Ischemia cerebrale: Sintomi, Diagnosi, Trattamento e Prevenzione

Ultima modifica 21.01.2020

Cos'è l'Ischemia Cerebrale?

Il cervello, come ogni altro organo del corpo umano, ha bisogno di nutrimento e ossigeno per funzionare. Tali sostanze vengono trasportate dal sangue attraverso i vasi sanguigni: le arterie trasportano il sangue ossigenato, mentre le vene recuperano il sangue ricco di prodotti di scarto.

Quando il flusso sanguigno diretto al cervello è bloccato da un ostacolo, la zona che prima veniva irrorata correttamente può non ricevere abbastanza ossigeno e nutrienti. Se tale ostruzione non si risolve in tempi brevi, in modo spontaneo o tramite un intervento terapeutico tempestivo, allora il tessuto cerebrale va incontro a sofferenza. È proprio quando una parte del cervello soffre a causa dell'interruzione dell'apporto di sangue che si parla di ischemia cerebrale.

Nei casi più fortunati, l'ischemia è solo temporanea e i sintomi collegati si risolvono spontaneamente entro le successive 24 ore; in questi casi si parla di attacco ischemico transitorio o di mini-ictus.

Altre volte l'ischemia perdura a lungo ed i sintomi si protraggono oltre le 24 ore; in questi casi si parla di ictus vero e proprio, una delle cause maggiori di invalidità permanente e, nei casi più complicati, di morte.

Per questo motivo, la comparsa dei primi sintomi sospetti deve indurre a consultare immediatamente un medico.

Cause

Come anticipato, l'ischemia cerebrale è causata da un ridotto apporto di sangue a un'area più o meno estesa del cervello. L'evento cruciale è l'ostruzione di un vaso sanguigno che può essere di tipo embolico o trombotico.

Nel primo caso, l'ischemia è dovuta ad un embolo, solitamente un grumo di sangue che proviene da altre parti del corpo, trasportato attraverso il flusso sanguigno. Di solito, gli emboli partono dal cuore o da placche aterosclerotiche presenti nelle arterie che portano il sangue al cervello, come le carotidi del collo. Parti delle placche possono, infatti, staccarsi e andare ad ostruire un'arteria cerebrale di dimensioni inferiori all'embolo stesso.

Nel caso dell'ischemia trombotica, invece, l'ostacolo è costituito da un coagulo di sangue, detto appunto trombo, che si forma direttamente nel vaso interessato. Il trombo, quindi, restringe progressivamente il lume del vaso sanguigno cerebrale, riducendo il flusso ematico a valle dell'ostruzione.

Fattori di Rischio

Sono soprattutto le patologie cardiovascolari, l'età avanzata e uno stile di vita non proprio corretto a predisporre verso problemi di ischemia cerebrale. Ad aumentare il rischio di trombosi e di aterosclerosi concorrono in particolare il fumo, l'alimentazione scorretta, l'obesità e la scarsa attività fisica. Per quanto riguarda la familiarità, bisogna considerare che generalmente non si eredita tanto il rischio di subire un attacco ischemico, quanto piuttosto quello di sviluppare malattie che ne favoriscono la comparsa, prime fra tutte l'ipertensione arteriosa e il diabete.

Sintomi

I sintomi dell'ischemia cerebrale dipendono dall'area danneggiata, dell'estensione della zona colpita e dal grado di riduzione del flusso di sangue. Nonostante ciò, è possibile individuare alcuni tratti comuni ai vari tipi di attacco ischemico. Innanzitutto, i sintomi hanno sempre la caratteristica di insorgere all'improvviso o, comunque, nel giro di alcuni minuti. I pazienti colpiti da ischemia cerebrale possono accusare debolezza muscolare in una metà del corpo, perdita della sensibilità o intorpidimento delle braccia o del viso, problemi alla vista in un occhio o visione doppia. Altre manifestazioni tipiche sono la comparsa di mal di testa, vertigini, problemi a camminare e a mantenere l'equilibrio, mancanza di coordinazione, difficoltà nel parlare e nel comprendere i discorsi altrui. A volte, possono essere presenti anche disturbi della coscienza, dalla sonnolenza al coma.

Talvolta, questi sintomi scompaiono da soli entro breve tempo e comunque entro le 24 ore. Si parla allora di attacco ischemico transitorio o TIA. Se l'ischemia persiste per più tempo, invece, può essere causa di ictus, un evento che provoca problemi maggiori a livello fisico o intellettivo, talvolta irreversibili.

Quando consultare un medico

Dovrebbe essere ormai chiaro che l'insorgenza di un'ischemia cerebrale rappresenta una vera e propria emergenza medica. Anche nel caso in cui la situazione torni rapidamente alla normalità, non significa che l'attacco ischemico non sia pericoloso. 

Nella maggior parte dei casi, un evento transitorio segnala infatti che la circolazione non funziona come dovrebbe, quindi ci si trova in una situazione di rischio per lo sviluppo di un ictus vero e proprio. Per questo motivo, alla comparsa dei primi sintomi è necessario recarsi al pronto soccorso, dove un medico specialista è in grado di rilevare la presenza e la gravità dell'ischemia, quindi indirizzare il paziente alla terapia più adeguata.

Diagnosi

Dal punto di vista diagnostico, risulta particolarmente utile una TAC cranio-encefalica, esame che evidenzia aree ipodense in corrispondenza delle zone ischemiche.  Il paziente, inoltre, viene sottoposto ad accertamenti quali il controllo della pressione, dell'ossigeno nel sangue, della respirazione e del funzionamento del cuore.   

Trattamento

Esiste una cura specifica che, se somministrata entro le prime ore dall'attacco, permette di limitare moltissimo i danni dell'ischemia cerebrale. Si tratta della cosiddetta trombolisi: in pratica, si somministrano per via endovenosa sostanze trombolitiche, capaci di sciogliere uno dei principali componenti dei trombi. In questo modo, il vaso sanguigno occluso viene liberato e la circolazione può riprendere normalmente.

Tra i farmaci più comunemente impiegati ricordiamo l'attivatore tissutale del plasminogeno di origine ricombinante. La terapia trombolitica va effettuata il prima possibile, perché più passano le ore più aumenta il rischio di complicanze, in particolare di emorragie secondarie. Non solo: dopo 6 ore il farmaco è del tutto inefficace, per cui è indispensabile intervenire quando l'attacco ischemico è ancora in fase acuta. Fino a poco tempo fa si riteneva che il limite massimo per procedere con la trombolisi fosse addirittura di sole 3 ore.

È quindi  fondamentale, agire il prima possibile, anche per valutare la necessità di ricorrere ad un intervento chirurgico.

Prevenzione

La prevenzione delle ischemie cerebrali è possibile ponendo attenzione ai fattori predisponenti.

Se si è soggetti a rischio, a causa dell'età o per la presenza di altre condizioni patologiche, è bene sottoporsi ad accertamenti periodici, come un controllo regolare della pressione arteriosa, un esame completo del sangue, un elettrocardiogramma e un ecodoppler dei vasi del collo. In presenza di malattie specifiche, poi, è essenziale attenersi alle indicazioni del medico.

Molto importante, quando si parla di ischemia cerebrale, è promuovere uno stile di vita sano, basato su una corretta alimentazione e regolare attività fisica. Bastano, infatti, solo 30 minuti di movimento al giorno per prevenire gran parte delle malattie cardiovascolari. Smettere di fumare è fondamentale, così come rinunciare agli alcolici. Il consumo di grassi saturi andrebbe ridotto drasticamente perché favoriscono l'aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, mentre il sale in eccesso, com'è noto, contribuisce ad aumentare la pressione del sangue.

Nel complesso, questi accorgimenti possono ridurre notevolmente il rischio di ischemia cerebrale. Attenzione anche a tenere sotto controllo le problematiche che possono aumentare il rischio di ischemia cerebrale, come l'ipertensione arteriosa e il diabete.

Chi ha già subìto un attacco ischemico, oltre alle indicazioni appena elencate, dovrebbe sottoporsi a controlli periodici e seguire scrupolosamente le eventuali prescrizioni farmacologiche, utili per la riduzione del rischio ischemico.