Il filmato di oggi si incentrerà sulle famose INTOLLERANZE
ALIMENTARI, ma tratterà nello specifico SOLO quelle realmente diagnosticabili.
Le intolleranze alimentari NON sono delle MALATTIE,
piuttosto, vengono definite come delle CONDIZIONI FISIOLOGICHE PARTICOLARI. Ciò
è giustificabile dal fatto che, se NON esposto all’agente SCATENANTE,
l’organismo intollerante rimane perfettamente in EQUILIBRIO.
Questa distinzione è molto importante per comprendere che,
di per sé, un’intolleranza NON “dovrebbe” predisporre l’organismo a PATOLOGIE di
tipo MORTALE (come i tumori)… tuttavia, nel lungo termine, ignorarNE i sintomi
potrebbe indurre l’insorgenza di alcuni effetti negativi NON del tutto
trascurabili.
L’intolleranza alimentare si manifesta come una REAZIONE
AVVERSA dell’organismo ad un alimento, o meglio, ad una sua COMPONENTE
NUTRIZIONALE.
Questa RISPOSTA dell’ORGANISMO… per così dire “ambigua”… NON
è causata da una MOLECOLA OGGETTIVAMENTE TOSSICA, come potrebbero essere i
CICLOPEPTIDI e la MUSCARINA
di un fungo, il CIANURO delle mandorle amare, la SOLANINA delle patate o
gli OSSALATI degli spinaci; è invece provocata da una COMPONENTE NUTRIZIONALE
verso la quale il fisico (in condizioni NORMALI) NON dovrebbe manifestare alcuna
forma di ipersensibilità.
Tuttavia, COME le reazioni TOSSICHE, anche le intolleranze
alimentari sono di tipo DOSE-DIPENDENTE! Al contrario, le ALLERGIE alimentari
NON sono dose-dipendenti e il loro innesco prevede la liberazione di
IMMUNOGLOBULINE E.
Nella tabella raffigurata qui in diapositiva è possibile
notare gli aspetti COMUNI e le DIFFERENZE tra le intolleranze alimentari, le intossicazioni
e le allergie.
Le intolleranze alimentari NON sono tutte uguali e per
distinguerle è stata adottata una vera e propria CLASSIFICAZIONE. Questa
prevede la distinzione tra: intolleranze ENZIMATICHE, intolleranze FARMACOLOGICHE
e le intolleranze NON DEFINITE. Quelle enzimatiche sono provocate dalla scarsità di un ENZIMA
DIGESTIVO specifico, come ad esempio la LATTASI intestinale per la digestione del
lattosio.
Le farmacologiche invece, sono provocate dall’esposizione a due
TIPI di molecole: il primo è quello delle AMINE VASOATTIVE; tra queste
ricordiamo: l’ISTAMINA, la
TIRAMINA, la
DOPAMINA, l’EPINEFRINA e la 5 IDROSSI-TRIPTAMINA. Il secondo
è quello degli ADDITIVI ALIMENTARI, come ad esempio: BENZOATI, NITRITI e SALICILATI.
Nell’immagine in diapositiva, ricavata dal testo MANUALE DI
NUTRIZIONE CLINICA della MEDI-CARE, troviamo schematizzato il PARAGONE tra le
varie REAZIONI AVVERSE AGLI ALIMENTI.
Infine, credo si importante sottolineare la DIFFERENZA concettuale
tra: REAZIONE TOSSICA, e sintomatologia di tipo TOSSICO, che SEMBRANO sinonimi
ma non lo sono affatto!
Una reazione tossica, come abbiamo già detto, è la risposta
dell’organismo ad un agente OGGETTIVAMENTE nocivo; al contrario, può essere
definita una sintomatologia di tipo tossico anche quella di un’intolleranza al
lattosio, poiché (anche essendo provocata da un deficit di lattasi, e non
dall’ingestione di una molecola nociva) si manifesta con segni
GASTRO-INTESTINALI di tipo DOSE-DIPENDENTE.
Le intolleranze alimentari ad oggi REALMENTE diagnosticabili
sono principalmente due: quella al lattosio e la celiachia (o intolleranza alla
GLIADINA del glutine).
L’intolleranza al lattosio è di tipo enzimatico, poiché si
basa sulla carenza di un fattore SPECIFICO responsabile della digestione intestinale
di questo disaccaride. Ne esistono vari tipi, causati da fattori anche molto
diversi tra loro. Ad ogni modo, per tutti coloro che ne soffrono, assumendo il
lattosio con la dieta questo si accumula nel colon e viene fermentato dalla
flora batterica fisiologica, attivando la sintomatologia che descriveremo nella
prossima diapositiva. La diagnosi di intolleranza alimentare al lattosio può
essere fatta in diversi modi, ma il test GOLD-STANDARD è sicuramente il
BREATH-TEST grazie alla sua facilità applicativa, all’assenza di invasività e
all’economicità del procedimento. Questo si svolge somministrando una porzione
di lattosio ed esaminando, ad intervalli prestabiliti, i gas espirati mediante
la ventilazione polmonare; un eccesso di ioni idrogeno indica una eccessiva
fermentazione batterica intestinale e quindi la positività di intolleranza
alimentare.
…ad ogni modo, per approfondire ulteriormente l’argomento,
suggerisco di consultare il nostro video intitolato INTOLLERANZA AL LATTOSIO!
La celiachia invece, è un’intolleranza alimentare piuttosto
ambigua. Ha cause multifattoriali e paiono coinvolti soprattutto i meccanismi:
AUTO-IMMUNE e GENETICO-EREDITARIO. Si manifesta in modi anche PARECCHIO DIFFERENTI
e, a differenza di quella al lattosio, coinvolge anche l’innesco del sistema
immunitario. Attenzione però! Non sono implicate le IMMUNOGLOBULINE E tipiche
delle allergie alimentari, ma piuttosto le IMMUNOGLOBULINE G e A. Nella
celiachia, l’equilibrio di questi anticorpi viene COMPROMESSO per l’esposizione
della mucosa intestinale al glutine. Poi, oltre all’alterazione del suddetto
parametro, insorgono sia l’INFIAMMAZIONE che l’EDEMA della mucosa, le quali provocano
un vero e proprio APPIATTIMENTO dei villi intestinali. Oggi, la diagnosi di
celiachia viene eseguita prevalentemente con il DOSAGGIO degli anticorpi G e A,
senza più ricorrere alla biopsia intestinale (invece prediletta in passato).
I sintomi delle intolleranze alimentari sono prevalentemente
di tipo INTESTINALE, ovvero: DIARREA, FLATULENZA, DOLORE e DISTENSIONE
ADDOMINALE. Seguono reazioni GASTRICHE meno frequenti come NAUSEA e VOMITO,
mentre le manifestazioni EXTRA-DIGERENTI (in realtà piuttosto rare) si palesano
essenzialmente nelle forme ATIPICHE della MALATTIA CELIACA.
Facciamo un’ultima osservazione sulle possibili
complicazioni dovute alle intolleranze alimentari. Queste interessano
prevalentemente l’assorbimento dei nutrienti a livello intestinale; infatti,
sia nell’intolleranza al lattosio che in quella al glutine, avviene una
riduzione della capacità di CAPTARE le molecole degli alimenti digeriti, anche
se in MANIERA ed in MISURA differenti.
Nell’intolleranza al lattosio il malassorbimento è
transitorio, ovvero legato all’evento specifico di diarrea e/o vomito… ANCHE
se, cibandosi prevalentemente di latte materno, nei neonati i sintomi sono a
frequenza CONTINUA e ciò può dare origine ad un vero e proprio RITARDO della
CRESCITA. Il malassorbimento è quindi legato ai SINTOMI dell’intolleranza al
lattosio, e non alla vera e propria causa scatenante.
Al contrario, nella celiachia, la continua esposizione al
glutine, oltre a poter provocare la sintomatologia di cui sopra, determina
l’ALTERAZIONE della mucosa intestinale. Ciò significa che, anche in assenza di
diarrea e/o vomito, il celiaco è comunque POTENZIALMENTE a rischio di
malassorbimento cronico (tra l’altro PERSISTENTE fino al ripristino dei villi
intestinali)! Per questo motivo, le forme ATIPICHE e SILENTI (ovvero quelle
senza diarrea e/o vomito) sono da considerare quelle MAGGIORMENTE responsabili
del malassorbimento cronico provocato dalla celiachia.
Infine, ricordiamo che le intolleranze alimentari NON sono
curabili, anche se è possibile EVITARE i sintomi e le complicanze di cui
abbiamo già parlato ATTRAVERSO l’applicazione della così detta DIETA ad
ESCLUSIONE. Com’è deducibile dal nome, questo regime alimentare si basa
sull’EVITAZIONE delle molecole NON TOLLERATE, oppure (con le dovute differenze
legate al tipo di intolleranza) sulla loro assunzione in DOSI praticamente
INNOCUE.
Nel caso della celiachia, il glutine deve essere eliminato
COMPLETAMENTE, mentre nell’intolleranza alimentare al lattosio è possibile
assumere lo zucchero in quantità sufficienti ad evitare la diarrea e/o il
vomito.