Ipotiroidismo - Video: Cause, Sintomi, Cure
Con questo video conosceremo più da vicino una malattia molto comune che
colpisce la tiroide, allargando il girovita, rendendo insofferenti al freddo e
sempre stanchi.
Sto parlando dell’ipotiroidismo,
una malattia in cui la tiroide produce quantità insufficienti di ormoni
tiroidei. Questo deficit determina un rallentamento generalizzato dei processi
metabolici ed uno squilibrio di moltissime attività corporee.
Cercando di dare una definizione più precisa e completa, l'ipotiroidismo
può essere la conseguenza di difetti relativi alla sintesi, all’accumulo, alla
secrezione, al trasporto oppure all'azione periferica degli ormoni tiroidei.
Tutto ciò provoca una loro carenza o comunque una riduzione delle loro funzioni
a livello delle cellule bersaglio.
La prima
distinzione tra tutte queste forme di ipotiroidismo è quella tra ipotiroidismo primario e ipotiroidismo secondario.
L’ipotiroidismo
primario è dovuto a cause che colpiscono direttamente la tiroide. In caso di
ipotiroidismo primario, la mancata produzione di ormoni tiroidei dipende quindi
da alterazioni che interessano direttamente la tiroide.
L’ipotiroidismo
secondario, invece, è dovuto ad una disfunzione dell’ipofisi, che controlla la
sintesi degli ormoni tiroidei tramite l'ormone TSH. Nonostante sia molto raro,
ricordiamo che esiste anche un ipotiroidismo terziario, dovuto ad un malfunzionamento
dell’ipotalamo (che a sua volta controlla la tiroide tramite l'ormone TRH). In
entrambi i casi, dall’insufficiente secrezione dell’ormone ipofisario TSH o
dell’ormone ipotalamico TRH consegue un
ridotto stimolo alla produzione degli ormoni tiroidei. La tiroide, di
conseguenza, funziona poco e si ha quindi ipotiroidismo.
Infine,
esistono forme rare di ipotiroidismo determinate da una resistenza
generalizzata delle cellule agli ormoni tiroidei. In pratica, in questi casi
gli ormoni tiroidei sono presenti in normale quantità nel sangue, ma le cellule
diventano insensibili alla loro azione. In simili circostanze, alcuni difetti recettoriali
possono determinare l’inefficienza degli ormoni tiroidei a livello periferico
nonostante siano presenti in quantità adeguate o addirittura superiori alla
norma. È un po' quello che succede nelle prime fasi del diabete mellito di tipo
2, quando le cellule sviluppano una resistenza all'azione dell'insulina
determinando iperinsulinemia e, a poco a poco, esaurimento funzionale delle
cellule beta del pancreas deputate alla sintesi di insulina.
Un'altra
importante distinzione va fatta tra le forme di ipotiroidismo acquisite e
quelle congenite. L’ipotiroidismo acquisito si ha quando la tiroide diminuisce
la sua attività in una fase successiva all’infanzia. L’ipotiroidismo congenito,
invece, è presente sin dalla nascita e può essere provocato da una malformazione
della tiroide o da una carenza di iodio durante la gravidanza.
Quando
la tiroide è poco sviluppata o assente, produce un’insufficiente quantità di
ormoni tiroidei, scatenando l'ipotiroidismo. In altre occasioni, la ghiandola cresce
normalmente, ma non è in grado di produrre ormoni fin dalla nascita. Qualunque
sia la causa, l’ipotiroidismo congenito è sempre una condizione grave.
Ricordiamo, infatti, che gli ormoni tiroidei sono fondamentali durante lo
sviluppo fetale e neonatale. Un’inadeguata produzione ormonale tiroidea, in un
bambino, può portare a problemi nello sviluppo dello scheletro, ma anche deficit
di accrescimento e ritardo mentale; se l’ipotiroidismo non è trattato tempestivamente,
può quindi determinare danni irreversibili, soprattutto a carico del sistema
nervoso centrale, sfociando nel cosiddetto cretinismo. Per questa ragione, nella
prima settimana di vita, tutti i neonati vengono sottoposti ad uno screening che
consente di identificare la malattia.
Come
abbiamo visto, l’ipotiroidismo può dipendere da alcuni disturbi che coinvolgono
direttamente la ghiandola tiroidea, oppure da una insufficiente produzione dell’ormone
tireostimolante ipofisario (il TSH).
La
causa più frequente dell’ipotiroidismo è la tiroidite di Hashimoto, in cui una
reazione autoimmune induce l’organismo a produrre anticorpi contro i tireociti,
che sono le cellule della tiroide. Col passare del tempo, questo processo distrugge
le cellule tiroidee, che riducono di conseguenza la propria capacità di
produrre ormoni.
Un’altra
causa comune di ipotiroidismo è la carenza di iodio. In questo caso, il TSH
stimola i follicoli tiroidei per aumentare l'attività endocrina della tiroide e
così compensare la ridotta sintesi ormonale. Tuttavia, se manca lo iodio questo
tentativo fallisce. Un’inadeguata quantità di iodio, correlata soprattutto allo
scarso apporto alimentare, può quindi favorire l’insorgenza del gozzo, che
ricordiamo essere l’aumento di volume della tiroide. Infatti, lo stimolo
esagerato del TSH finisce con l'aumentare le dimensioni della ghiandola, che si
sforza senza successo di produrre più ormoni aumentando il proprio volume.
L’ipotiroidismo
può insorgere anche per cause iatrogene, cioè come effetto collaterale o
complicanza di un trattamento medico. Ad esempio, l'ipotiroidismo è molto
comune dopo l’asportazione chirurgica, totale o parziale, della tiroide, oppure
dopo la somministrazione di iodio radioattivo per il trattamento dell’ipertiroidismo
o di alcuni tumori tiroidei. Inoltre, l'ipotiroidismo iatrogeno può rappresentare
la conseguenza di una terapia a base di antitiroidei, come il metimazolo, o di farmaci
che possono interferire con la funzionalità tiroidea, come l’amiodarone, utilizzato
per le aritmie cardiache, e il litio, prescritto per determinati problemi
psichiatrici.
Come
accennato, i sintomi dell’ipotiroidismo variano considerevolmente a seconda dell’età
di insorgenza, della durata del deficit ormonale e della sua gravità.
La
ridotta attività della tiroide si esprime con i segni tipici di un rallentamento
generalizzato del metabolismo. Sintomi e segni comuni sono quindi stanchezza, sonnolenza,
stipsi, secchezza e pallore della cute, fragilità e caduta dei capelli, e
sensazione di freddo per il rallentamento del metabolismo basale. Anche il
cervello rallenta le proprie funzioni e si presentano problemi di memoria e di
concentrazione, a volte accompagnati da depressione. Sul piano cardiologico, in
presenza di ipotiroidismo si registra ipotensione arteriosa e riduzione dell’efficienza del muscolo
cardiaco. Nelle donne in età fertile compaiono irregolarità mestruali, mentre gli
uomini presentano disfunzione erettile. Altri disturbi legati all’ipotiroidismo
possono comprendere l’aumento dei
livelli di colesterolo, l’incremento del peso corporeo e la comparsa del gozzo.
Comune è anche il mixedema, che consiste in un caratteristico gonfiore dovuto
all’accumulo di liquidi nei tessuti sottocutanei.
La presenza
di ipotiroidismo può quindi essere ipotizzata sulla base dei sintomi riferiti dal
paziente e sui segni clinici emersi durante la visita medica.
La diagnosi
viene poi confermata mediante alcuni esami del sangue. Le analisi ematiche valutano se i livelli degli
ormoni tiroidei, del
TSH e degli anticorpi anti-tireoperossidasi
sono nei limiti
della normalità.
In caso di
ipotiroidismo, i livelli di ormoni tiroidei nel sangue sono tipicamente al di
sotto dei limiti di normalità, ma possono anche essere a livelli normali. Il
valore di TSH, che vi ricordo essere l’ormone prodotto dall’ipofisi che stimola
la tiroide, è tendenzialmente al di sopra della norma e ciò indica una situazione di rallentamento
delle funzioni della ghiandola. Infatti, per compensare la ridotta
quantità di ormoni tiroidei in circolo, l'ipofisi produce una maggiore quantità
di TSH.
Per quanto
riguarda il dosaggio degli anticorpi
anti-tireoperossidasi questo esame del sangue consente di rilevare l'eventuale presenza degli
anticorpi responsabili della forma più comune di ipotiroidismo, cioè quella autoimmune
(che come abbiamo visto prende il nome di tiroidite di Hashimoto).
L’ecografia
tiroidea, la scintigrafia e l’agoaspirato costituiscono un utile completamento per
la valutazione del caso clinico, in quanto forniscono informazioni sulla
morfologia e sulle
capacità funzionali
della tiroide.
Il
trattamento standard dell’ipotiroidismo consiste nella terapia ormonale
sostitutiva. Questo trattamento è basato sulla somministrazione di farmaci a
base di ormoni tiroidei sintetici, come la levotiroxina sodica.
Lo
scopo del trattamento, infatti, è quello di riportare i valori ormonali nella
norma e compensare lo squilibrio metabolico. La compensazione della ridotta
funzionalità tiroidea è possibile mediante l’assunzione, per via orale, delle
quantità di ormoni tiroidei che l’organismo non è in grado di produrre
autonomamente.
La
terapia è pertanto fondamentalmente farmacologica e, anche se deve essere
seguita per tutta la vita, riesce a mantenere efficacemente l’ipotiroidismo
sotto controllo.