Bresaola In Gravidanza
Ultima modifica 08.04.2020

Bresaola e Gravidanza

Bresaola

La bresaola è un affettato tipico del nord Italia. Quella più rinomata è originaria della Valtellina (provincia di Sondrio, Lombardia) e gode del riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP).

La bresaola è ricavata dalla lavorazione di alcuni muscoli posizionati negli arti posteriori del manzo o del cavallo (fesa, sottofesa, magatello e sottosso). La carne, dopo essere stata rifilata, salata e lasciata riposare (circa 15 giorni), viene insaccata e stagionata (almeno 30 giorni). Si tratta quindi di una carne conservata che rientra nel I gruppo fondamentale degli alimenti.

In cucina viene utilizzata soprattutto cruda per le ricette di antipasti e pietanze, tuttavia non mancano le ricette che ne richiedono la cottura veloce in padella (soprattutto nei sughi per i primi piatti).

Gravidanza

La gravidanza o gestazione è il processo fisiologico speciale durante il quale il frutto del concepimento si sviluppa in preparazione alla nascita.

Anche detta stato interessante, rappresenta un periodo lungo circa 9 mesi e molto delicato, durante il quale la madre è tenuta a soddisfare tutte le necessità del nascituro. Tra queste, è di grande importanza l'apporto nutrizionale perché, senza gli elementi necessari allo sviluppo, l'embrione/feto rischia di subire gravi carenze che aumentano il rischio di patologie, malformazioni o aborto. Esistono anche non pochi rischi legati alla sovralimentazione e conseguenti obesità e/o patologie metaboliche. Come se non bastasse, il bambino può essere particolarmente soggetto a complicazioni per: intossicazioni (tossine batteriche, fungine, inquinanti), infezioni (virus, batteri) e infestazioni (parassiti).

Per valutare se la bresaola può costituire un alimento adatto o meno alla gravidanza, è necessario valutare attentamente la sua utilità nella dieta della gestante ed eventuali rischi correlati.

Utilità Nutrizionale

Funzione della bresaola in gravidanza

Come abbiamo anticipato, la bresaola è un prodotto che appartiene al I gruppo fondamentale degli alimenti. Si tratta di un'abbondante fonte nutrizionale di:

La bresaola ha un basso apporto di grassi e calorie, e non contiene lattosio e glutine; queste caratteristiche la rendono idonea alla maggior parte dei regimi alimentari.

Per un soggetto NORMALE (escludendo per un attimo la gestazione), la porzione media di bresaola sarebbe pari a 50 g (circa 150 kcal) e la frequenza massima di consumo di 1-2 volte alla settimana.
In gestazione aumentano tutti i fabbisogni nutrizionali; per ragioni strettamente legate alla composizione degli alimenti e alla loro frequenza di consumo, quelli più spesso oggetto di carenza sono: acido folico, ferro, vitamina B12, vitamina D e acidi grassi essenziali omega 3.

La bresaola contribuisce a fornire quantità interessanti sia di ferro altamente biodisponibile (emico) che di cobalamina (vit B12), e tutto sommato non apporta livelli eccessivi di grassi saturi, colesterolo e calorie totali. Sembrerebbe quindi un alimento perfetto per la gravidanza ma, come vedremo, purtroppo non è così.

Rischi e Pericoli

Bresaola e ipertensione gravidica

Per colpa della salatura, come avviene per gli altri salumi, la bresaola è molto ricca di sodio. Questo minerale, se presente in eccesso nella dieta, può nuocere alla salute dei soggetti sodio-sensibili, incentivando l'insorgenza o l'aggravamento dell'ipertensione arteriosa primaria.

La cosiddetta ipertensione gestazionale, che insorge più facilmente dal terzo trimestre, può peggiorare il benessere sia del feto che della madre. Diventa quindi necessario tenerla monitorata, assicurandosi che non oltrepassi la soglia di 90 mmHg e 140 mmHg (minima e massima); in caso di aumento (o di ipertensione pregressa), l'assunzione di qualunque cibo salato come la bresaola è da sospendere completamente (o evitare dal principio).

Bresaola, nitriti/nitrati e diabete gravidico

La bresaola commerciale viene addizionata con nitriti o nitrati di sodio/potassio e acido ascorbico (vitamina C), utili per aumentarne la conservazione; d'altro canto, l'effetto di questi conservanti si limita ad ostacolare l'ossidazione e la proliferazione batterica, mentre sono inefficaci contro i parassiti. Inoltre, ricordiamo che nitrati e nitriti (identificabili con le sigle E249-E250 e E251-E252 citate in etichetta) aumentano il rischio di formazione delle nitrosammine. A loro volta, questi composti indesiderati sono certamente implicati nella formazione di varie forme tumorali, come quello dello stomaco, ma in gravidanza assumono un ruolo negativo differente. Alcuni approfondimenti sperimentali hanno infatti correlato l'abbondanza di nitrosammine nella dieta all'aumento del rischio di diabete gravidico, una patologia metabolica della madre che può indurre malformazioni fetali e quindi da evitare assolutamente. La causa potrebbe essere lo stimolo autoimmune, da parte delle nitrosammine, delle unità immunitarie contro le cellule beta pancreatiche nel pancreas.

Bresaola e parassitosi

La patologia di natura parassitaria che, in genere, spaventa di più le future mamme è la toxoplasmosi (da Toxoplasma godii). Si tratta di un'infestazione abbastanza pericolosa per il feto, ma innocua per la gestante. Una volta contratta, può determinare malformazioni neonatali o morte fetale.

Ricordiamo che, anche se contratta, non è comunque detto che la toxoplasmosi eserciti questi spaventosi effetti. Peraltro, nella prima fase della gestazione ci sono meno possibilità che dalla madre passi al figlio attraversando la placenta, ma i danni possono essere di grave entità. Al contrario, nell'ultimo periodo ci sono maggiori possibilità che accada, ma i danni dovrebbero essere inferiori. Ad ogni modo, il manzo e il cavallo non sono animali che tipicamente contengono il toxoplasma all'interno delle fibre muscolari, pertanto la bresaola non dovrebbe costituire un efficace veicolo di questo parassita.
La bresaola è anche esente dal rischio di contrarre il verme solitario (da Tenia solium), che interessa quasi esclusivamente la carne suina; da qui il nome di tenia suina. Analogo discorso per la trichinellosi (Trichinella).

I bovini possono invece essere portatori di Cryptosporidium parvum (agente patogeno della criptosporidiosi), che tuttavia si limita a colonizzarne l'intestino. Raramente questa patologia, anche se si diffonde per via oro fecale, colpisce l'uomo tramite dagli alimenti.
La bresaola non è quindi un alimento particolarmente pericoloso dal punto di vista dei parassiti, ma la raccomandazione generale di evitare la carne cruda rimane. Tuttavia, volendo mangiare comunque alcune fettine di bresaola a “rischio zero”, rimane comunque la possibilità di saltarle velocemente in padella.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer