Ipotiroidismo - Video: Cause, Sintomi, Cure

Ultima modifica 02.10.2019

Con questo video conosceremo più da vicino una malattia molto comune che colpisce la tiroide, allargando il girovita, rendendo insofferenti al freddo e sempre stanchi.
Sto parlando dell’ipotiroidismo, una malattia in cui la tiroide produce quantità insufficienti di ormoni tiroidei. Questo deficit determina un rallentamento generalizzato dei processi metabolici ed uno squilibrio di moltissime attività corporee.
Cercando di dare una definizione più precisa e completa, l'ipotiroidismo può essere la conseguenza di difetti relativi alla sintesi, all’accumulo, alla secrezione, al trasporto oppure all'azione periferica degli ormoni tiroidei. Tutto ciò provoca una loro carenza o comunque una riduzione delle loro funzioni a livello delle cellule bersaglio.

La prima distinzione tra tutte queste forme di ipotiroidismo è quella tra ipotiroidismo primario e ipotiroidismo secondario.
L’ipotiroidismo primario è dovuto a cause che colpiscono direttamente la tiroide. In caso di ipotiroidismo primario, la mancata produzione di ormoni tiroidei dipende quindi da alterazioni che interessano direttamente la tiroide.
L’ipotiroidismo secondario, invece, è dovuto ad una disfunzione dell’ipofisi, che controlla la sintesi degli ormoni tiroidei tramite l'ormone TSH. Nonostante sia molto raro, ricordiamo che esiste anche un ipotiroidismo terziario, dovuto ad un malfunzionamento dell’ipotalamo (che a sua volta controlla la tiroide tramite l'ormone TRH). In entrambi i casi, dall’insufficiente secrezione dell’ormone ipofisario TSH o dell’ormone ipotalamico TRH consegue un ridotto stimolo alla produzione degli ormoni tiroidei. La tiroide, di conseguenza, funziona poco e si ha quindi ipotiroidismo.

Infine, esistono forme rare di ipotiroidismo determinate da una resistenza generalizzata delle cellule agli ormoni tiroidei. In pratica, in questi casi gli ormoni tiroidei sono presenti in normale quantità nel sangue, ma le cellule diventano insensibili alla loro azione. In simili circostanze, alcuni difetti recettoriali possono determinare l’inefficienza degli ormoni tiroidei a livello periferico nonostante siano presenti in quantità adeguate o addirittura superiori alla norma. È un po' quello che succede nelle prime fasi del diabete mellito di tipo 2, quando le cellule sviluppano una resistenza all'azione dell'insulina determinando iperinsulinemia e, a poco a poco, esaurimento funzionale delle cellule beta del pancreas deputate alla sintesi di insulina.

Un'altra importante distinzione va fatta tra le forme di ipotiroidismo acquisite e quelle congenite. L’ipotiroidismo acquisito si ha quando la tiroide diminuisce la sua attività in una fase successiva all’infanzia. L’ipotiroidismo congenito, invece, è presente sin dalla nascita e può essere provocato da una malformazione della tiroide o da una carenza di iodio durante la gravidanza.
Quando la tiroide è poco sviluppata o assente, produce un’insufficiente quantità di ormoni tiroidei, scatenando l'ipotiroidismo. In altre occasioni, la ghiandola cresce normalmente, ma non è in grado di produrre ormoni fin dalla nascita. Qualunque sia la causa, l’ipotiroidismo congenito è sempre una condizione grave. Ricordiamo, infatti, che gli ormoni tiroidei sono fondamentali durante lo sviluppo fetale e neonatale. Un’inadeguata produzione ormonale tiroidea, in un bambino, può portare a problemi nello sviluppo dello scheletro, ma anche deficit di accrescimento e ritardo mentale; se l’ipotiroidismo non è trattato tempestivamente, può quindi determinare danni irreversibili, soprattutto a carico del sistema nervoso centrale, sfociando nel cosiddetto cretinismo. Per questa ragione, nella prima settimana di vita, tutti i neonati vengono sottoposti ad uno screening che consente di identificare la malattia.


Come abbiamo visto, l’ipotiroidismo può dipendere da alcuni disturbi che coinvolgono direttamente la ghiandola tiroidea, oppure da una insufficiente produzione dell’ormone tireostimolante ipofisario (il TSH).
La causa più frequente dell’ipotiroidismo è la tiroidite di Hashimoto, in cui una reazione autoimmune induce l’organismo a produrre anticorpi contro i tireociti, che sono le cellule della tiroide. Col passare del tempo, questo processo distrugge le cellule tiroidee, che riducono di conseguenza la propria capacità di produrre ormoni.
Un’altra causa comune di ipotiroidismo è la carenza di iodio. In questo caso, il TSH stimola i follicoli tiroidei per aumentare l'attività endocrina della tiroide e così compensare la ridotta sintesi ormonale. Tuttavia, se manca lo iodio questo tentativo fallisce. Un’inadeguata quantità di iodio, correlata soprattutto allo scarso apporto alimentare, può quindi favorire l’insorgenza del gozzo, che ricordiamo essere l’aumento di volume della tiroide. Infatti, lo stimolo esagerato del TSH finisce con l'aumentare le dimensioni della ghiandola, che si sforza senza successo di produrre più ormoni aumentando il proprio volume.
L’ipotiroidismo può insorgere anche per cause iatrogene, cioè come effetto collaterale o complicanza di un trattamento medico. Ad esempio, l'ipotiroidismo è molto comune dopo l’asportazione chirurgica, totale o parziale, della tiroide, oppure dopo la somministrazione di iodio radioattivo per il trattamento dell’ipertiroidismo o di alcuni tumori tiroidei. Inoltre, l'ipotiroidismo iatrogeno può rappresentare la conseguenza di una terapia a base di antitiroidei, come il metimazolo, o di farmaci che possono interferire con la funzionalità tiroidea, come l’amiodarone, utilizzato per le aritmie cardiache, e il litio, prescritto per determinati problemi psichiatrici.

Come accennato, i sintomi dell’ipotiroidismo variano considerevolmente a seconda dell’età di insorgenza, della durata del deficit ormonale e della sua gravità.
La ridotta attività della tiroide si esprime con i segni tipici di un rallentamento generalizzato del metabolismo. Sintomi e segni comuni sono quindi stanchezza, sonnolenza, stipsi, secchezza e pallore della cute, fragilità e caduta dei capelli, e sensazione di freddo per il rallentamento del metabolismo basale. Anche il cervello rallenta le proprie funzioni e si presentano problemi di memoria e di concentrazione, a volte accompagnati da depressione. Sul piano cardiologico, in presenza di ipotiroidismo si registra ipotensione arteriosa e riduzione dell’efficienza del muscolo cardiaco. Nelle donne in età fertile compaiono irregolarità mestruali, mentre gli uomini presentano disfunzione erettile. Altri disturbi legati all’ipotiroidismo possono comprendere l’aumento dei livelli di colesterolo, l’incremento del peso corporeo e la comparsa del gozzo. Comune è anche il mixedema, che consiste in un caratteristico gonfiore dovuto all’accumulo di liquidi nei tessuti sottocutanei.

La presenza di ipotiroidismo può quindi essere ipotizzata sulla base dei sintomi riferiti dal paziente e sui segni clinici emersi durante la visita medica.
La diagnosi viene poi confermata mediante alcuni esami del sangue. Le analisi ematiche valutano se i livelli degli ormoni tiroidei, del TSH e degli anticorpi anti-tireoperossidasi sono nei limiti della normalità.
In caso di ipotiroidismo, i livelli di ormoni tiroidei nel sangue sono tipicamente al di sotto dei limiti di normalità, ma possono anche essere a livelli normali. Il valore di TSH, che vi ricordo essere l’ormone prodotto dall’ipofisi che stimola la tiroide, è tendenzialmente al di sopra della norma e ciò indica una situazione di rallentamento delle funzioni della ghiandola. Infatti, per compensare la ridotta quantità di ormoni tiroidei in circolo, l'ipofisi produce una maggiore quantità di TSH.

Per quanto riguarda il dosaggio degli anticorpi anti-tireoperossidasi questo esame del sangue consente di rilevare l'eventuale presenza degli anticorpi responsabili della forma più comune di ipotiroidismo, cioè quella autoimmune (che come abbiamo visto prende il nome di tiroidite di Hashimoto).
L’ecografia tiroidea, la scintigrafia e l’agoaspirato costituiscono un utile completamento per la valutazione del caso clinico, in quanto forniscono informazioni sulla morfologia e sulle capacità funzionali della tiroide.

Il trattamento standard dell’ipotiroidismo consiste nella terapia ormonale sostitutiva. Questo trattamento è basato sulla somministrazione di farmaci a base di ormoni tiroidei sintetici, come la levotiroxina sodica.
Lo scopo del trattamento, infatti, è quello di riportare i valori ormonali nella norma e compensare lo squilibrio metabolico. La compensazione della ridotta funzionalità tiroidea è possibile mediante l’assunzione, per via orale, delle quantità di ormoni tiroidei che l’organismo non è in grado di produrre autonomamente.
La terapia è pertanto fondamentalmente farmacologica e, anche se deve essere seguita per tutta la vita, riesce a mantenere efficacemente l’ipotiroidismo sotto controllo.