di alimenti contaminati SIA da batteri patogeni che le rispettive tossine

E' nota la tendenza dei molluschi bivalvi (che si alimentano filtrando l'acqua) a trattenere alcuni organismi e microorganismi patogeni, i quali, se non accuratamente neutralizzati attraverso la cottura, possono originare delle malattie anche gravi e persino mortali. Le più conosciute sono senz'altro:

  • Epatite virale: malattia sistemico-epatica determinata SOPRATTUTTO dal virus HAV
  • Infezione alimentare da Salmonella Typhi e Paratiphi: responsabili della febbre tifoide e delle salmonellosi.
  • La tossinfezione colera: patologia tendenzialmente epidemica originata dal Vibrio Colerae; un tempo frequentemente diffusa nell'Italia del mezzogiorno
  • La tossinfezione da coliformi fecali: determinata dall'Escherichia Coli
  • La tossinfezione da Vibrio Parahaemoliticus, che interessa particolarmente il Giappone

Tuttavia, discutendo sull'igiene del consumo di pesce crudo si finisce inevitabilmente col parlare soprattutto di PARASSITOSI. A tal proposito, anche in Italia - dove, oltre al recentissimo sushi, è ormai tradizione consumare marinati, carpacci e tartare di pesce (spada, tonno, ricciolapalamita, alici ecc) - cominciano ad aumentare le diagnosi di parassitosi intestinale da ANISAKIS (anisakiadee). Soprattutto in Liguria, il consumo di "alici marinate al limone" ha provocato un incremento significativo dell'insorgenza di anisakiasi.

Al fine di scongiurare la diffusione di questo patogeno, nel 1997 è stata emanata una serie di leggi nel campo dell'industria alimentare e della ristorazione collettiva. In base a questo regolamento, si VIETA esplicitamente la vendita ristorativa e la somministrazione di pesce crudo SE NON precedentemente abbattuto termicamente a temperature di -20°C per almeno 24 ore. E' noto che l'anisakis sia un organismo presente in forma larvale solo nel pesce (soprattutto in quello azzurro), nel quale occupa esclusivamente la porzione interna al lume intestinale. Al contrario, nei mammiferi (marini e non) le larve progrediscono e si sviluppano modificando significativamente il proprio metabolismo e la propria patogenicità.

A questo punto una domanda sorge spontanea: se l'anisakis è presente SOLO nelle viscere del pesce... delle quali ovviamente il consumatore finale non si alimenta... com'è possibile contrarre l'anisakiasi?
La risposta è molto semplice: sebbene l'anisakis non sia in grado di perforare l'intestino dei pesci ancora vivi, dal momento del loro decesso (e dal relativo crollo delle barriere immunitarie) il parassita acquisisce la capacità di migrare all'interno dei tessuti muscolari dell'animale. Se ne evince che, per il consumo personale, avendo la certezza di eviscerare il pesce immediatamente dopo la cattura, è possibile consumarlo crudo senza correre il rischio di contrarre l'anisakiasi.

Tuttavia, l'eviscerazione immediata NON riduce le contaminazioni riferite ad altre forme di parassitosi, tra le quali la difillobotriasi e l'infestazione da Clonorchiasi (Opistorchiasi) sinensis.

Nella difillobotriasi l'organismo patogeno è il Diphillobothrium Latu, anche volgarmente denominato la "tenia" del pesce. L'uomo si infetta esclusivamente alimentandosi di larve plerocercoidi (quindi evolute) contenute nelle carni dei pesci malati come il salmone; ciò che lascia senza parole è che: per ogni uomo contagiato da Diphillobothrium Latu vengono espulse con le feci fino a 1.000.000 di uova... le quali infesteranno successivamente piccoli crostacei dei corsi fluviali rinnovandone esponenzialmente il ciclo riproduttivo/evolutivo.

La malattia da Clonorchiasi (Opistorchiasi) sinensis è provocata da un verme piatto in grado di infestare il sangue, i polmoni ed il fegato dei mammiferi. Esso, come la maggior parte dei parassiti, si caratterizza per le diverse e specifiche forme evolutive, che variano da una specie animale all'altra (ospiti). La pericolosità del C. sinensis è data dalla probabilità che questi organismi, una volta ingeriti, riescano ad insidiarsi nei dotti biliari e danneggiare (anche irrimediabilmente) il fegato umano. Si tratta di specie molto diffuse in Asia (quindi in Cina, Corea, Giappone e parte del Sud-Est Asiatico) dove si stima che circa 80 milioni di persone, in maniera più o meno grave, ne siano infette.

In merito ai microorganismi, mangiando pesce crudo NON avariato o contaminato secondariamente, il rischio di contrarre tossinfezioni alimentari batteriche è piuttosto ridotto.

Nota. Esistono forme di contaminazioni tossiche da alghe marine estremamente gravi; queste riguardano soprattutto pesci di grosse dimensioni (barracuda, carangidi ecc.) i quali ne accumulano grosse quantità all'interno della carne e degli organi. Si tratta comunque di intossicazioni tipiche degli emisferi tropicali.

Proprietà nutrizionali del pesce crudo

Benefici del pesce crudo

Aspetti nutrizionali dei prodotti della pesca

Il pesce ed i prodotti della pesca vantano tutte le caratteristiche nutrizionali tipiche del I° gruppo degli alimenti (classificazione SINU). Tra queste si evidenziano principalmente:

Nota. Il quantitativo ma soprattutto la qualità dei lipidi contenuti nei pesci dipende MOLTO dalla provenienza (allevamento o pesca), e se allevati, dall'alimentazione (pessima se costituita da pellet animali e buona se contenente gamberetti krill perché ricchi di EPA - 20:5 omega-3)

Nota. Consumare pesce aiuta a prevenire le patologie cardio-vascolari grazie al contenuto di EPA - 20:5 ω-3 e contribuisce a moderare l'apporto energetico dell'alimentazione.

Guarda il video

Altre video ricette pesce crudo

Altre ricette a base di pesce crudo sono carpaccio di tonnotartare di tonno e ceviche, una preparazione peruviana a base di pesce crudo marinato.



Suchi - Pesce crudo alla giapponese

In questo video di presentazione sul sushi viene chiarito come preparare e consumare il pesce crudo per sushi in totale sicurezza (minuto 1:50)

Guarda il video

Pesce crudo VS pesce cotto

Le differenze sostanziali tra il consumo di pesce crudo rispetto a quello cotto sono:

  • Mantenimento dell'integrità strutturale, quindi della funzionalità dell' EPA - 20:5 ω-3 nel pesce crudo rispetto a quello cotto; questi acidi grassi risultano estremamente termolabili, pertanto, evitare o ridurre il trattamento termico consente di assorbire una maggior quantità di acidi grassi essenziali nutrizionalmente utili.
  • Miglioramento della digeribilità nei prodotti moderatamente cotti rispetto a quelli crudi (soprattutto dei molluschi cefalopodi: polposeppiacalamaromoscardinototano ecc)
  • Mantenimento dell'integrità delle vitamine termolabili; tra queste, le molecole che subiscono maggiormente il trattamento termico sono: la tiamina (vitamina B1), la riboflavina (vitamina B2), l'acido pantotenico (vitamina B5) ed il tocoferolo (vitamina E). Risultano invece meno danneggiati il retinolo ed i suoi equivalenti (vitamina A e β-carotene). Quasi assente, quindi trascurabile, l'acido ascorbico (vitamina C).

I vantaggi nel mangiare pesce crudo sono mirabili ma assolutamente NON sufficienti a giustificarne il consumo frequente; come pare ovvio, l'aspetto igienico che limita la somministrazione delle pietanze a base di pesce crudo non è prescindibile ed ignorarlo costituirebbe un serio rischio per il proprio stato di salute e quello collettivo. E' vero che gli acidi grassi essenziali ω3 sono distribuiti in maniera eterogenea negli alimenti e la loro integrità dovrebbe, assieme a quella delle vitamine, essere preservata il più possibile; tuttavia, aumentare il rischio di contrarre patologie gravi e nella peggiore delle ipotesi invalidanti o mortali (resezione intestinale per anisakiasi, cirrosi epatica da C. sinensisfebbre tifoide, colera, epatite virale ecc.) non rappresenta un comportamento ragionevole. Piuttosto, si consiglia di aumentare il consumo di pesce in modo da garantire COMUNQUE l'apporto di acidi grassi essenziali ω3 e di vitamine termolabili (tra l'altro, meglio distribuite negli alimenti rispetto all'EPA 20:5 ω-3).

Bibliografia

  • Manuale di nutrizione clinica – R. Mattei - Medi-care – pag 155-156
  • Microbiologia degli alimenti – James M. Jay, Martin J. Loessner, David A. Golden – Springer – pag 745-746.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer