Intossicazione da Acqua
Ultima modifica 13.09.2018

L'intossicazione da acqua si può differenziare in:

  • intossicazione CRONICA da acqua
  • intossicazione ACUTA da acqua

Si tratta sempre e comunque di un'iperidratazione corporea a discapito delle concentrazioni di sodio extracellulare (iponatriemia da diluizione), che determina forti scompensi metabolici ed omeostatici; tuttavia, l'intossicazione CRONICA da acqua e l'intossicazione ACUTA da acqua si differenziano l'un l'altra per CAUSE EZIOLOGICHE e QUADRO CLINICO ASSOCIATO.

Intossicazione CRONICA da acqua

L'intossicazione CRONICA da acqua si manifesta principalmente come complicanza secondaria di altri disturbi metabolici:

La cura dell'intossicazione CRONICA da acqua può essere svolta eliminando o riducendo il fattore primario scatenante.

Intossicazione ACUTA da acqua

L'intossicazione ACUTA da acqua può insorgere in breve tempo; a determinarne la rapidità d'insorgenza sono l'importanza e la tipologia della causa eziologica:

  • Correzione dell'ipovolemia acuta; questa condizione è causata da una riduzione patologica acuta del volume plasmatico che DEVE essere contrastata urgentemente mediante terapia farmacologica. Se la cura risulta eccessiva o non ben bilanciata nell'apporto congiunto di elettroliti, è possibile ottenere l'effetto contrario per iperidratazione con intossicazione ACUTA da acqua.
  • Post operatorio precoce.
  • Somministrazione unica di farmaci ADH-simili.
  • Polidipsia psicogena, stato o SENSAZIONE di sete intensa che induce il soggetto ad ingerire notevoli quantità di liquidi.
  • Eccessiva diluizione del latte formulato, che determina una iperidratazione del bambino con conseguente aumento della diluizione del sodio corporeo.
  • Errore nell'idratazione dello sportivo di endurance; questa condizione si manifesta nell'atleta ma solo in seguito a sudorazione eccessiva ed in carenza di sali minerali (tra i quali anche il Na). Questa condizione determina uno scompenso metabolico meglio conosciuto come IPONATRIEMIA CEREBRALE.
    In caso di sudorazione copiosa e prolungata, tipica di maratoneti o ciclisti che gareggiano nei mesi estivi, le concentrazioni di sodio nel sangue si riducono a causa delle perdite minerali col sudore. La stessa condizione può interessare sportivi "improvvisati", nei quali i meccanismi di termodispersione e controllo delle perdite minerali non sono certo ottimizzati come nel caso degli sportivi professionisti. In entrambi i casi, oltre alla natriemia tende a ridursi anche la volemia (il volume plasmatico) a causa delle perdite idriche. Se in simili circostanze la reidratazione avviene tramite acque povere di sodio, la carenza del minerale nella bevanda fa sì che il sodio plasmatico venga ulteriormente diluito (l'acqua assunta espande il volume plasmatico per cui, sebbene uguale in termini assoluti, la concentrazione del sodio per unità di sangue diminuisce per diluizione, vedi figura sottostante). Avremo quindi i tipici sintomi dell'intossicazione di acqua.
    Per questo motivo, dopo e durante uno sforzo prolungato, la reidratazione va effettuata anzitutto con gradualità (evitando di bere troppa acqua in poco tempo) preferendo bevande isotoniche o acque mediamente mineralizzate.

Sia l'intossicazione CRONICA da acqua che l'INTOSSICAZIONE acuta da acqua rappresentano forme patologiche piuttosto rare; tuttavia, spesso entrambe si accompagnano ad altri disturbi organici o psicogeni; pertanto, è anche auspicabile che la manifestazione clinica si verifichi più spesso in ambito ospedaliero o, analogamente, che il soggetto sia sottoposto a monitoraggio frequentemente e sistematico; in tal caso, l'intervento specialistico DOVREBBE essere sufficiente ad evitare l'aggravamento dell'intossicazione da acqua.

Sintomi caratteristici

L'intossicazione da acqua dà origine alla relativa sintomatologia solo nel momento in cui i livelli di sodio NON risultano più sufficienti a contrastare il livello di idratazione; ciò significa che i relativi segni clinici visibili e mirabili prescindono dalla differenziazione tra disturbo cronico o disturbo acuto e si accomunano per entrambe le forme patologiche.
I sintomi più frequenti sono nausea e vomito che, se non trattati, possono portare fino al coma. L'intossicazione da acqua può scatenare anche effetti mentali decisamente rilevanti che, se prontamente identificati e correlati all'iperidratazione e all'iponatriemia, favoriscono la diagnosi precoce e la riduzione statistica del decorso infausto; l'intossicazione da acqua determina frequentemente (vedi iponatriemia cerebrale) stati confusionali, perdita dell'orientamento ed allucinazioni. In tal caso, se lo specialista NON possiede elementi sufficienti al riconoscimento tempestivo dell'intossicazione da acqua, è frequente la necessità di diagnosi differenziale dalla SCHIZOFRENIA (che si accomuna per le allucinazioni e lo stato confusionale).
Più rara, ma riconoscibile anche a livello ematico per i marker enzimatici di citolisi, è la rottura delle cellule muscolari, meglio definita rabdomiolisi.

Prevenire e curare l'intossicazione da acqua

Al fine di prevenire l'intossicazione da acqua è indispensabile tamponare tempestivamente gli effetti secondari imputabili alle patologie responsabili anche dell'iperidratazione sistemica. Ogni caso è a sé stante, ma seguendo il principio della diagnosi precoce è possibile ridurre al minimo il rischio di prognosi grave o infausta.
Gli studi effettuati sull'intossicazione da acqua hanno dimostrato che, bevendo fino a 10-20 litri di acqua in poche ore è possibile che sopraggiunga la morte; pertanto, al fine di prevenire qualsiasi effetto negativo, si consiglia vivamente di NON superare 1-1,5 litri di acqua/ora per evitare che si riducano le concentrazioni plasmatiche di sodio al di sotto delle 110-120mmol/l (<90-105mmol/l si identificano i primi sintomi di GRAVE entità).
L'unica terapia utile alla cura dell'intossicazione da acqua è l'INTERRUZIONE DELL'IDRATAZIONE associata a TERAPIA FARMACOLOGICA DIURETICA con furosemide (diuretico dell'ansa).


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer