Ultima modifica 02.10.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Perché si esegue
  4. Valori Alterati – Cause
  5. Come si svolge l’esame
  6. Preparazione
  7. Controindicazioni e Rischi

Generalità

La visita ortottica è un esame oculistico che serve a diagnosticare i deficit muscolari e sensoriali che colpiscono l'apparato visivo.

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Questa valutazione si articola in vari test e prevede, tra l'altro, l'esame dell'acuità visiva.

La visita ortottica è utile per comprendere le cause che determinano le varie forme di strabismo, i difetti di accomodazione e di convergenza e l'ambliopia (anche conosciuta come "occhio pigro"), intervenendo anche sui sintomi che ne conseguono, quali alterazioni del campo visivo, anomalie posturali e visione doppia.

La visita ortottica può essere utile anche in presenza di altri problemi oculari (es. incidenti traumatici, attività lavorative particolarmente faticose per gli occhi, discromatopsie ecc.) e consente di programmare il percorso riabilitativo più adeguato al paziente.

Cos’è

La visita ortottica è una valutazione oculistica molto importante che permette di individuare le anomalie della visione binoculare, verificando il grado di collaborazione tra i due occhi. Quest'esame viene utilizzato, in particolare, per confermare o escludere la presenza di disordini dell'apparato neuromuscolare e le alterazioni che da questi derivano (come strabismo, ambliopia, meccanismi di soppressione e paralisi oculare).

La visita ortottica prevede la valutazione della motilità oculare, nel senso di:

  • Tridimensionalità ("stereopsi");
  • Convergenza;
  • Movimenti che permettono agli occhi una visione unitaria;
  • Accomodazione.

Perché si esegue

La visita ortottica è utile per la diagnosi o la valutazione dei fattori di rischio che possono predisporre a:

  • Disturbi che riducono o impediscono la visione binoculare, come lo strabismo e l'ambliopia;
  • Disabilità visive gravi (ipovisione);
  • Astenopia o sindrome da affaticamento visivo, che può interessare chi per lavoro o svago passa molte ore al computer o su dispositivi digitali.

La visita ortottica è un accertamento rivolto sia ai bambini, sia agli adulti.

Ambito diagnostico

La visita ortottica è utile soprattutto per evidenziare le restrizioni nel movimento dei muscoli extraoculari nelle varie posizioni di sguardo, sia per ogni singolo occhio, sia quando lavorano insieme (esame della motilità oculare).

L'esame controlla la convergenza dello sguardo e, nei casi di strabismo, consente di quantificare l'entità della deviazione, identificare quale muscolo causa diplopia (visione doppia) e seguire nel tempo l'evoluzione del quadro clinico.

La visita ortottica valuta anche la sensibilità al contrasto cromatico e le discromatopsie (difficoltà nella percezione dei colori).

Trattamento ortottico di riabilitazione visiva

Per quanto riguarda l'ambito terapeutico, la visita ortottica riveste un ruolo importante nel monitoraggio dell'ambliopia (condizione che produce la riduzione unilaterale della vista), poiché segue l'evoluzione del miglioramento della capacità visiva intervenendo, a seconda del caso specifico, con esercizi ortottici o eventuali bendaggi. L'ortottica è utile anche per la definizione di percorsi riabilitativi in pazienti affetti da patologie neurologiche o che hanno subito un trauma cranico, oltre a fornire un supporto in caso di alterazioni posturali, dislessia o disturbi dell'apprendimento.

Visita ortottica: quando è indicata?

La visita ortottica è importante per la diagnosi di varie patologie, che influenzano la visione binoculare, riducono le abilità motorie (in particolare, nella guida o nei compiti di destrezza manuale che richiedono velocità e precisione) e, nel bambino, possono provocare un ritardo nello sviluppo (come nel camminare e nel parlare).

A tal proposito, va segnalato che quest'esame rientra nel protocollo dedicato alla prevenzione pediatrica:

  • Nei primi 6-8 mesi di vita, la visita ortottica serve ad escludere la presenza di patologie congenite o difetti di vista elevati che possono provocare importanti danni alla capacità visiva, ma se vengono individuati e curati precocemente sono più facili da gestire.
  • Se tutto procede tranquillamente, il controllo successivo andrebbe effettuato tra i due e i tre anni. In questa fascia di età, il bambino riesce a distinguere simboli semplici e, se gestito in maniera tranquilla, collabora con l'oculista, per il quale sarà più facile valutare la presenza di eventuali difetti di vista, come l'ambliopia.
  • In età prescolare (5-6 anni), l'oculista effettua un controllo della vista ancora più accurato del precedente: il bambino, infatti, oltre a riconoscere disegni e lettere, può interagire con il medico rispondendo alle sue domande. Il controllo serve a verificare che lo sviluppo del sistema visivo stia procedendo correttamente e non vi siano delle difficoltà nella cooperazione binoculare tali da influire su lettura e scrittura.

In età adulta, la visita ortottica è rivolta alle persone affette da patologie generali o specifiche del sistema visivo che inducono sintomi quali diplopia, alterazioni del campo visivo o difetti posturali.

Valori Alterati – Cause

La visita ortottica consente di evidenziare le condizioni che alterano il coordinamento e la motilità oculare e si ripercuotono sulla visione binoculare, determinando:

A seguito della visita ortottica e di altri accertamenti, il medico prescriverà il trattamento più adeguato per il disturbo che ha riscontrato. La visita ortottica è anche in grado di controllare l'evolversi delle patologie già diagnosticate.

Come si svolge l’esame

La visita ortottica è un esame che viene svolto, in regime ambulatoriale, dall'oculista (specialista delle malattie degli occhi) o dall'ortottista (professionista sanitario che affianca il medico nell'esecuzione dei test).

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Dopo un'approfondita anamnesi, la valutazione inizia con una verifica volta ad escludere la presenza di limitazioni dei muscoli deputati a muovere i bulbi oculari, sia per ogni singolo occhio, che in visione simultanea.

Successivamente viene controllata la capacità di fissare oggetti in avvicinamento (convergenza) e che non vi siano punti nello spazio in cui la visione risulti sdoppiata.

Nel corso dell'esame, il medico verifica l'acuità visiva, cioè misura quanto chiaramente il paziente è in grado di vedere; in genere, viene chiesto al paziente di riconoscere alcuni ottotipi (simboli grafici, E di Albini, lettere o numeri) disposti ad una precisa distanza.

Una volta conclusa questa prima fase, la visita ortottica prevede l'esecuzione di test specifici che consentono di approfondire il quadro clinico.

I principali test ortottici

Le tecniche ortottiche più utilizzate comprendono:

  • Stereopsi: nel corso della visita ortottica, questo test valuta il senso della profondità e la visione tridimensionale, la quale può essere difettiva se manca una corretta sinergia tra i due occhi (come può accadere, ad esempio, per difetti visivi molto diversi tra un occhio e l'altro).
  • Convergenza: è un test ortottico che valuta la capacità dei due occhi di compiere un movimento armonico e simmetrico quando sono stimolati a convergere, facendo fissare una oggetto che si avvicina progressivamente alla punta del naso. Tale valutazione è molto utile nei soggetti che usano a lungo un videoterminale. Per quanto riguarda il movimento di convergenza, la visita ortottica può verificare anche le ampiezze fusionali, cioè la capacità di collaborazione dei due occhi nel fondere due immagini distinte in una singola immagine e mantenere questa unicità anche quando sono stimolati a convergere o divergere.
  • Esame della motilità oculare (MOE): durante la visita ortottica, verifica la funzionalità dei muscoli che muovono ciascun occhio, nelle principali posizioni di sguardo. Questo test consente di evidenziare una limitata motilità oculare, l'eventuale disallineamento degli occhi ed il nistagmo. L'esame della motilità oculare serve ad identificare la presenza di iper e/o ipofunzioni a carico dei muscoli extraoculari (come, ad esempio, il deficit del muscolo retto esterno, che risulta coinvolto nelle paralisi del VI nervo cranico), anomalie di movimento coordinato dei due occhi (es. deficit di convergenza), particolari conformazioni del massiccio facciale tali da indurre pseudo o reali strabismi (es. epicanto, strabismo orbitari ecc.).
  • Test per lo studio della diplopia: questa valutazione della visita ortottica verifica il manifestarsi della visione doppia (un'unica immagine viene percepita come duplice) e la sua relativa natura (orizzontale, verticale ed obliqua). Il medico presta particolare attenzione, quindi, al modo in cui gli occhi si concentrano e si muovono insieme per focalizzare uno stimolo visivo (allineamento, convergenza e messa a fuoco). Gli eventuali deficit riscontrati possono suggerire la presenza di lesioni all'occhio o alla palpebra, un disturbo orbitale o retrobulbare ecc.
  • Cover test: serve ad evidenziare la presenza di strabismi, classificandoli in manifesti (sempre presenti) o latenti (emergono solo in determinate circostanze), oltre ad indicare in quale direzione si manifesta la deviazione oculare (convergente, divergente, verticale o torsionale). Se viene abbinato all'utilizzo di una stecca di prismi, il cover test permette di misurare il potere della lente prismatica necessaria a compensare la deviazione.
  • Esame dello schermo di Hess Lancaster e di Gracis: in presenza di strabismo, questo test della visita ortottica serve a quantificare il grado della deviazione e lo stato dei muscoli interessati dal problema. Questo esame è preliminare all'intervento chirurgico.
  • Test per la valutazione della sensorialità: esamina i rapporti binoculari e la corrispondenza retinica dei due occhi (vale a dire quanto "collimano" le due immagini che si formano sulla retina dei due occhi). Questo test consente di rilevare la presenza di anomalie sensoriali della visione come la soppressione (cioè un occhio non viene utilizzato a causa della scadente qualità dell'immagine che fornisce al cervello). La performance fusionale ed accomodativa risulta alterata in caso di strabismi e/o ambliopie.

Quanto dura?

La durata della visita ortottica è variabile, ma, generalmente, occorrono 15-20 minuti.

Cosa riporta il referto?

Nel referto della visita ortottica redatto dal medico oculista, è riportata la conclusione diagnostica.

Preparazione

La visita ortottica è eseguita nel corso di una visita oculistica. Per sottoporsi all'esame, non è prevista alcuna particolare preparazione da parte del paziente.

Alcune prove possono essere effettuate senza l'instillazione di gocce oculari, in modo che l'oculista possa valutare come gli occhi rispondono in circostanze normali.

Controindicazioni e Rischi

La visita ortottica è un esame non invasivo che può essere eseguito ad ogni età.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici