Dieta Toxoplasmosi
Ultima modifica 17.01.2020

Toxoplasmosi

La toxoplasmosi è una malattia parassitaria causata dal Toxoplasma gondii. Negli esseri umani adulti, di solito, queste infezioni non causano sintomi particolari; talvolta si può manifestare una lieve malattia simil-influenzale, caratterizzata da dolori muscolari e linfoadenopatia, che dura all'incirca 2-8 settimane (molto raramente, compaiono compromissioni degli occhi).

Negli immunodepressi, possono verificarsi sintomi gravi, come le convulsioni e la difficoltà nella coordinazione.

Se l'infezione avviene durante la gravidanza, il nascituro può contrarre la così detta toxoplasmosi congenita e rimanere gravemente (nonché irreversibilmente) compromesso.
La dieta e l'igiene globale sono i fattori più importanti per la prevenzione del contagio. Raramente la malattia si diffonde per mezzo di trasfusioni sanguigne e non può essere diffusa altrimenti.

Il parassita si riproduce solo nei gatti; tuttavia, può infettare la maggior parte degli animali a sangue caldo, ragion per cui le sue cisti possono essere trovate in varie carni eduli.
La diagnosi avviene per analisi del sangue (riferita agli anticorpi) oppure, nella donna gravida, verificando la presenza di DNA parassitario nel liquido amniotico. Nelle persone sane, di solito, non è necessaria alcuna cura; durante la gravidanza invece, possono essere utilizzati dei farmaci come spiramicina o pirimetamina/sulfadiazina ed acido folinico.
Metà della popolazione mondiale (più nei paesi in via di sviluppo) è infettata dal Toxoplasma gondii e non mostra alcun sintomo; purtroppo, ogni anno vengono diagnosticati circa 200.000 casi di toxoplasmosi congenita.

Alimenti e Contagio

Uno studio europeo multicentrico caso-controllo ha concluso che il consumo di carne cruda e poco cotta è la principale fonte di contagio in gravidanza, mentre il contatto con terreno contaminato contribuisce per una quota molto minore di infezioni.


Il contagio da toxoplasmosi si può sviluppare in diversi modi:

  • Mangiando cibo crudo o poco cotto, contaminato dalle cisti del Toxoplasma gondii (oppure latte crudo contenente tachizoiti);
  • Per esposizione orale alle feci di gatti infetti.
  • Dalla madre infetta al figlio durante la gravidanza.
  • Per trapianto di organi o emotrasfusioni da donatori sieropositivi per toxoplasma.

Le prime due sono modalità di contagio di tipo alimentare ed oro-fecale, che avvengono principalmente nelle seguenti circostanze:

  • L'ingestione di carne cruda o cotta in maniera insufficiente. Non a caso, la prevalenza delle infezioni riguarda i paesi nei quali si è soliti consumare la carne non sottoposta a trattamento termico (o poco cotta).
    Le cisti tissutali possono essere ingerite anche portandosi le mani alla bocca durante la lavorazione del prodotto od usando coltelli, vari utensili e taglieri contaminati.
  • L'ingestione di frutta o verdura non lavate, che sono entrate in contatto con il suolo contaminato da feci di gatti infetti (ad esempio, i prodotti del proprio orto).
  • L'ingestione di residui fecali di gatto contaminato attraverso la trasmissione mano-bocca (per esempio, consumando uno spuntino durante il giardinaggio o dopo la pulizia della lettiera o dopo aver toccato della sabbia sulla quale un gatto ha precedentemente defecato).

Dieta Preventiva

La dieta per prevenire la toxoplasmosi interessa soprattutto le donne in gravidanza che, se contagiate, possono trasmettere il parassita al feto ammalandolo gravemente.

La toxoplasmosi di tipo congenito contratta nelle prime settimane di gestazione è associata a morte fetale ed aborto e, nei sopravvissuti, si accompagna a deficit neurologici, deficit neurocognitivi e corioretinite.

Se la madre ha già contratto la toxoplasmosi è considerata meno a rischio, in quanto possiede già gli anticorpi specifici e non si dovrebbe più ammalare in forma acuta.
Nel caso in cui la donna non si sia mai ammalata di toxoplasmosi, le regole dietetiche preventive di maggior rilievo per affrontare una gravidanza sono:

  • Approvvigionarsi con cibi più sicuri possibile.
  • Lavorare in maniera igienicamente corretta i cibi.
  • Non pulire la lettiera del gatto e lavarsi accuratamente le mani prima di portare alla bocca qualunque alimento.

Precauzioni per ridurre la possibilità di contrarre la toxoplasmosi

  • Evitare il consumo di carni crude o poco cotte e gli insaccati (es. salumi e prosciutto crudo).
  • Cuocere bene la carne e anche le pietanze surgelate già pronte
  • Lavare bene frutta e verdura (incluse le insalate già preparate) prima della manipolazione e del consumo
  • Proteggere i cibi da mosche e altri insetti.
  • Usare guanti di gomma per manipolare carne cruda di qualsiasi tipo o per lavare la verdura.
  • Evitare il contatto con le mucose dopo aver manipolato carne cruda
  • Lavare con acqua e sapone superfici, utensili da cucina e mani venute a contatto con carni crude, pollame, pesce, frutta e verdure.
  • Usare guanti di gomma per manipolare la terra (es. giardinaggio) e ogni altro materiale potenzialmente contaminato con le feci di un gatto.
  • Se c'è un gatto in casa, non è necessario allontanarlo, ma è opportuno pulire la lettiera quotidianamente. Se possibile affidare ad altri questo compito e in ogni caso usare sempre guanti di gomma. Alimentare il gatto con cibi cotti o in scatola. Non portare altri gatti in casa. Evitare contatti con gatti randagi.

Inoltre, il Toxoplasma gondii può essere eliminato dalla dieta con vari sistemi:

  • Non bere mai acqua non potabile; i pozzi sono potenzialmente oggetto di contaminazioni da acque nere, ricche di qualsiasi tipo di patogeno (compreso il Toxoplasma gondii)
  • Evitare di maneggiare gli alimenti che possono contenere le cisti (carne cruda e latte crudo di capra e pecora).
  • Lavare la frutta e la verdura (potenzialmente contaminate solo all'esterno).
  • Cuocere gli ortaggi a cespo (che, oltre a crescere per terra, sono più difficili da pulire).
  • Scegliere solo carne allevata (eliminare provvisoriamente la cacciagione e la carne di animali cresciuti a livello casalingo).
  • Abbattere di temperatura la carne o sottoporla ad un congelamento di -20°C per almeno 15 giorni.
  • Cuocere la carne (raggiungendo almeno i 66°C al cuore dell'alimento).
  • Usare solo latte confezionato, in quanto trattato termicamente.
  • Non acquistare formaggi prodotti da latte crudo, soprattutto da piccole aziende o, peggio ancora, a livello casalingo.
  • Evitare le carni conservate crude (salame, salsiccia, prosciutto, speck, lonza, pancetta, capocollo, bresaola ecc); si ritiene che una lunga stagionatura e l'affumicatura possano eliminare le cisti del parassita ma, vista la pericolosità dell'organismo in gravidanza, meglio evitarle.

Carne Infetta: Quale?

Gli animali più interessati da questa contaminazione sono: maiale, agnello e selvaggina. Tra i vari tipi di bestiame allevato, i maggiori tassi di infezione riguardano: maiali, pecore, capre e polli.

I bovini possono essere contaminati dal patogeno ma il loro organismo è in grado di guarire totalmente (eliminandolo con le feci in poche settimane); le cisti nella carne sono molto rare. I cavalli, invece, sono generalmente considerati resistenti all'infestazione ma non si tratta di una regola inconfutabile.
Sebbene il Toxoplasma gondii abbia la capacità di infettare praticamente tutti gli animali a sangue caldo, la suscettibilità ed i tassi di infezione variano notevolmente tra le specie, in merito all'habitat o all'allevamento, alla dieta e molti altri fattori.
In particolare, sembra che le condizioni igieniche e le tecniche di allevamento incidano pesantemente sul rischio di contaminazione. Ad esempio, gli animali tenuti all'aperto risultano più a rischio di infezione rispetto a quelli allevati al chiuso o in confinamento parziale.
Grazie alla mancanza di esposizione con l'esterno, anche i polli allevati in confinamento non risultano generalmente infettati dal parassita, mentre quelli ruspanti o cresciuti all'aperto sono molto più soggetti alla malattia; d'altro canto, sappiamo anche che un confinamento eccessivo può provocare altri tipi di patologie, come quelle batteriche e virali.
Le carni da consumare cotte rappresentano gli alimenti meno rischiosi rispetto alle altre (soprattutto i pennuti). Tuttavia, non dimentichiamo che da certi animali (suini ed ovini, alcuni dei quali appartenenti al gruppo della selvaggina) è possibile ricavare delle preparazioni conservate a crudo, come: prosciutto, culatello, speck, lonza, pancetta, salame, salsiccia ecc.
Le cisti tissutali sono raramente presenti nella carne di bufalo o di manzo, considerata un alimento a basso rischio di parassitosi.

Dieta del Gatto e Toxoplasmosi

Il rischio di contagio per toxoplasmosi aumenta:

  • Al diminuire delle condizioni igieniche.
  • Con il consumo di carni di dubbia salubrità.
  • In presenza di comportamenti inadeguati e con l'esposizione alle feci infette di gatto.

Prima di tutto, è necessario specificare che, di per sé, la presenza di un felino domestico NON aumenta il rischio della malattia. Infatti, se l'animale è di tipo domestico, pur aumentando le possibilità di contatto, diminuiscono le probabilità che il gatto si ammali.
Il tasso di infezione nei gatti cambia notevolmente a seconda della dieta e dello stile di vita che conducono. Quelli selvatici che cacciano per mangiare hanno maggiori probabilità di essere infettati rispetto a quelli domestici. La prevalenza di Toxoplasma gondii nei gatti dipende soprattutto dalla disponibilità di animali infetti, come piccoli mammiferi (topi e ratti) e uccelli, generalmente abbondanti sul territorio.
Dopo aver contratto la malattia, i gatti espellono il patogeno con le feci per diverse settimane. All'escrezione, queste non risultano generalmente contagiose per almeno 24-48 ore, cioè fin quando le cisti maturano e diventano patogene; queste possono sopravvivere nell'ambiente per oltre un anno.



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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer