Sifilide - Video: Sintomi, Diagnosi, Trattamento
Con
questo video proseguiamo il nostro percorso conoscitivo sulla sifilide. Nella
precedente lezione abbiamo già descritto gli aspetti generali della malattia,
che prima di proseguire vi riassumo brevemente.
Innanzitutto,
abbiamo visto che la sifilide è una grave
malattia infettiva dovuta all’introduzione nell’organismo di un batterio, chiamato
Treponema pallidum.
La
sifilide si trasmette principalmente per via sessuale e per contatto diretto
con le lesioni infette. Inoltre, una
madre colpita dalla malattia può trasmetterla al feto durante la gravidanza o
al momento del parto. Abbiamo, inoltre, anticipato che la malattia ha un decorso
molto lungo, suddiviso in vari stadi che, in assenza di trattamento, diventano
via via più gravi, fino a danneggiare gravemente il sistema nervoso.
Fatta
questa doverosa premessa, nel corso del video approfondiremo i sintomi della
sifilide e le possibilità di diagnosi e trattamento.
Il
decorso della sifilide è ripartito in tre diverse fasi. È possibile, quindi, distinguere
tra sifilide primaria, secondaria e terziaria.
Partiamo
dalla sifilide primaria, che
corrisponde allo stadio iniziale dell’infezione. Dopo circa 3-4
settimane dal contagio, proprio nel punto di ingresso del Treponema
pallidum, compare una lesione, chiamata sifiloma. Questo segno iniziale è simile
ad un nodulo dalla forma tondeggiante, ben circoscritto, di grandezza
variabile, ma, soprattutto, non doloroso. Presto, la superficie del nodulo si
erode e si ulcera, esponendo un fondo di colore rosso vivo, dal quale fuoriesce
un essudato sieroso, contenente i batteri responsabili della sifilide.
Nell’uomo,
il sifiloma compare più frequentemente a livello del solco balano-prepuziale,
cioè tra glande e prepuzio. Nella donna, invece, può insorgere su cervice,
vulva o vagina.
Inoltre,
in entrambi i sessi, il sifiloma può comparire anche in sede ano-rettale e all’interno
del cavo orale, quindi su labbra, gengive, faringe o lingua.
La
sede di comparsa del sifiloma corrisponde infatti al punto in cui è avvenuto il
contagio.
Dopo
circa una settimana dalla comparsa del sifiloma, si manifesta un altro segno
tipico della sifilide primaria, rappresentato dall'ingrossamento dei linfonodi.
I
sintomi del primo stadio della sifilide tendono a scomparire dopo 4-6
settimane, anche in assenza di trattamento. Inoltre, questi sintomi possono
passare inosservati, soprattutto quando le lesioni sono molto piccole o
nascoste.
Questa
regressione dei sintomi e delle lesioni non deve però trarre in inganno, poiché
la malattia e la sua trasmissibilità permangono ugualmente.
La
fase successiva della sifilide, detta secondaria, inizia dopo 3-6 settimane dalla
comparsa del sifiloma. Questa fase è caratterizzata da manifestazioni sistemiche dovute alla proliferazione del
Treponema e alla sua diffusione in tutto l’organismo per via ematica e linfatica. Anche per
questo motivo, la sifilide secondaria è tipicamente accompagnata da sintomi
simil-influenzali come febbre, astenia, cefalea e malessere generale. Oltre a
questi, i sintomi più importanti della sifilide secondaria si manifestano però
a livello di cute, mucose e annessi. In particolare, compare un’eruzione
cutanea generalizzata che può avere un aspetto molto variabile, spesso asintomatica
o associata a lieve prurito. Ad esempio, possono insorgere piccole macchie
rotondeggianti diffuse, che ricordano le eruzioni tipiche del morbillo. Anche queste
manifestazioni scompaiono spontaneamente dopo qualche settimana.
Il paziente, dopo la regressione della fase secondaria, entra in un lungo periodo di latenza,
che può durare mesi o addirittura anni. Durante questo periodo, il paziente non presenta sintomi, tuttavia
l’infezione e la contagiosità permangono.
Al
termine di questa "calma" apparente, il Treponema si “riattiva” e può
provocare danni permanenti a cuore, cervello, ossa, pelle ed altri organi. A
questo punto, la sifilide è entrata a pieno titolo nella fase terziaria, oggi fortunatamente
rarissima.
Nella
sifilide terziaria le manifestazioni di maggior rilievo sono quelle a carico
del sistema nervoso centrale, con alterazioni degenerative del tessuto nervoso
del cervello e del midollo spinale. Nella cosiddetta neurosifilide, la
degenerazione progressiva può provocare alterazioni della personalità fino alla
demenza e incapacità di controllare i movimenti muscolari fino alle paralisi. Il
danno può essere tanto serio da portare alla morte del paziente.
A
questo punto è doverosa una parantesi relativa alla sifilide congenita e alle
conseguenze che può provocare. Abbiamo visto più volte che la sifilide può
essere contratta durante la gravidanza, per passaggio dei batteri attraverso la
placenta. In questo caso, l’infezione non comporta alcuna lesione primaria,
perché la diffusione dei treponemi avviene per via ematogena.
Quando,
invece, un bambino è infettato durante il passaggio lungo in canale del parto,
il processo è più simile a quello descritto per la sifilide acquisita.
Per
quanto riguarda le conseguenze sul feto o sul neonato, c’è da sottolineare che la
sifilide può determinare malformazioni e altri problemi molto gravi, come eruzioni
bollose sulla cute, polmonite, cecità o addirittura aborti.
Passiamo
ora a vedere come può essere diagnosticata la sifilide. Da quanto avrete
capito, la malattia non è particolarmente semplice da diagnosticare
clinicamente, poiché tra una fase e l'altra i sintomi tendono a regredire.
Il
sospetto della malattia potrebbe essere guidato dall’insieme di sintomi
riferiti dal paziente. Tuttavia, non è sempre facile accorgersi di aver
contratto la sifilide, vuoi per l’assenza
di sintomi di rilievo, vuoi perché le lesioni sono presenti in sedi nascoste. Inoltre,
può capitare che alcuni sintomi della sifilide vengano scambiati per quelli di
altre malattie meno gravi, ritardando così il trattamento.
La
diagnosi può essere confermata dalla ricerca dei treponemi nell’essudato e
dalla positività a specifici test sierologici. Il Treponema pallidum si
evidenzia con l’osservazione microscopica in campo oscuro. In pratica, si
striscia su vetrino il secreto di un sifiloma e lo si guarda a fresco. In
questo modo il Treponema può essere identificato per la sua tipica forma a
elica, inoltre appare mobile e brillante su sfondo scuro.
Oltre
che con l’analisi al microscopio, la presenza del batterio nel sangue può essere
evidenziata con un test sierologico. Mi spiego meglio. A partire dal contagio,
il Treponema comincia ad entrare nel circolo ematico. I test sierologici sono
dunque volti a rilevare l’eventuale presenza di anticorpi contro il batterio
già nelle fasi precoci dell’infezione. Tramite quest’analisi sarà possibile
capire se è stata contratta la sifilide e in quale stadio si trova il paziente,
così da iniziare il trattamento più adeguato.
La
terapia antibiotica di elezione per il trattamento della sifilide è a base di
penicillina. Solo nei pazienti allergici a questo principio attivo si ricorre
ad altri farmaci, come la doxiciclina e la tetraciclina. Il medico si baserà
sullo stadio della malattia per stabilire il corretto dosaggio e la durata del
trattamento.
È
importante sottolineare come la terapia sia più efficace se iniziata negli
stadi precoci. Infatti, non permette di rimediare ad eventuali danni
verificatisi a carico dei vari organi negli stadi più avanzati della malattia.
Naturalmente,
è necessario effettuare i test diagnostici e il trattamento anche sui partner
sessuali del paziente. Non solo: per evitare di contagiare il proprio partner è
obbligatoria l’astinenza da qualsiasi tipologia di rapporto sessuale, almeno fino
alla completa guarigione delle lesioni causate dalla sifilide. Deve sempre
essere tenuto a mente che le ferite e le ulcere cutanee, infatti, possono
trasmettere l’infezione anche durante il sesso orale o qualunque altro contatto
cutaneo con le zone infette. Infine, va ricordato che, una volta guariti, non
si diventa immuni nei confronti di successive infezioni. Questo significa che è
possibile contrarre nuovamente la sifilide.
C’è
ancora un’importantissima considerazione da fare prima di concludere. Chi ha la
sifilide rischia maggiormente di essere contagiato dall’HIV, virus responsabile
dell’AIDS, perché le lesioni cutanee rappresentano una porta di ingresso per il
virus.
Come
abbiamo ripetuto più volte, la sifilide, come altre malattie sessualmente
trasmissibili, può essere trasmessa da un partner infetto durante l’atto
sessuale. È quindi chiaro come una buona misura di prevenzione sia
rappresentata dall'uso corretto del preservativo durante rapporti sessuali di
qualsiasi natura, incluso lo scambio di giocattoli erotici.