Principi di teoria e metodologia dell'allenamento

Ultima modifica 31.12.2015

Vedi anche: differenza tra teoria e scienza dell'allenamento


Principi che occorre tenere sempre in considerazione nella programmazione dell'allenamento


ADATTANENTI  FISIOLOGICI CAUSATI DALL'ALLENAMENTO


G li adattamenti fisiologici del nostro organismo in risposta agli stimoli allenanti possono essere suddivisi in:

Cambiamenti ANATOMICI: ad esempio il cuore modifica la sua forma (aumento cavità, spessore ed efficienza contrattile che porta a maggior volume di eiezione sistolico), il circolo capillare diventa più ricco, i muscoli crescono e si adattano, la massa grassa si riduce…;

Cambiamenti ULTRASTRUTTURALI: visibili cioè al microscopio. Aumento numero mitocondri (sport aerobico),  Cambiamenti BIOCHIMICI: aumento degli enzimi del ciclo di krebs (aerobico), aumento enzimi glicolitici (sport anaerobico lattacido); aumento dell'enzima creatin chinasi (anaerobico alattacido) Cambiamenti ESCLUSIVAMENTE FUNZIONALI: Ad esempio anche prima che l'anatomia del muscolo si modifichi, la forza aumenta ugualmente. NOTA: non tutti rispondiamo allo stesso modo allo stimolo di allenamento (TENER CONTO DEL CARICO INTERNO)

CARATTERISTICHE CHE DISTINGUONO L'ALLENAMENTO DEI GIOVANI RISPETTO A QUELLO DEGLI ATLETI EVOLUTI


L'allenamento dei giovani deve essere mirato alla costruzione e ad uno sviluppo armonico della più ampia gamma di capacità. Questo si ottiene lavorando sul volume (carichi estensivi) e prestando molta attenzione allo sviluppo delle capacità coordinative. Nell'allenamento giovanile ci sono periodi in cui il lavoro viene interrotto (vacanze). La preponderanza del lavoro (90 %) è sul generale e fondamentale. Gli esercizi specifici e speciali verranno sviluppati solo per il 10 % durante le varie gare: la gara è stimolante  e l'attaccamento allo sport, nel giovane, è dato dalle gare (dal divertimento) che forgeranno anche il carattere del bambino. Negli atleti formati si ha un notevole incremento del lavoro correlato con la disciplina. Nell'atleta formato, l' "iperspecializzazione" della gara privilegia l'intensità (carichi intensivi). Tanto più l'atleta è evoluto tanto più il fondamentale sostituirà il generale (comunque essenziale nella rigenerazione) Inoltre, siccome nei giovani il metabolismo basale è del 20-30% superiore a quello dell'adulto i carichi devono essere calibrati in modo diverso rispettando i princìpi fisiologici di crescita del bambino e della gradualità dei carichi.                                             

ETÀ E SVILUPPO DELLA FORZA


Innanzitutto va sottolineata l'importanza di valutare attentamente l'età biologica (cioè l'effettivo grado si sviluppo psico-fisico) piuttosto che l'età cronologica. L'allenamento della forza, cioè il suo sviluppo, deve avvenire dopo l'età puberale (dopo i 15 anni) applicandola su una struttura corporea già in grado di sopportare carichi e sovraccarichi. Prima di questa età si andrebbe a sovraccaricare troppo le strutture anatomiche che non sono ancora del tutto sviluppate. Occorre dunque evitare carichi statici e unilaterali, evitare di portare pesi sopra il collo o le spalle. I lavori di forza sollecitano la sintesi proteica già naturalmente sollecitata dal processo di accrescimento Prima di quest'età, infatti, non si deve sviluppare la forza, ma dare lo stimolo per la formazione della forza ( ad esempio sviluppare la tonicità dei muscoli lombari ed addominali).

TAPPE CARATTERIZZANTI UN GRANDE CICLO DI ALLENAMENTO


Un ciclo di allenamento è caratterizzato dall'alternarsi di varie tappe in cui gli esercizi assumono carattere:

GENERALE: sono esercizi di formazione e costruzione equilibrata delle diverse capacità fisiche non direttamente legate  alla specificità che si prepara.

FONDAMENTALE: hanno una correlazione con il modello sportivo, anche se non ne sono direttamente legati (esprimono contenuti dell'attività sportiva). Sono correlati alla qualità e alla direzione che si vuole sviluppare. Sono esercizi che costituiscono la muscolatura utile all'attività.

SPECIALI: Sono correlati nella forma e nell' intensità riguardo alla specificità della prestazione. Uso degli accorgimenti per sviluppare una qualità che uso in gara. Ripropongono dei modelli. Adattano la forza sviluppata con i fondamentali in forza specifica del movimento.

SPECIFICO o DI GARA: non sono altro che la ripetizione di gara o frazione di gara che riproducono gli schemi di movimento della gara stessa.

IL CARICO D'ALLENAMENTO


Il carico d'allenamento è la misura del lavoro che l'atleta deve effettuare per indurre gli adattamenti necessari all'incremento della prestazione. Affinché vi sia adattamento il carico deve seguire dei precisi princìpi. Esso dipende inoltre da vari fattori, quali: intensità, durata, densità, volume e frequenza dello stimolo, obiettivi, metodi, contenuti e mezzi dell'allenamento. Questi elementi caratterizzano il carico ESTERNO (oggettivo), ma esiste anche il carico INTERNO (importanza del diario di allenamento), variabile da persona a persona che rappresenta il tipo di effetti che l'esercizio esercita sull'organismo.

Come abbiamo detto il carico d'allenamento è caratterizzato da diversi parametri:

INTENSITA' dello stimolo; DENSITA' dello stimolo (è il rapporto fra lo stimolo vero e proprio e il recupero nella stessa seduta di allenamento); FREQUENZA con cui lo stimolo viene reiterato nelle diverse sedute di allenamento; DURATA dello stimolo; VOLUME dello stimolo (quantità totale di lavoro); OBIETTIVI dell'allenamento; CONTENUTI e MEZZI dell'allenamento; METODI dell'allenamento.

Intensità e volume dello stimolo sono parametri antagonisti, cioè se si privilegia uno si penalizza lo sviluppo dell'altro. Il volume può essere diluito o denso (estensivo, intensivo). Intensità e densità sottolineano una caratterizzazione intensiva del lavoro, mentre volume e durata sottolineano una caratterizzazione estensiva del lavoro. Esiste un criterio razionale per procedere ad un allenamento efficace che privilegia l'aumento di questi parametri nell'arco del tempo a seconda dell'attività sportiva praticata.

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